
Se noti questo nelle urine, corri dall'urologo-interviu.it
Se dovessi notare questo nelle urine, non perdere tempo, perché potrebbe anche trattarsi di un’infezione che tende ad aggravarsi.
Il nostro corpo ci parla e ci dà continuamente segnali, che spesso ignoriamo. Un senso di stanchezza che non passa, una tensione strana allo stomaco, un mal di testa persistente che non accenna a diminuire. Dettagli, direbbe qualcuno. In realtà, piccoli indizi che raccontano molto più di quanto immaginiamo.
Siamo soliti pensare che, solo attraverso le analisi del sangue possiamo avere un quadro completo della situazione. Un foglio, dei valori, un range di riferimento.
Eppure, esiste un altro indicatore altrettanto prezioso, che produciamo ogni giorno senza dargli troppo peso. Si tratta delle urine. Sono una vera e propria miniera di informazioni. Possono anticipare un’infezione prima ancora che si manifestino i sintomi classici. O rivelare che qualcosa, dentro di noi, non sta funzionando come dovrebbe.
C’è stato chi, notando un odore insolito, ha scoperto un principio di diabete. E chi, osservando un colore anomalo, ha anticipato un’infiammazione ai reni. Segnali silenziosi, ma chiarissimi per chi sa interpretarli. E ci sono dei segni in particolare che rappresentano un vero campanello d’allarme. In questo caso, non basta più attendere: bisogna rivolgersi subito a uno specialista, perché potrebbe trattarsi di qualcosa di grave.
Infezione in corso: se noti queste cose nelle urine devi correre dall’urologo
Vi sono dei segnali inconfutabili, nelle nostre urine, che devono metterci in allerta e farci contattare uno specialista. Un senso di urgenza che compare all’improvviso, anche se la vescica non sembra piena. Quel fastidio notturno che costringe a più risvegli per correre in bagno. Un flusso lento, frammentato, difficile da controllare.

Sono segnali che molti uomini tendono a minimizzare, convinti che si tratti di stress, di qualche raffreddamento passeggero o, semplicemente, dell’età che avanza. Invece no. A volte, questi piccoli disturbi sono l’espressione concreta di un’infiammazione in corso: la prostatite.
Si tratta di una condizione più diffusa di quanto si pensi, soprattutto tra i 30 e i 50 anni, con un picco intorno ai 40. Ma è ancora troppo spesso trascurata. Questo accade perché non fa sempre male e può non presentarsi con sintomi eclatanti. Per di più, nell’immaginario comune, tutto ciò che riguarda la prostata viene associato solo al tumore o all’ingrossamento benigno.
La prostatite, invece, è un’infiammazione della ghiandola prostatica che può avere origini diverse: infezioni batteriche, patogeni legati a malattie sessualmente trasmissibili o persino batteri intestinali che raggiungono la prostata in modo diretto. Può essere acuta o cronica, dolorosa o silenziosa, ma ha una particolarità: si manifsta attraverso segnali precisi. Può trattarsi di disagi durante la minzione, sangue nelle urine, difficoltà a svuotare la vescica o odore insolito. Tutti campanelli d’allarme che non vanno ignorati.
La diagnosi richiede attenzione e andranno fatti esami del sangue, delle urine, del liquido prostatico e, in alcuni casi, anche dello sperma. Solo un approccio medico mirato può distinguere le varie forme, tra cui batteriche o non batteriche, infiammatorie o asintomatiche, e guidare verso la cura giusta. Saranno necessari antibiotici mirati, in caso d’infezione, oppure trattamenti personalizzati per gestire le forme croniche.