Le vie dell'arte

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L'area del centro antico riportata nella piantina corrisponde al primo insediamento di Neapolis (V secolo a.C.) città nuova, chiamata così per differenziarla da Palepolis, o Partenope, città vecchia che sorgeva nella zona di Pizzofalcone.
L'impianto urbanistico di Neapolis aveva una struttura "a scacchiera" formata da tre grandi strade orientate da est a ovest, dette decumani: decumanus superior (via Sapienza, via Pisanelli, via Anticaglia, ecc.), decumanus maior (via Tribunali), decumanus inferior (via B. Croce, via S. Biagio dei librai, ecc.) intersecate da una serie di strade di collegamento tra nord e sud chiamate "cardines".
Il centro antico di Napoli riveste una notevole peculiarità rispetto a quello delle altre città italiane: qui sono presenti, infatti, le stratificazioni di epoche successive a partire dal periodo greco-romano fino ai nostri giorni.

Monumenti del «Museo aperto - Le vie dell'arte»: le principali arterie del centro antico, dette decumani, e inoltre l'itinerario da piazza Plebiscito a piazza San Domenico Maggiore. Tutti questi monumenti si possono visitare dal lunedì al sabato (ore 9-14) e molti anche la domenica mattina (vedere anche le segnalazioni particolari sotto le voci «Musei e scavi» e «Chiese»). I decumani sono tre: Il Maggiore (ora via Tribunali), l'Inferiore (ora via Benedetto Croce e via San Biagio dei librai, indicate anche come Spaccanapoli), il Superiore (via Anticaglia).

Decumano Maggiore - Via Tribunali

L'itinerario inizia dalla vivace piazza Bellini, animata da caffè letterari, con lo scenografico fondale costituito dalla settecentesca scala in piperno che conduce all'ex convento di Sant'Antoniello a Port'Alba, ed al centro le mura greche di Neapolis del IV secolo a.C.
Si snoda attraverso via San Pietro a Maiella, dove sorge il Conservatorio musicale, e via Tribunali con il cinquecentesco palazzo dei duchi Spinelli di Laurino, trasformato nel XVIII secolo dall'architetto Ferdinando Sanfelice. Questa strada è caratterizzata dai portici medioevali del palazzo di Filippo d'Angiò (o dell'Imperatore), principe di Taranto e imperatore di Costantinopoli, dove si svolge un pittoresco mercato.
L'attuale piazza San Gaetano sorge sull'area dell'Agorà greca e poi del Foro romano, e resta ancora oggi il cuore "palpitante" della città antica.
A destra si apre la celebre via San Gregorio Armeno, famosa per le sue botteghe artigianali di pastori, fiori artificiali e presepi, affollatissima durante il periodo natalizio quando le varie "bancarelle" espongono la loro coloratissima merce.
Di notevole interesse la sistemazione urbanistica di piazza Riario Sforza racchiusa tra la scalinata dell'ingresso secondario al Duomo, la grandiosa cupola della cappella di San Gennaro ed al centro la guglia più antica di Napoli dedicata al Santo. Quest'area, un tempo utilizzata per i festeggiamenti esterni di San Gennaro venne immortalata in un celebre acquerello del pittore napoletano Giacinto Gigante.
Al termine del Decumano Maggiore si erge l'imponente mole della reggia-fortezza di Castel Capuano, con l'antica porta di accesso alla città, ricostruita in forme rinascimentali.

Chiesa di Sant'Antonio delle Monache a Port'Alba
E' annessa all'omonimo convento delle suore francescane, fondato nella seconda metà del secolo XVI. Con l'ampliamento del complesso monumentale, i cui favori iniziarono nel 1637, la chiesa fu realizzata secondo i canoni dell'architettura barocca napoletana. L'interno presenta una vistosa decorazione in stucco; marmi commessi con intarsi di madreperla adornano l'altare maggiore. Sul secondo altare a sinistra si ammira (a tela di A. Sarnelli con il Transito di San Giuseppe (sec. XVIII). Nel soffiato è collocato il dipinto raffigurante Sant'Antonio di ignoto manierista del secolo XVII.

Chiesa della Croce di Lucca
Fondata agli inizi del secolo XVII, è sopravvissuta all'intervento di demolizione del complesso monumentale delle Carmelitane, a cui era annessa, avvenuto agli inizi di questo secolo per l'edificazione delle cliniche universitarie. L'interno è ad unica navata con cappelle laterali, nel soffitto cassettonato è collocato il dipinto raffigurante la Madonna del Carmine e Santi (sec. XVII). Pregevoli decorazioni marmoree della seconda metà del secolo XVII adornano la navata e la tribuna.

Cappella Pontano
Fu fatta costruire da Giovanni Pontano nel 1492 per il culto e la memoria della consorte Adriana Sassone. La struttura, d'ispirazione classica a forma rettangolare, si erge su di un alto basamento ed è inquadrata da lesene di ordine composito che sorreggono una sobria trabeazione.
l'esterno presenta due portali di marmo, entrambi sovrastati da epigrafi con stemmi della Famiglia e piccole finestre, con a i Iati lastre marmoree riportanti iscrizioni latine.
Nella parte retrostante l'altare è affrescato un trittico raffigurante la Madonna con i Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista (fine sec. XV).
Di pregevolissima fattura la pavimentazione di mattonelle invetriate delle fine del sec. XV, raffiguranti gli stemmi del Pontano e della moglie nonché motivi geometrici, vegetali e animali.

Chiesa di Santa Maria Maggiore (detta della Pietrasanta)
Edificata nella prima metà del VI secolo nell'area più antica della città, fu la prima basilica dedicata alla Vergine. Nella metà del sec. XVII fu rifatta a pianta centrale su progetto di Cosimo Fanzago. La presenza di un'antica pietra santa con una croce incisa, ha dato origine alla più comune denominazione della Chiesa. L'interno conserva una pregevole pavimentazione settecentesca i n cotto e maiolica. Nella cripta vi sono testimonianze della primitiva basilica paleocristiana e resti di un mosaico d'epoca romana. Nell'atrio antistante si innalza il campanile medievale, sec. XI, dell'originaria Chiesa. Ai lati della facciata vi è la cappella del Salvatore, rinnovata nella seconda metà del XVIII secolo con un pregevole altare in marmi policromi e pavimentazione maiolicata.

Chiesa del Purgatorio ad Arco
Annessa all'omonima Congregazione fondata nel sec. XVII per le celebrazioni in suffragio delle anime del Purgatorio, presenta un'unica navata cori cappelle laterali.
Nella zona absidale, riccamente decorata con marmi policromi, un altorilievo con teschio alato di Cosimo Fanzago evidenzia, unitamente ad analoghe testimonianze artistiche poste all'esterno della struttura, il tema della morte profondamente sentito nella tradizione popolare napoletana.
Dipinti di Massimo Stanzione, di Andrea Vaccaro e di Luca Giordano adornano rispettivamente l'altare maggiore, la terza cappella a destra e a sinistra della navata. Nell'ipogeo vi è l'antico luogo di sepoltura.

Chiesa di San Paolo Maggiore
Fu costruita nell'VIII secolo nell'area del foro della città greco-romana sulle rovine del tempio dei Dioscuri. A decorrere dal XVI secolo la chiesa paleocristiana venne notevolmente ristrutturata ad opera degli architetti Francesco Grimaldi e G.B. Lavagna. L'interno a croce latina è a tre navate con cappelle laterali. Nella volta, divisa a vari scomparti, si ammirano affreschi di Massimo Stanzione, raffiguranti le gesta degli apostoli Pietro e Paolo. Mirabili sono gli affreschi del Solimena nella sacrestia, con scene della Conversione di San Paolo, la Caduta di Simon Mago e le Virtù. Nel 1671, su progetto di Dionisio Lazzari, fu ampliato il prospetto della Basilica che racchiude due delle originarie colonne di ordine corinzio che adornavano il pronao dell'antica struttura pagana.

Chiesa di San Lorenzo Maggiore
La Chiesa fu edificata nella seconda metà del secolo XIII sul luogo dove sorgeva la Basilica paleocristiana del VI secolo. L'interno è a croce latina, ad unica navata, con cappelle laterali e soffiato a capriate lignee. L'abside, progettata da architetti francesi, presenta uno splendido deambulatorio, delimitato da una serie di cappelle disposte a raggiera. Tra queste si segnala la Cappella Barrale con Scene della vita della tergine di ignoto napoletano di scuola giottesca. Monumento funerario di particolare rilievo della zona absidale è quello dedicato a Caterina d'Austria, opera dello scultore Tino di Camaino. Affreschi del XIV secolo, di Montano d'Arezzo, adornano alcune pareti del transetto destro. Testimonianze di ulteriori integrazioni avvenute nel sec. XVII e XVIII si evidenziano nella terza cappella a destra della navata con marmi policromi di Cosimo Fanzago e nella facciata esterna opra di Ferdinando Sanfelice.

Area archeologica di San Lorenzo Maggiore
Nell'area sottostante la Basilica di San Lorenzo Maggiore sono presenti i resti degli edifici pubblici della città greco-romana, il cui centro corrisponde all'attuale piazza San Gaetano. Oltre alla Chiesa Paleocristiana del VI secolo d.C. sono state messe in luce tracce di preesistenti strutture del IV secolo a.C. tra cui il "macellum" antico mercato alimentare. Vari altri edifici, tra cui l'erario, disseminati lungo un considerevole tratto di strada, testimoniano la complessa stratificazione avvenuta attraverso numerose trasformazioni dell'impianto urbano nel corso dei secoli.

Complesso monumentale dei Girolamini
La costruzione del complesso fu iniziata nel XVI secolo dalla Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri, detta dei Girolamini perché proveniente dalla Chiesa romana di San Girolamo alla Carità. L'interno, in restauro, ampio e luminoso, è diviso in tre navate da colonne di granito; sull'altare maggiore si nota il dipinto di G.B. Azzolino raffigurante la "Madonna della Vallicella". La sacrestia affrescata da Luca Giordano conserva il settecentesco pavimento marmoreo del Guglielmelli. Fa parte del complesso la Biblioteca che custodisce incunaboli e preziosi manoscritti, tra cui il fondo del filosofo napoletano Giuseppe Valletta, in un ambiente con arredi e decorazioni del Settecento. La Pinacoteca, raccoglie importanti opere tra cui dipinti di Guido Reni, Luca Giordano e Jusepe de Ribera. Ricordiamo, inoltre, la Congrega dell'Assunta, l'Archivio Oratoriano, quello musicale e i due Chiostri: il piccolo del Dosio con al centro il secentesco pozzo in marmo, ed il grande del Lazzari con un ampio aranceto.

Pio Monte della Misericordia
La pia istituzione fu fondata nel 1601 ad opera di nobili napoletani dediti all'assistenza degli ammalati e degli emarginati. Nel 1604 l'architetto G.G. Di Conforto realizzò la sede e la chiesa dell'opera pia.
Per far fronte alle maggiori esigenze operative dell'ente, il complesso monumentale fu ricostruito a decorrere dal 1658 su progetto di F. Picchiatti.
L'attuale struttura propone una facciata articolata in tre ordini con un porticato a cinque arcate in cui sono collocate sculture di Andrea Falcone. La chiesa è a pianta ottagonale con sei cappelle più l'altare maggiore.
Nella zona absidale vi è il celebre dipinto "Le sette opere di misericordia" del Caravaggio, sugli altari laterali quadri di F. Santafede, B. Caracciolo, A. Vaccaro, L. Giordano, G.V. Forli, e G.B. Azzolino. Pregevole, inoltre, è la pinacoteca ubicata al I piano del complesso monumentale.

Complesso monumentale di Santa Maria della Pace
II Complesso, realizzato sul luogo del quattrocentesco palazzo di Ser Gianni Caracciolo, gran Siniscalco del Regno e amante della regina Giovanna li, comprende l'ospedale dei frati Ospedalieri di S. Giovanni di Dio fondato nel 1587, attualmente sede della circoscrizione San Lorenzo-Vicaria e la Chiesa. La struttura dell'antico palazzo è ancora visibile nel portale d'ingresso, costituito da un grande arco polilobato in stile gotico fiorito, nella base del vestibolo si vede la muratura del XV secolo. II complesso si sviluppa intorno a due chiostri realizzati a quota diversa a causa della pendenza del sito.
Si possono visitare la Sala del Lazzaretto e la Chiesa dedicata a S. Maria della Pace in ricordo della fine delle ostilità tra Filippo IV re di Spagna e Luigi XIV re di Francia.
Chiesa
La chiesa fu iniziata nel 1629 su progetto di Pietro de Marino ed ultimata nel 1659. La struttura architettonica è a croce latina. Presenta tre cappelle per Iato. II pavimento è in piastrelle maiolicate e coito realizzate da Donato Massa su disegno di Domenico Antonio Vaccaro.
Sala del Lazzaretto
L'abside è stato realizzato da Nicola Tagliacozzo Canale.
Si accede alla Sala da uno scalone il cui ingresso è sulla sinistra del vestibolo.
E' detta del Lazzaretto perché si accoglievano in questa sala i lebbrosi e numerosi appestati. Misura m 60 di lunghezza per 10 metri di larghezza ed è alta 12 metri. In fondo un pregevole altare in marmi commessi del XVIII secolo separa la sala dalla zona che un tempo era destinata a gabinetto medico.
Lungo le pareti a metà altezza corre un ballatoio attraverso il quale venivano serviti cibo e bevande ai degenti per evitarne il contagio. Sulla parte superiore del ballatoio, tra le finestre, e sotto la volta si ammirano affreschi di Giacinto Diano e Andrea Viola raffiguranti la Vergine Maria e Santi dell'ordine di S. Giovanni di Dio.

Chiesa dell'Annunziata
Nasce nel XIV secolo insieme all'annessa chiesa, come istituzione assistenziale per la cura dell'infanzia abbandonata. Ricostruita una prima volta nel XVI secolo in forme rinascimentali, e nel XVIII secolo, dopo un incendio, da Luigi e Carlo Vanvitelli.
Attraverso il raffinato portale marmoreo di Tommaso Malvito, con i battenti lignei intagliati da Pietro Belverte (XVI secolo), si accede al monumentale cortile della Casa e alla "ruota" lignea.
I bambini abbandonati venivano introdotti in una specie di tamburo di legno di forma cilindrica e raccolti all'interno da balie pronte ad intervenire ad ogni chiamata. All'esterno, al di sopra della ruota, vi era un puttino di marmo con la scritta: "O padre e madre che qui ne gettate / Alle vostre limosine siamo raccomandati". Gli ospiti dell'istituzione venivano chiamati "figli della Madonna", "figli d'a Nunziata" o "esposti" e godevano di particolari privilegi. Alcuni venivano trovati con al collo un foglio di carta con il nome dei genitori, o portavano con sé qualche pezzo di oro o di argento; altri non avevano nessun segno. Tutto quello che indossavano e qualsiasi segno particolare veniva annotato in un libro, in modo da rendere più facile un eventuale riconoscimento da parte dei genitori.
La ruota, con il suo triste fascino, era una delle più note d'Italia e non venne più utilizzata dal 22 giugno 1875.

           

Decumano Inferiore - Spaccanapoli

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Il percorso inizia in piazza del Gesù e prosegue per via Benedetto Croce, via San Sebastiano (breve deviazione), piazza San Domenico Maggiore, piazzetta Nilo, via San Biagio dei librai e si conclude in via San Gregorio Armeno.
Chiesa del Gesù Nuovo, chiesa di Santa Marta, complesso conventuale di Santa Chiara, chiesa di San Domenico Maggiore, Cappella Sansevero, chiesa di Sant'Angelo a Nilo, chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, cappella del Monte di Pietà, complesso conventuale di San Gregorio Armeno. Nelle vicinanze: locali della Ruota dell'ex Real casa Santissima Annunziata (via Annunziata 34).

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Decumano Superiore - Anticaglia

Via Pisanelli, via Anticaglia e adiacenze fino a via San Giovanni a Carbonara. Chiesa di San Giuseppe dei Ruffi, pinacoteca dei Girolamini, Duomo con gli scavi, chiesa di Santa Maria Donnaregina, chiesa dei Santissimi Apostoli, chiesa di San Giovanni a Carbonara.

           

Da piazza Plebiscito a piazza San Domenico Maggiore

Si percorrono piazza Trieste e Trento, piazza Municipio, via Medina, largo Santa Maria La Nova e adiacenze. Chiesa di San Francesco di Paola, chiesa di San Ferdinando, il Maschio angioino, chiesa di San Giacomo degli Spagnoli, chiesa dell'Incoronata, chiesa della Pietà dei Turchini, chiesa di San Giuseppe Maggiore, chiesa di Santa Maria La Nova, chiesa di Santa Maria dell'Aiuto, cappella Pappacoda, chiesa di San Girolamo delle Monache.

           

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