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Nel cuore della Val di Comino, San Donato incanta con le sue origini antiche, il santuario dedicato al vescovo aretino e le vie medievali che raccontano secoli di storia.
San Donato Val di Comino si trova in provincia di Frosinone, al confine tra Lazio e Abruzzo, ed è uno dei borghi medievali più intatti della zona. Inserito nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, fa parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia e ha ricevuto la Bandiera Arancione del Touring Club per la qualità dell’accoglienza e la bellezza del paesaggio urbano. Questo piccolo centro, adagiato sui rilievi della Val di Comino, sorprende per la sua capacità di restituire al visitatore l’autenticità di un luogo dove l’identità storica e culturale è rimasta viva.
Le origini, la torre e le atmosfere del borgo
Le radici storiche di San Donato sono ancora in parte misteriose. Alcuni studiosi collegano la nascita del borgo all’antica città sannita di Cominium, distrutta nel 293 a.C. dalle legioni romane. Il nome attuale deriverebbe dal culto di San Donato d’Arezzo, a cui sarebbe stato dedicato un primo luogo di culto nel IV secolo. L’impianto urbanistico del borgo si è sviluppato nei secoli, inglobando elementi medievali e barocchi, che si possono scoprire ancora oggi camminando tra le strette viuzze e i vicoli acciottolati.

Il centro storico è dominato dalla Torre medievale, alta 12 metri, un tempo punto di avvistamento e difesa, oggi belvedere naturale sulla valle sottostante. Poco distante si trova la Porta Orologio, costruita nel Duecento con un elegante arco a sesto acuto in stile gotico. L’accesso principale al borgo, per chi proveniva dal valico di Forca d’Acero, era proprio qui. È tra questi passaggi che si respira la vita antica del paese, fatta di lavoro, spiritualità e appartenenza.
Il santuario, l’arco delle origini e i luoghi simbolo
Uno dei luoghi più importanti è il Santuario di San Donato, documentato già nell’anno 778 d.C., quando venne concesso al Monastero di San Vincenzo al Volturno. Sebbene l’edificio abbia subito numerosi rimaneggiamenti nel corso dei secoli, conserva ancora oggi una forte centralità nella vita del borgo.
Tra i vicoli si apre una sorpresa visiva: l’Arco delle Origini, realizzato in legno e decorato da Luciano Tocci, artista locale, che ha dipinto scene della fondazione del paese. Si tratta di un racconto illustrato, che va dalla primitiva ecclesia al dominio dei longobardi, fino alla nascita del Castrum Sancti Donati. Sotto l’arco, il visitatore può fermarsi e leggere, con gli occhi, la storia che scorre come un affresco popolare.
Infine c’è la zona delle “Cannesse”, il nucleo più antico, da cui partì l’incastellamento medievale. Il toponimo deriva da “case-annesse” ed è caratterizzato da passaggi angusti, case in pietra e scalinate ripide. È il cuore autentico del borgo, dove ogni angolo conserva una memoria e ogni muro una traccia del passato.