
Temptation Island sotto accusa da Roberta Bruzzone: l’inquietante verità. Le parole choc della criminologa - interviu.it
La celebre criminologa punta il dito contro Temptation Island, denunciando un pericoloso declino sociale dietro l’intrattenimento trash.
C’è chi lo guarda per svago, chi per curiosità e chi come Roberta Bruzzone ci vede un campanello d’allarme sociale bello forte. Temptation Island, uno dei programmi più seguiti dell’estate italiana, è finito nel mirino della celebre criminologa che, con un post sui social, ha sganciato parole pesanti come macigni.
Secondo la Bruzzone, il reality non è solo un contenitore di emozioni artefatte e crisi di coppia in diretta, ma lo specchio inquietante di una società allo sbando emotivo. E no, non è una semplice provocazione: dietro c’è un ragionamento ben preciso e a tratti spaventosamente lucido.
Temptation Island è un grido d’allarme evolutivo
Nel suo lungo sfogo su Instagram, Roberta Bruzzone non usa mezzi termini: “Temptation Island è il manuale perfetto per capire con chi NON mettere al mondo figli”. Un’espressione forte, che riflette una preoccupazione profonda per il livello di maturità relazionale ed emotiva mostrato da molti protagonisti del programma.

Uomini e donne che scambiano il rispetto per il controllo, che giustificano i tradimenti con un “dai, capita”, o che sembrano incapaci di elaborare un pensiero più profondo di un post su Instagram. Per la criminologa, non è solo intrattenimento trash è uno specchio deformante della realtà, ma che purtroppo riflette abitudini e dinamiche sempre più frequenti nella società attuale.
Il punto più controverso del suo intervento riguarda l’idea provocatoria, ma neanche troppo dell’introduzione di una “patente genitoriale”. Un concetto che, a prima vista, fa sorridere, ma che nasconde una domanda scomoda: siamo davvero tutti pronti ad essere genitori?
Secondo Bruzzone, molti dei concorrenti del programma dimostrano una pericolosa immaturità affettiva, e non dovrebbero essere messi nelle condizioni di crescere altri esseri umani. Da qui la proposta ironica ma inquietante di sottoporli a test psicoattitudinali, prove pratiche e domande a trabocchetto, per verificare la loro capacità di educare, amare e rispettare.
Certo, Temptation Island è e resta un reality show, costruito per fare ascolti, intrattenere e creare dinamiche ad alto tasso di dramma. Ma il messaggio di Roberta Bruzzone invita a riflettere su quanto questi contenuti influenzino davvero il pubblico, soprattutto i più giovani. Se l’amore viene rappresentato come gelosia, possesso e spettacolarizzazione del dolore, che tipo di educazione sentimentale stiamo offrendo? E ancora, quante persone prendono sul serio questi modelli, imitandoli nella vita reale senza alcun filtro critico? È qui che lo show diventa “pericoloso”, perché smette di essere solo spettacolo e si trasforma in una sorta di tutorial relazionale tossico.
Forse Temptation Island non è il male assoluto, ma ridere amaramente di ciò che mostra non basta più. Serve come suggerisce la criminologa un nuovo senso critico.