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D’ANNIBALE VINCENZO – Napoli, 24 maggio 1894 – 14 aprile 1950.
L’indimenticabile compositore di ‘O paese d’o sole, nel 1934, raccolse in un’elegante pubblicazione di quattrocento esemplari fuori commercio, ventiquattro belle canzoni: «ventiquattro fiori vermigli sbocciati dal napoletanissimo cuore di Vincenzo D’Annibale, destinati, soprattutto, a recare all’esule il malinconico profumo della terra lontana». La prefazione al volume è di Libero Bovio, che al maestro affidò, oltre i versi di ‘O paese d’o sole, tante altre suggestive poesie. Dalla prosa di Libero Bovio, che lo annoverava tra i suoi più affezionati amici, a distanza di oltre trent’anni, Vincenzo D’Annibale ne esce vivo e palpitante come ai bei tempi della Santa Lucia, delle audizioni di Piedigrotta, delle napoletanissime «scampagnate» che, spesso, era proprio lui ad organizzare. Eccone un ulteriore stralcio: «Egli è nato di popolo – è questo il decoro del suo blasone – e nel popolo ritrova sé stesso.
Alla piccola e fiorente industria del padre suo, ei dette più vasti confini, più largo respiro. L’Arte gli fu augurio e guida: la simpatia lo rese popolare; l’intelligenza gli dette fortuna. Affrontò lotte e bufere sorridendo, con strani bagliori negli occhi lucenti. Creò, senza sosta, canzoni, guanti e figli: tre cose alle quali impresse nobile marca di fabbrica.
Alla sua laboriosa giornata di fatica – la sua industria guantaria ha ora conquistato in pieno il mercato internazionale – ei non chiede che un premio: la gioia dell’Arte e della famiglia. La sposa diletta e i piccoli atleti belli come il sole lo circondano, ed egli cava dal pianoforte i suoi melodiosi canti d’amore. Più tardi, quando la città è tutta ombra e silenzio, bussa alla porta di casa mia, per battermi allo scopone e al tressette».
Uno dei suoi figliuoli, VINCENZO, ne segue le orme sia nell’attività industriale che nel campo della musica. Infatti ha partecipato al Festival di Napoli del 1965 con Nu saluto, versi di Tito Manlio, ed ha musicato versi di Bonagura, De Crescenzo ed altri.
I SUCCESSI:
Casarella a Marechiaro (1917), ‘A bumbuniera (1920), ‘E denare d’ ‘o nfinfirinfì (1924), ‘O paese d’o sole (1925), Terra straniera (1926), Maggio m’ha scritto (1926), Tu ca si ‘mamma (1927), ‘A luna (1930), Vela surrentina (1933).