Cronologia

1825. Guglielmo Cottrau inizia con l’editore Girard la pubblicazione della raccolta I passatempi musicali, un’importante iniziativa che diffonde nel salotto napoletano le trascrizioni di canzoni popolari.

1839. La canzone napoletana, con Te voglio bene assaie, partecipa per la prima volta alla gara canora della Piedigrotta. Il brano diviene così popolare che sono vendute ben 180.000 copie del testo.

1850. In questi anni l’editore Azzolino diffonde la canzone mediante le «copielle», fogli volanti che riportano i versi e la musica dei brani, venduti in città dai girovaghi e dai cantanti ambulanti.

1869. L’8 settembre nasce Gennaro Pasquariello, uno degli interpreti più singolari della canzone napoletana.

1876. Ferdinando Bideri fonda la più importante casa editrice musicale legata alla canzone napoletana. Quasi tutti i poeti e i musicisti vi collaborano, da Di Giacomo a Russo, da Costa a Gambardella. Nel corso degli anni Bideri assorbe anche altre case editrici come la Girard, la G. Santojanni, la Gennarelli.

1880. Alla Piedigrotta viene presentata Funiculì funiculà di P. Turco-L. Denza. Si tratta di una canzone d’occasione, una sorta di spot pubblicitario, composta per l’apertura della funicolare del Vesuvio. Il brano ha un tale successo che l’editore Ricordi vende un milione di copie.

1882. Con Nannì!!! Me’ dimme ca sì! inizia la lunga collaborazione tra Salvatore Di Giacomo e Mario Costa che produrrà nel tempo canzoni quali Era de maggio, Luna nova, Catarì, Oilì, oilà, Serenata napoletana, Lariulà.

1883. Il 18 marzo nasce Elvira Donnarumma, una delle più singolari interpreti femminili di questo genere d’arte.

1891. Ferdinando Russo crea le prime «macchiette» interpretate dall’attore buffo Nicola Maldacea. Sono delle miniature teatrali e musicali nelle quali si delineano in poche strofe i tratti salienti di un personaggio o di una situazione, in una forma tra il monologo ottocentesco e la canzonetta.

1901. Francesco Feola fonda la casa editrice la Canzonetta, a cui collaborano E.A. Mario, Ernesto Murolo, Rocco Galdieri, Libero Bovio e altri.

1903. Gabriele D’Annunzio scrive i versi per ’A vucchella, musicata da F.P. Tosti.

1910. L’editore Gennarelli, rappresentante di pianoforti della casa tedesca Musikwerke di Lipsia, promuove la Polyphon, una fiorente iniziativa editoriale diretta da Ferdinando Russo che lancia su basi imprenditoriali la canzone napoletana in Italia e all’estero. Questa iniziativa dura solo quattro anni.

1912. Nasce Roberto Murolo, «fine dicitore» e interprete singolare delle varie forme della canzone. Figlio del poeta Ernesto, studia la chitarra, scrive canzoni, ’O ciuccianello nel 1951, e in duo col concertista Eduardo Caliendo realizza per la Durium l’antologia Napoletana.

1918. E.A. Mario scrive La leggenda del Piave.

1919. Con Surriento gentile di Enzo Lucio Murolo prende il via la «sceneggiata», un nuovo genere teatrale, costruito come «scene sulle canzoni».

1921. Il 2 agosto muore Enrico Caruso, il tenore che diffuse all’estero la canzone napoletana più di ogni altro. Fernando De Lucia canta commosso ai suoi funerali la Preghiera di Stradella.

1926. Gilda Andreatini, in arte Gilda Mignonette, si imbarca per l’America dove diverrà la «regina degli emigrati» con la sua indimenticabile interpretazione della Cartulina ’e Napule! di P. Buongiovanni-G. De Luca. Muore nel 1953 sul piroscafo mentre malata sta per tornare a Napoli.

1944. Il 14 maggio al teatro Reale di Napoli debutta Guglielmo Chianese, in arte Sergio Bruni. Incide circa 850 canzoni tra cui ’A luciana nel 1953, ’O ritratto ’e Nanninella nel 1955 e Vieneme ’nzuonno nel ’59.

1952. Su iniziativa della RAI prende il via il Festival della canzone napoletana. Il primo premio va alla canzone Desiderio e sole di T. Manlio-M. Gigante, interpreti Nilla Pizzi e Franco Ricci.

1958. Carosone scrive Tu vuò fa l’americano, Peppino di Capri riprende in chiave ballabile Voce ’e notte. Si inaugura così un nuovo filone con evidenti influenze della musica anglo-americana.

1965. Con ’A sciurara il cantante Mario Merola rilancia il filone della «sceneggiata».

1967. Roberto De Simone fonda la Nuova Compagnia di Canto Popolare che, oltre a riproporre il repertorio della musica tradizionale, riscuote un grande successo di pubblico con l’interpretazione di Tammurriata nera di E.A. Mario-Nicolardi.

1973. Il gruppo Gli Osanna realizza il suo terzo disco Palepoli, opera rock, primo esempio di commistione tra musica pop e tradizione napoletana.

1974. James Senese, nero a metà, già sassofonista degli Showman, fonda il gruppo Napoli centrale, incidendo un brano di successo in napoletano dal titolo Campagna. Alan Sorrenti registra la canzone classica Dicitincelle vuie con l’inserimento di diversi sperimentalismi vocali.

1975. A qualche chilometro da Pomigliano d’Arco salta in aria una piccola fabbrica di esplosivi, muoiono 12 operai. Il gruppo ’E zezi scrive la ballata A Flobert.

1976. Sergio Bruni e Salvatore Palomba creano Carmela, uno dei brani più cantati oggi a Napoli che riprende il filone della canzone classica. Nino D’Angelo incide il suo primo disco, un 45 giri dal titolo A storia mia.

1977. Pino Daniele incide il disco Terra mia, che apre nuove possibilità allo sviluppo della canzone.

1983. Enzo Gragnaniello inizia a scrivere le sue prime canzoni, che contengono una forte carica poetica e di protesta.

1992. Renzo Arbore fonda L’Orchestra italiana e pubblica l’album Napoli punto e a capo, che riscuote un grande successo di pubblico. Edoardo Bennato e il suo doppio Joe Sarnataro registrano l’album È asciuto pazzo ‘o padrone, nel quale al ritmo di rock-blues si cantano con tagliente ironia i recenti scempi e le speculazioni in cui è attanagliata la città. Nello stesso anno nascono le 99 Posse.

1993. Daniele Sepe incide il suo nuovo album Vite Perdite; Gli Alma megretta realizzano il lavoro discografico Animamigrante. Inoltre col brano Portugal Trampetti e Baccini lanciano la canzone «interdialettale», che unisce idealmente la cultura di due città di mare, come Napoli e Genova.

1994. 1 Coccobelli, duo post-macchiettistico, incidono una cassetta dal titolo La tangente del Piave, che riprende alcune melodie napoletane con i testi aggiornati sugli ultimi eventi politici italiani.

Tratto da: Pasquale Scialò - LA CANZONE NAPOLETANA
 
Tascabili Economici Newton, 1995

Gli anni d'oro della canzone napoletana

1200 - Jesce sole, jesce sole
1600 - Michelemmà
1700 - Lo guarracino
1800 - Fenesta vascia
1835 - Te voglio bene assaje
1850 - Santa Lucia
1875 - 'A cammesella
1880 - Funiculì funiculà
1885 - Era de maggio
1886 - A marechiare
1888 - 'E spingule frangese
1890 - Lauriulà
1893 - 'O marenariello
1895 - Ndringhetendrà
1896 - Serenata napulitana
1898 - 'O sole mio
1899 - Maria Marì
1900 - I' te vurria vasà
1902 - Torna a Surriento
1903 - Voce 'e notte
1904 - 'A vucchella
1906 - Comme facette mammeta
1911 - Core 'ngrato
1912 - 'A canzone 'e Napule
1913 - Amor di pastorello
1914 - Guapparia
1915 - 'O surdato 'nnamurato
1917 - Reginella
1918 - La leggenda del Piave
            Cara Piccina
            'A tazza 'e café
            Come pioveva
1919 - Santa Lucia luntana
1920 - Napule ca se ne va
1922 - Silenzio cantatore
1923 - Chiove
1925 - 'O paese d''o sole
1928 - Balocchi e profumi
1930 - Dicitincello vuie
1931 - Signorinella


Copyright (c) 2001 [Interviù]. Tutti i diritti riservati.
Web Master: G.C.G.