
Questa abitudine a tavola ti porta all'infarto, tutti i dettagli- interviu.it
Attenzione a questa abitudine a tavola che ti provocherebbe l’infarto: ecco di che si tratta, tutti i dettagli e le curiosità
Tra le molteplici cause di infarto, spesso sottovalutata è la presenza di un fattore biomarcatori nel sangue: l’omocisteina alta. Questa condizione, poco conosciuta dalla popolazione generale, rappresenta un rischio significativo per la salute cardiovascolare e necessita di maggiore attenzione da parte di medici e pazienti.
L’omocisteina è un amminoacido prodotto dal metabolismo della metionina, un aminoacido essenziale presente nelle proteine animali. Normalmente, i livelli di omocisteina nel sangue sono mantenuti entro limiti fisiologici grazie all’intervento di vitamine del gruppo B, in particolare la B6, B12 e l’acido folico. Tuttavia, un aumento significativo di questa sostanza, definito ipomocisteinemia, può danneggiare le pareti dei vasi sanguigni, favorendo l’insorgenza di aterosclerosi.
Studi scientifici recenti confermano che livelli elevati di omocisteina sono associati a un maggior rischio di infarto miocardico e ictus, poiché contribuiscono alla formazione di placche aterosclerotiche e alla trombosi. Nonostante ciò, questa condizione è spesso trascurata durante le valutazioni di rischio cardiovascolare.
Cause e fattori di rischio dell’omocisteina alta
L’aumento dell’omocisteina nel sangue può dipendere da molteplici cause. Tra le più comuni si annoverano carenze vitaminiche, in particolare di vitamina B12 e folati, che svolgono un ruolo cruciale nel metabolismo dell’omocisteina. Inoltre, condizioni genetiche come la mutazione del gene MTHFR possono compromettere l’attività degli enzimi deputati alla sua degradazione.

Altri fattori di rischio includono l’età avanzata, il fumo, l’abuso di alcol, e alcune patologie croniche come l’insufficienza renale. Anche l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale: diete povere di verdure a foglia verde, legumi e cereali integrali possono contribuire a livelli elevati di omocisteina.
La diagnosi di iperomocisteinemia si effettua tramite un semplice esame del sangue. È importante che la misurazione di questi livelli venga integrata nelle valutazioni di rischio cardiovascolare, soprattutto in soggetti con familiarità per malattie cardiache o con fattori di rischio concomitanti.
La terapia si basa principalmente sull’integrazione di vitamine del gruppo B (B6, B12 e acido folico) e su modifiche dello stile di vita, quali l’adozione di una dieta equilibrata ricca di verdure, frutta e cereali integrali, oltre alla cessazione del fumo e alla riduzione del consumo di alcol. In alcuni casi, il medico può prescrivere farmaci specifici per ridurre i livelli ematici di omocisteina.
Ricerche aggiornate sottolineano l’efficacia di un approccio multidisciplinare per la prevenzione delle complicanze cardiovascolari legate a questa condizione. È quindi fondamentale che pazienti e operatori sanitari siano consapevoli dell’importanza dell’omocisteina alta come fattore di rischio modificabile.