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CANNIO ENRICO – Napoli, 10 gennaio 1875 – 31 gennaio 1949.
E’ da annoverare tra i maggiori compositori del suo periodo. Fu insuperabile nelle canzoni a tempo di marcia ed in quelle briose. Con ciò non si vuol dire che non indulgesse affatto alla melodia, perché anche in tal genere eccelse. Le sue musiche hanno sempre un accento peculiare, rivelatore, all’istante, della mano felice del Cannio; poi sono di una orecchiabilità insinuante, tanto che é possibile fischiettarle nello stesso momento in cui si ascoltano. Cannio, che era diplomato in pianoforte, fu anche un egregio direttore d’orchestra. La sua vita la trascorse per intera a Napoli, alieno com’era dall’intraprendere viaggi che potessero allontanarlo dalla sua città . Divideva le sue laboriose giornate tra scuole di canto ed i complessi orchestrali dei teatri Eden, Umberto e Trianon. Collaborò con le principali case editrici partenopee, quali Bideri, La Canzonetta, La Poliphon, Gennarelli, Santa Lucia, unendo, ordinariamente, il suo nome a quelli di Libero Bovio, Ernesto Murolo, Aniello Califano. Molte delle sue numerosissime canzoni conservano ancor oggi il favore del pubblico.
FRA I SUOI SUCCESSI:
Oj ma’, dammillo (1901), Carmela mia! (1903), ‘E difiette d’e ffemmene (1907), A fussetella (1908), ‘O scialacquone (1908), A luntananza d’o suldato (1909), Tarantella luciana (1913), Carufanella (1914), Vola e va… (1914), ‘O surdato nnammurato (1915), Povere figliole (1915), A serenata ‘e Pulecenella (1916), Canta, Mara (1916), Surdato italiano (1916), Margaretè (1917), ‘O surdato ‘e malavita (1917), Zetella (1917), Cara sposina (1918), Passa appriesso (1918), ‘O portavoce (1921), L’appuntamento (1923), Maistà (1925), ‘O squilibrato (1931), Rusella ‘e maggio (1939).