
Leucemia mieloide: i segreti della diagnosi precoce-interviu.it
Che cos’è la leucemia mieloide, qual è la diagnosi e quali sono i trattamenti migliori allo stato attuale. Ecco cosa devi sapere
Nel panorama delle malattie oncologiche ematologiche, la leucemia mieloide rappresenta una sfida clinica di primaria importanza, recentemente tornata alla ribalta anche per la diagnosi di questa patologia al cestista italiano Achille Polonara, ala grande della Virtus Bologna. In questo approfondimento, verranno analizzate le caratteristiche fondamentali di questa neoplasia, con particolare riferimento alle due forme principali – acuta e cronica – e alle terapie più aggiornate disponibili.
La leucemia mieloide acuta (LMA) è una neoplasia ematologica aggressiva, determinata dalla proliferazione incontrollata di blasti mieloidi, cellule immature del midollo osseo che non riescono a completare la loro maturazione verso globuli bianchi, rossi o piastrine. Questa forma, che rappresenta circa il 26% di tutte le leucemie, colpisce prevalentemente persone sopra i 60 anni ma può manifestarsi anche in età pediatrica. La rapidità di progressione della malattia impone una diagnosi tempestiva, basata su esami ematici e midollari, e un trattamento immediato.
I sintomi della LMA, legati all’invasione del midollo da parte delle cellule leucemiche, sono aspecifici ma indicativi: anemia con pallore e affaticamento, sanguinamenti dovuti a piastrinopenia, infezioni ricorrenti per deficit immunitario, dolore osseo e ingrossamento di organi come fegato e milza. La conferma diagnostica si basa sull’esame dell’emocromo, l’analisi citologica e immunofenotipica del midollo osseo, e test genetici per identificare mutazioni cromosomiche e molecolari, fondamentali per la classificazione e la definizione del piano terapeutico.
Il trattamento della leucemia mieloide acuta prevede una chemioterapia intensiva, mirata a indurre la remissione completa riducendo la percentuale di blasti nel sangue e nel midollo. Successivamente è necessaria una fase di consolidamento per eliminare la malattia minima residua, spesso con cicli più aggressivi. Nei casi ad alto rischio o in recidiva si ricorre al trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche, che rappresenta ancora oggi una delle opzioni più efficaci, soprattutto nei pazienti giovani e in buone condizioni generali. Il decorso e la prognosi della LMA dipendono dall’età, dal tipo di mutazioni genetiche presenti e dalla tempestività del trattamento.
Leucemia mieloide cronica: progressi terapeutici e novità
La leucemia mieloide cronica (LMC) è una patologia ematologica caratterizzata da una progressione lenta e da un decorso spesso asintomatico nella fase iniziale. Questa forma interessa soprattutto persone di età superiore ai 60 anni e si associa nella quasi totalità dei casi alla presenza del cromosoma Philadelphia, una traslocazione genetica tra i cromosomi 9 e 22 che genera il gene di fusione BCR::ABL1, responsabile della proliferazione incontrollata delle cellule tumorali.

La scoperta e l’impiego degli inibitori delle tirosin chinasi, a partire dall’imatinib, hanno rivoluzionato il trattamento della LMC, consentendo una sopravvivenza a dieci anni superiore all’80% con una terapia orale continua e relativamente ben tollerata. Tuttavia, non tutti i pazienti rispondono adeguatamente o tollerano gli effetti collaterali, rendendo necessaria l’introduzione di farmaci di seconda e terza generazione, quali dasatinib, nilotinib, bosutinib e ponatinib.
Una svolta significativa è rappresentata dall’introduzione di asciminib, un nuovo inibitore che agisce selettivamente su un sito specifico della proteina BCR::ABL1 (sito miristoilico), dimostrandosi più efficace nel controllo della malattia e con un profilo di sicurezza migliore rispetto alle terapie standard.
Lo studio ASC4FIRST, presentato nel 2025 al congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), ha evidenziato come asciminib garantisca risposte molecolari maggiori e più durature, con minori effetti collaterali e un tasso inferiore di sospensione del trattamento nei pazienti di nuova diagnosi.
Nonostante la terapia farmacologica rappresenti la prima linea di trattamento, nei casi di evoluzione in fase blastica o di resistenza multipla, il trapianto di cellule staminali emopoietiche rimane una strategia terapeutica valida, anche se oggi meno frequente grazie ai successi degli inibitori tirosin chinasici.
Il caso di Achille Polonara e l’importanza della diagnosi precoce
L’annuncio della diagnosi di leucemia mieloide, emesso il 16 giugno 2025 dalla Virtus Bologna, ha riportato l’attenzione sull’importanza di riconoscere precocemente questa patologia e sui progressi terapeutici che possono garantire una gestione efficace. Achille Polonara, noto per la sua carriera sportiva di alto livello, rappresenta un esempio di come, anche nelle forme aggressive come la LMA, la diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato possano permettere un rapido ritorno alle attività quotidiane e sportive.
La leucemia mieloide, sia nella sua forma acuta sia in quella cronica, richiede un approccio multidisciplinare che coinvolge ematologi, oncologi e specialisti per garantire la migliore qualità di vita possibile ai pazienti. La ricerca continua a offrire nuove opportunità terapeutiche, migliorando costantemente la prognosi di questa complessa malattia del sangue.