Tape trading

Cos'è il tape trading? Può essere un modo di collezionare esecuzioni dal vivo del proprio gruppo preferito o la scoperta di tanta altra musica. Può essere un modo di comunicare con altra gente e fare nuove amicizie. Può essere, infine, il riappropriarsi della musica con la scoperta che non tutto si può comprare.
Il Tape trading è un uso sempre più diffuso che consiste nello scambio (trade) di registrazioni su nastro o cassetta (tape), viene usato il termine inglese per definirlo in quanto è più coinciso che non scambiare nastri registrati.

Come si diventa tapetrader? Il più delle volte perché si possiedono già tutte le opere commercializzate (dischi, compact, videocassette) del proprio artista/gruppo preferito, e ci si accorge (da una recensione, dal racconto di un amico, da un'intervista) che in quel concerto, in quella trasmissione ha eseguito qualcosa, un nuovo assolo, un nuovo brano o più semplicemente ha detto qualcosa al pubblico, che non si ha nella propria collezione ma che si desidererebbe ascoltare. Questo mette in moto la ricerca di qualcuno che abbia registrato l'evento e che ce né possa fornire una copia, senza però venderla, solo come scambio o come regalo. Questo perché il padrone dei diritti di riproduzione è la rete televisiva che ha mandato in onda la trasmissione, o l'artista/gruppo stesso se si tratta di un concerto, e il lucrare su quella registrazione è un infrangimento dei diritti d'autore. D'altra parte se un amico ci da una copia dell'evento su nastro, è come se prestasse la sua copia di riserva (potrà sempre richiederne una copia se perde l'originale). Esistono poi altri traders, quelli dedicati che cercano tutte le registrazioni possibili, anche se pressoché uguali (è il caso di Michael Jackson) o sono appassionati della musica dal vivo e i prodotti commercializzati non li soddisfano. In un modo o nell'altro, se si vuole, s'innesta un meccanismo che spinge ad allargare la corrispondenza con la persona che ci ha fornito della registrazione ed allo scambio di nuove registrazioni. Le registrazioni non sono però quelle derivate dalla collezione di dischi, ma registrazioni, perlopiù dal vivo, di altre cose che c'interessano. A questo punto è bene chiarire che mentre la registrazione di qualcosa dal vivo è tollerata, la registrazione di un disco, o compact o videocassetta è proibita in quanto non si è padroni dei diritti di riproduzione. Non importa che il tal disco non si trovi o sia comunissimo, la legge è chiara ed è stampata (E' vietata la riproduzione...) su ogni prodotto che porta il contrassegno SIAE (Società Italiana Autori ed Editori), mentre sui prodotti d'importazione è presente l'equivalente in lingua straniera. Non solo copiare i dischi è un reato ma danneggia anche l'artista che non percepisce le royalities dovute per la riproduzione. In ogni caso lo scambio porta alla creazione di nuove amicizie che da una parte forniscono nuove registrazioni dell'artista da noi preferito, dall'altra anche alla scoperta attraverso la conoscenza di altri artisti che l'eventuale amico, ci fa conoscere ed apprezzare in uno scambio iterativo molto utile per entrambi.
Si può pensare che le registrazioni dal vivo siano un fenomeno recente, mentre il primo esempio documentato è stato un certo Mapleson, bibliotecario del Metropolitan di New York che nella stagione teatrale del 1901-1903 con un registratore a cilindri di cera di Edison registrava, comodamente seduto nel suo palco, brani dalle opere in cartellone. Naturalmente non poteva registrare arie o duetti di lunga durata, ma la sua collezione di centinaia di registrazioni è sopravvissuta fino ai giorni nostri permettendoci di riascoltare, pur nelle dovute limitazioni, esecuzioni memorabili che altrimenti sarebbero state perse. Il boom del tape trading si è però avuto dagli anni '70 in poi, quando la tecnologia moderna ha messo a disposizione dei registratori a cassette, che hanno una fedeltà simile o maggiore dei registratori a nastro, ma che sono infinitamente più comodi da usare. Ecco allora che le registrazioni di concerti da trasmissioni in FM, o che il gruppo ha dato ad un fan o amico, o quella registrazione fatta da se stessi possono diventare merce di scambio. La spedizione dei nastri diventava così più economica e sicura (le bobine pesano notevolmente rispetto alle cassette e sono più ingombranti) e anche avendo una collezione estesa non ci sono grandi problemi di spazio. Recentemente si è arrivati allo scambio di cassette digitali, che non risente assolutamente delle successive duplicazioni e non hanno quel fastidioso rumore di fondo che invece inizia ad essere presente dopo molte "generazioni" nelle cassette analogiche. Per il futuro si prevede che le cassette DAT, i MINIDISC o le cassette DCC monopolizzeranno il mercato ma solo dopo una strenua lotta con le cassette tradizionali, perciò il tape trading attuale andrà avanti per molto ancora con le buone, vecchie cassette analogiche.
Anche se non è strettamente necessario per iniziare una collezione di nastri dal vivo aiuta molto il fatto di avere qualche registrazione che per un motivo o per un'altro non è molto diffusa. Mi riferisco alle registrazioni eseguite dal pubblico durante un concerto di un artista sconosciuto che poi è diventato un divo. Queste registrazioni sono molto ricercate da molti appassionati per due motivi: 1. L'artista cerca di esprimere il proprio discorso musicale ma inserisce dei brani di altri autori che poi spariranno dal repertorio. 2. Sono registrazioni con il futuro divo in embrione che ci possono far capire meglio la personalità non ancora filtrata dai mass media. Per esempio molte persone negli Stati Uniti si sono mangiate le mani per aver registrato i Guns'n'Roses quando non erano famosi e poi averle cancellate.
Questi esempi possono sembrare ridondanti, ma esprimono una curiosità musicale fuori della norma che privilegia l'esecuzione dell'artista più che il suo prodotto finito. Questo spiega perché tra i traders i Beatles non sono molto richiesti, in quanto ci sono relativamente poche registrazioni dal vivo dell'epoca, mentre altri gruppi di quel periodo vengono collezionati con passione crescente in quanto la loro carriera è proseguita in molte esibizioni dal vivo.

La tecnica del tape traders. La tecnica del tape traders si divide in due tronconi ben specifici: la registrazione dal vivo e lo scambio delle cassette. Per registrazione dal vivo s'intende, quella registrazione effettuata da terzi, con il consenso dell'artista/gruppo, sia registrando con propri microfoni sia connettendo il proprio registratore alla consolle di missaggio. Anche se sembra strano, molti artisti lasciano registrare i propri concerti sin dai tardi anni settanta ed i gruppi emergenti solitamente sono ben lieti che qualcuno li registri in modo che la loro popolarità aumenti. Dall'altro lato, sono gli artisti più famosi che in qualche modo si sentono defraudati, (celebre la frase di Bob Dylan che nel 1966 proibì la registrazione dei suoi concerti perché in quel modo la gente "...mi ruba le canzoni"). In ogni caso è difficile che, anche in presenza di perquisizioni personali, nessuno riesca a registrare il concerto o a fotografarlo (due cose vietate dalla legge com'è ben stampato sui biglietti d'ingresso). In ogni caso una volta autorizzati il punto migliore per registrare è al centro del palco, poco prima della consolle di missaggio in quanto in quella zona si ha il perfetto bilanciamento delle fonti sonore. Però tenere i microfoni alzati per tutta la durata del concerto, può essere stancante e d'altronde non è giusto per chi siede dietro di noi ed ha la visuale bloccata, perciò è meglio mettersi dietro la consolle, la visuale sarà peggiore ma non dovremo litigare con nessuno. Un'altro problema è dovuto alle persone che parlano per tutta la durata del concerto, ma questo è un argomento a parte in quanto questi ultimi danno fastidio a tutti. Potete chiedere di abbassare il tono di voce, di fare silenzio perché non solo disturbano la vostra fruizione della musica, ma anche perché state cercando di registrarla. Infine potete offrirgli una copia del nastro per tenerli buoni. Tutti i registratori sono adatti allo scopo, basta che siano facilmente portatili ed abbiano una qualità discreta (il nostro scopo è quello di divertirci riascoltando la registrazione o facendo in modo che altri ne gioiscano, non farne un disco), mentre i microfoni e le cassette usate sono cruciali. I migliori microfoni che abbia provato sono i DSM della Sonic Studios che oltre ad essere fedelissimi si possono attaccare sulle stanghette degli occhiali o alla meno peggio, in una fascia per il sudore dando così la stessa impressione sonora che hanno avuto le nostre orecchie. Gli svantaggi sono costituiti dal fatto che bisogna cercare di non muovere la testa e di non ballare (ovviamente si deve cercare di parlare il meno possibile). Il consiglio di usare microfoni esterni non è casuale in quanto quello inserito nel registratore ha due difetti fondamentali: il primo è che quasi certamente funziona a condensatore, in pratica varia il livello di registrazione (condensa o abbassa) a seconda dal volume sonoro; il secondo è che il microfono per forza di cosa poggia sullo chassis del registratore stesso e registra anche tutti i rumori del motorino (un fastidioso ronzio) e tutte le vibrazioni che sono captate dallo chassis stesso. Naturalmente esistono molti tipi di microfoni perciò una volta scelto il vostro registratore (vi ripeto che non è la marca che fa la registrazione fedele, provatene diversi modelli nei negozi prima di comprare il vostro) portatevelo appresso per scegliere i microfoni. Altra caratteristica comune dei registratori è la presenza o l'assenza del controllo di livello della registrazione. Se questo manca sappiate che non potete regolare il livello di ingresso del segnale ma che è presente un filtro di attenuazione di -20db per non saturare il nastro. In altri tipi questo livello è controllato dall'esterno ma bisogna stare attenti a cercare di regolarlo una sola volta e poi registrare con quel livello, cercando quindi di non registrare il concerto a diversi livelli. Questo perché causerebbe fastidio durante l'ascolto del nastro stesso e molta fatica per poterlo duplicare ad un solo livello. Naturalmente questo non è scolpito nella pietra e perciò siete liberi di regolare il livello di registrazione come e quando volete (o quando dovete).
Un altro punto di discussione fra i tapers è sull'uso del Dolby NR in registrazione. A parte il fatto che non tutti i registratori sono forniti di questo riduttore di rumore, il Dolby funziona bene solo sulla stessa macchina che lo ha codificato, in pratica una cassetta registrata in Dolby da me sul mio registratore, su di un altro registratore di marca diversa non si sentirà bene come sul mio, in quanto la regolazione del Dolby varia da macchina a macchina. La prassi più comune e comunque quella di non registrare in Dolby e non duplicare in Dolby (a meno che non sia espressamente richiesto). Se avete dubbi sul rumore di fondo del nastro (quel fastidioso "soffio") sappiate che si mantiene a livelli bassissimi per le prime generazioni di nastro, per poi aumentare. Per tenere fuori il "soffio" basta usare cassette al cromo di qualità e quindi poter avere un livello di segnale maggiore, cioè aumentare il livello di registrazione. Registrare in digitale (usando il DAT) è un po' più complesso in quanto l'unico controllo è quello del livello di registrazione (il soffio nel nastro digitale è assente), ma il segnale più forte che si registrerà sarà scelto dalla macchina come livello di riferimento col pericolo che si potranno avere delle distorsioni in ascolto se il livello è troppo alto e avere un volume troppo basso se il livello era anch'esso troppo basso.

Johnny Blasi

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