GIAMBATTISTA DE CURTIS

DE CURTIS GIAMBATTISTA Napoli, 20 luglio 1860 - 15 gennaio 1926.
Primo dei sette figliuoli del pittore Giuseppe, e fratello del celebre musicista Ernesto, col quale scrisse Torna a Surriento!, ereditò dal padre la passione per le arti belle e fu poeta ispiratissimo e delicato, fu musicista, pittore e scultore. Amò Sorrento e passò gran parte della sua vita in quella città, - da lui entusiasticamente cantata in un gran numero di canzoni - alloggiando all’Hotel Tramontano, ove affrescò saloni, dipinse tele e compose poesie e musiche.
Nel 1908 un suo atto unico: Pentita, fu rappresentato al teatro San Ferdinando. Altri lavori teatrali sono rimasti inediti.
Elegante, signorile, dotato di un cuore d’oro, fu amato dalle donne, ed ebbe la simpatia degli editori, degli amici, dei colleghi.
La data di morte precisa del De Curtis è quella
qui registrata e non l’altra pubblicata, per errore, nella mia Antologia «Poeti napoletani dal ‘600 ad oggi».
FRA I SUOI SUCCESSI
Che buò fa? (‘A pacchianella) (1889), Muglierema comme fa? (1889), 1’ pazziava!... (1890), A mezanotte (1893), ‘E giesummine ‘e Spagna (1893), Canzona cafona (1894), Carmela - versi e musica - (1894), Custantina - versi e musica - (1894), Mmaculatì (1894), Ninuccia (1894), Signò, dicite si (1894), Voglio trasì! (1894), ‘A picciotta - versi e musica - (1895), I’ sò sensibile... (1895), Mo va, mo vene (1895), Tiempe felice (1895), Venezia benedetta! - versi e musica - (1895), Maria (‘A cchiù bella canzona) - versi e musica - (1896), Muntagnola (1896), ‘A primma vota (1897), Amalia (1902), Torna a Surriento (1904), ‘A surrentina (1905), 1’ rn’arricordo ‘e te (Lucia, Lucì) (1911), Sò nnammurato ‘e te! (1912), Nirute! (1914).

Ettore de Mura - Enciclopedia della Canzone Napoletana
Casa Editrice
IL TORCHIO, Napoli 1969

ERNESTO DE CURTIS

DE CURTIS ERNESTO - Napoli, 4 ottobre 1875 - 31 dicembre 1937.
«I concerti di De Curtis, in tutta l'America, e sempre per beneficenza, non si contano per lunghissimi giri di anni; e dovunque non è da parlare di successi, ma di apoteosi. Al Metropolitan, nei colossali concerti Gigli-De Curtis, i due grandi artisti debbono tornare alla ribalta per bissare
Torna a Surriento, Voce ‘e notte, Canta pe me, ecc.». Così, in una nota di cronaca, Achille Macchia.
Ernesto De Curtis - pronipote di Saverio Mercadante, per parte materna - da piccolo aiutava il padre nell’arte della decorazione; a otto anni, apprendeva le prime nozioni di musica da Vincenzo Valente, suo vicino di casa al Corso Garibaldi vecchio. Studiò armonia col M° Daniele Napolitano e, ancora giovanissimo, con un suo amico cantante, formò un numero di varietà esibendosi - lui al pianoforte - nei teatri di Napoli, di Roma e di Viareggio, dove si guadagnò le lodi di Giacomo Puccini.
Invogliato dal fratello Giambattista, musicò la prima canzone, 'A primma vota, nel 1897. Il successo fu immediato ed altri ne seguirono, tanto che diventò uno dei compositori più amati e contesi. Popolarissimo, scrisse canzoni e romanze che, a partire dal 1921, andarono a far parte del repertorio di Beniamino Gigli, col quale, per quindici anni, tenne concerti nelle due Americhe, a Parigi, a Londra. Protagonista lo stesso Gigli, compose la musica per tre film. Tipo allegro e spassosissimo, fumatore accanito, appassionato di ogni forma d’arte, a giustificare la sua celebrità basterebbe la sola Torna a Surriento, che a distanza di oltre 60 anni, è ancora oggi richiesta e cantata in tutto il mondo.
I SUCCESSI
In dialetto: ‘A primma vota (1897),
Amalia (1902), Torna a Surriento (1904); -Voce ‘e notte (1904), ‘A muntanara (1905), ‘A surrentina (1905), Canta pe me! (1909), Sora mia (1910), ‘A femmena (1911), Ah, l’ammore che ffa fà! (1911), 1 m’arricordo ‘e te (Lucia, Lucì) (1911), ‘A canzone ‘e Napule (1912), So’ nnammurato ‘e te (1912), Autunno (1913), Sona chitarra (1913), ‘A guerra (1915), Senza nisciuno (1915), Tu ca nun chiagne (1915), Mandulinata (1917), Sentinella (1917), ‘0 balcone ‘e Napule (1934).
In lingua: Lusinga (1915), Non ti scordar di me (1935), Ti voglio tanto bene! (1937).

Ettore de Mura - Enciclopedia della Canzone Napoletana
Casa Editrice
IL TORCHIO, Napoli 1969


I fratelli Giambattista ed Ernesto de Curtis appartenevano ad una famiglia di artisti, il padre Giuseppe era un apprezzato pittore ed affreschista, dopo di loro sarebbe venuto il grande Totò (il padre Giuseppe era un loro cugino).
G.B., di 15 anni più grande, seguì le orme del padre. Affrescando i saloni sorrentini dell’Hotel Tramontano ebbe l’ispirazione alla lirica. Così cominciò a poetare ed a musicare i propri e gli altrui versi. La sua più celebre composizione è Carmela. Sempre a Sorrento fu ispirato per i versi della celeberrima Torna a Surriento, su musica del fratello.
Ernesto, famoso in tutto il mondo per questa canzone ritenuta oggi il suo capolavoro immortale, è stato aiutato e portato alla notorietà proprio dal fratello. E’ stato uno dei compositori più illustri di canzoni e romanze in lingua ma è da considerarsi soprattutto fra i sommi maestri della canzone napoletana. Studiò pianoforte e composizione al Conservatorio S. Pietro a Majella. La sua produzione artistica (centinaia di canzoni di ogni specie) va dal 1900 al 1930 quando il nostro canto popolare raggiunse l’acme. Mai G.B. nutrì gelosia per il germano tanto più giovane anzi si può dire che vissero l’uno per l’altro: un esempio non frequente di affetto e fraternità artistica.
I fratelli de Curtis con la loro sensibilità artistica e culturale, hanno portato alla diffusione nel mondo una raffinata e classicheggiante canzone napoletana senza privarla del suo sapore popolare. La poesia di Giambattista e la melodia di Ernesto, elevarono la canzone ad una vera e propria forma d’arte che il mondo da tanti anni non dimentica e non può dimenticare.
I fratelli Giambattista ed Ernesto de Curtis appartenevano ad una famiglia di artisti, il padre Giuseppe era un apprezzato pittore ed affreschista, dopo di loro sarebbe venuto il grande Totò (il padre Giuseppe era un loro cugino).
G.B., di 15 anni più grande, seguì le orme del padre. Affrescando i saloni sorrentini dell’Hotel Tramontano ebbe l’ispirazione alla lirica. Così cominciò a poetare ed a musicare i propri e gli altrui versi. La sua più celebre composizione è Carmela. Sempre a Sorrento fu ispirato per i versi della celeberrima Torna a Surriento, su musica del fratello.
Ernesto, famoso in tutto il mondo per questa canzone ritenuta oggi il suo capolavoro immortale, è stato aiutato e portato alla notorietà proprio dal fratello. E’ stato uno dei compositori più illustri di canzoni e romanze in lingua ma è da considerarsi soprattutto fra i sommi maestri della canzone napoletana. Studiò pianoforte e composizione al Conservatorio S. Pietro a Majella. La sua produzione artistica (centinaia di canzoni di ogni specie) va dal 1900 al 1930 quando il nostro canto popolare raggiunse l’acme. Mai G.B. nutrì gelosia per il germano tanto più giovane anzi si può dire che vissero l’uno per l’altro: un esempio non frequente di affetto e fraternità artistica.
I fratelli de Curtis con la loro sensibilità artistica e culturale, hanno portato alla diffusione nel mondo una raffinata e classicheggiante canzone napoletana senza privarla del suo sapore popolare. La poesia di Giambattista e la melodia di Ernesto, elevarono la canzone ad una vera e propria forma d’arte che il mondo da tanti anni non dimentica e non può dimenticare.

 

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Immagini, documenti
riconoscimenti

Federico de Curtis

aneddoti

"Torna a Surriento"
Le canzoni occasionali, che utilizzano qualsiasi ritmo musicale, sia allegro, sia melodico, sono state scritte in occasione di avvenimenti importanti come la prima ferrovia, la prima funicolare, l'invenzione della luce elettrica, della bicicletta, ecc. Queste canzoni non hanno un periodo ben preciso di collocazione, anche se le ritroviamo, in particolar modo, tra la fine dell'800 ed i primi cinquant'anni del '900. La canzone occasionale per eccellenza è, però, Torna a Surriento. Succede che, nel 1902, l'onorevole Giuseppe Zanardelli è ospite del Grand Hotel di Guglielmo Tramontano, di Sorrento. Il titolare dell'albergo spera dall'onorevole provvidenze governative: in particolare un ufficio postale di prima classe. Per farsi perdonare delle sue insistenze e per assicurarsi che Zanardelli, una volta a Roma, provveda alla richiesta, Tramontano chiede ai fratelli Gian Battista ed Ernesto De Curtis di scrivere in fretta e furia una canzone da dedicare all'illustre ospite in partenza. E così l'onorevole sarà salutato, alla partenza, dall'improvvisa esecuzione di un'altrettanto improvvisata "Torna a Surriento", che la fortuna ha voluto che diventasse un successo internazionale.

"Duorme Carmè"
Giambattista de Curtis, poeta e musicista, risiedeva a Sorrento perché precettore dei figli del proprietario dell'albergo Tramontano. Un giorno vedendo nell'albergo una prosperosa contadinotta con un cesto di frutta le chiese: "Come ti chiami?" Carmela rispose la ragazza "Cosa fai qui?" domandò ancora de Curtis, sono la figlia di un colono del commendatore, e abito a Fuorimura, il poeta non ancora soddisfatto "Cosa fai di solito?" Dormo! Rispose la giovane. E fu cosi che Giambattista de Curtis rinunciando ad una avventura amorosa compose l'immortale canzone in cui è detto: "Duorme carmè - che 'o cchiu bello da vita - è 'o durmì".

ARTICOLI STAMPA

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IL MATTINO - 31 Maggio 2002

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MiSERIA E NOBILTA' DI TOTO'
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