
Quando senti la sete, è già troppo tardi: il killer silenzioso a cui nessuno fa attenzione interviu.it
La disidratazione rappresenta un problema sanitario spesso sottovalutato, ma che può portare a conseguenze gravi, specialmente in categorie vulnerabili come anziani e bambini.
La disidratazione si verifica quando l’organismo perde più acqua di quanta ne assorba, compromettendo l’equilibrio idrico essenziale per il corretto funzionamento degli organi. Tra le cause più comuni vi sono vomito, diarrea, sudorazione eccessiva, ustioni, insufficienza renale e l’uso di farmaci diuretici. In particolare, durante ondate di caldo o attività fisica prolungata, la perdita di liquidi si accentua e senza un adeguato reintegro si instaura la disidratazione.
Le persone anziane sono particolarmente a rischio perché il centro della sete, che regola il desiderio di bere, può indebolirsi con l’età. Questo fa sì che spesso non si percepisca la necessità di assumere liquidi, aumentando il rischio di disidratazione. Inoltre, patologie come il diabete mellito, il morbo di Addison o deficit di arginina vasopressina possono favorire l’eliminazione eccessiva di liquidi con le urine.
Cause e meccanismi della disidratazione
Nei neonati e nei bambini, la disidratazione è altrettanto frequente, poiché la perdita di liquidi in caso di vomito o diarrea rappresenta una percentuale maggiore rispetto al loro volume corporeo. Il primo segnale che si manifesta è la sete, stimolata dal centro cerebrale per indurre l’assunzione di liquidi.

Se il fabbisogno idrico non viene soddisfatto, la disidratazione si aggrava con una progressiva riduzione della sudorazione e della produzione di urina. L’organismo cerca di mantenere la pressione arteriosa e la volemia trasferendo acqua dalle cellule al sangue, ma questo processo, se prolungato, provoca danni cellulari. I sintomi da disidratazione lieve a moderata includono:
- sete intensa
- riduzione della sudorazione
- diminuzione dell’elasticità cutanea
- produzione minore di urina
- bocca secca
Nei casi più gravi, la sensazione di sete può diminuire, ma compaiono segni più allarmanti come ipotensione ortostatica (caduta della pressione arteriosa alzandosi in piedi), vertigini, confusione mentale e possibile svenimento. Nei casi estremi, la disidratazione può causare shock, danni irreversibili a organi vitali come reni, fegato e cervello, coma e persino la morte.
Gli anziani sono particolarmente vulnerabili non solo per il rallentamento del senso di sete, ma anche per condizioni di demenza o disabilità motorie che limitano la capacità di prendersi cura di sé. Inoltre, la paura di dover urinare frequentemente o l’incontinenza può indurli a ridurre l’assunzione di liquidi. Dal punto di vista fisiologico, la maggiore percentuale di tessuto adiposo rispetto a quello magro comporta una minore riserva di acqua corporea totale, aumentando così la suscettibilità alla disidratazione.
La diagnosi si basa principalmente sull’osservazione clinica e sull’anamnesi. In casi più gravi o in presenza di patologie croniche, possono essere necessari esami del sangue per valutare i livelli di elettroliti, in particolare il sodio, che risulta più concentrato nel sangue durante la disidratazione. In ambito ospedaliero, strumenti come l’ecografia o cateteri specifici possono aiutare a determinare la gravità del problema.
Il trattamento mira a reintegrare acqua ed elettroliti persi. Per la disidratazione lieve, è sufficiente bere abbondantemente acqua. Nei casi moderati o gravi, si utilizzano soluzioni reidratanti orali contenenti sodio e potassio, disponibili senza prescrizione, particolarmente efficaci nei bambini con vomito o diarrea. Le bevande sportive, invece, non sempre forniscono il giusto equilibrio di elettroliti e non sono da considerarsi sostituti adeguati.
Quando la disidratazione è severa, è necessario ricorrere a fluidi somministrati per via endovenosa, solitamente soluzioni saline, somministrate inizialmente a velocità più elevate e successivamente rallentate man mano che le condizioni migliorano. È fondamentale anche trattare le cause scatenanti come nausea, vomito o diarrea con farmaci specifici.
Prevenire la disidratazione è sempre preferibile al trattamento. Gli adulti dovrebbero assumere almeno sei bicchieri di liquidi al giorno, considerando anche quelli contenuti in frutta e verdura, e aumentare l’assunzione in condizioni di caldo intenso o durante attività fisica prolungata. Le bevande sportive formulate per reintegrare elettroliti possono essere utili prima, durante e dopo esercizi fisici intensi.
Per gli anziani, è cruciale garantire un facile accesso all’acqua, soprattutto se si trovano soli in ambienti caldi come stanze chiuse o automobili. La sensibilizzazione dei familiari e degli operatori sanitari su questo tema è un passo fondamentale per ridurre i rischi associati alla disidratazione in questa fascia di popolazione.