Domenica 5/12 dicembre - ore 17,30 - Otto Jazz Club, P.tta Cariati 23
L’Associazione Eleonora Pimentel Lopez de Leòn
in collaborazione con
etrArte e l’Otto Jazz Club
presenta

Senza Confine: ritroviamo la Iugoslavia
Musica-Poesia-Arte e Cupava Kata

Slobodanka Ciric    -  Poetessa
Elena Goceva         -   Pittrice
Nikola Uzunovski  Pittore-Scultore

Ideazione

Alessandra de Gregorio
Alessandro Paudice
Francesca Pilla

Coordinamento e organizzazione

Ester Basile
Rita Felerico
Maria Lucci


L’informazione parziale e talvolta la totale disinformazione   con   cui   sono stati   commentati  i recenti episodi bellici nei Balcani, ci hanno spinto a riflettere sull’importanza di valutare in maniera realistica la civiltà e la cultura dei popoli della ex Iugoslavia. Da sempre l’ex Iugoslavia è stata bollata ingiustamente come un paese  di guerriglieri e criminali. Il nostro intento nasce dal desiderio di conoscere, e far conoscere questo paese con occhi diversi da come fino ad oggi hanno voluto mostrarci. All’interno del territorio Iugoslavo compaiono diverse culture regionali, uniche nelle loro tradizioni, costumi ed identità storica: la Croazia e la Slovenia condivisero per lungo tempo la cultura di Austria ed Ungheria, facendo propria in particolare la tradizione del Cattolicesimo, mentre Serbia, Montenegro, Kosovo e Macedonia per secoli fecero parte dell’impero Ottomano e quindi a radicarsi nella loro società furono l’Islamismo e la confessione Ortodossa. Nella cultura contemporanea la Iugoslavia ha trovato una posizione di  grande rilievo grazie  alle opere di numerosi artisti, tra i quali : Ivan  Mestrovic, scultore tra i maggiori del nostro secolo, degli scrittori come Milovan Djilas, Pedrag  Motvejevic e Ivo Andric, premio Nobel per la letteratura 1961. Anche il cinema ha ottenuto grandi riconoscimenti internazionali con le opere di registi come Dusan Makavejev, Slobodan  Sijlan, Milco Mancevski, Leone d’Oro a Venezia nel 1994,  e Emir Kusturica. Con il terzo millennio alle porte sembra quasi impossibile che civiltà e culture di popoli a noi vicini siano poco conosciute e apprezzate. Il nostro obiettivo è, quindi, presentare e far conoscere, attraverso le opere di giovani artisti, l’arte, la poesia, le tradizioni musicali e gastronomiche della Iugoslavia.


L’Associazione Eleonora Pimentel Lopez de Leon è attiva ormai da alcuni anni; con seminari, spettacoli, presentazione di libri, convegni, letture di poesie, poliedrica cosi come la grande figura di Eleonora alla quale si ispira, si è inserita nella vita culturale della città, nel calendario che segna gli avvenimenti più importanti, cercando sempre di imprimere una nota di lettura particolare, nonché originale. Il tema della multietnicità, il confronto – ormai imprescindibile – con altre culture e tradizioni viene anche stasera affrontato a ‘nostro modo’ e l’incontro con i giovani di etrArte è stato fondamentale.

Il gruppo etrArte nasce con lo scopo di valorizzare e promuovere le espressioni artistiche e culturali straniere, talvolta totalmente sconosciute, attraverso le opere di giovani artisti. Prendendo in considerazione l’arte in tutte le sue forme e da ogni punto di vista (da qui il nome di etrArte formato da arte e dal suo contrario) ci proponiamo di organizzare serate dedicate a singoli paesi, per proporre nel modo più diretto possibile l’incontro con altre realtà culturali. E’ un modo per abbattere i confini e le barriere ideologiche che dividono, ancora oggi, i popoli.

Non è un caso che l’Otto Jazz Club abbia accolto la proposta e offerto la sua collaborazione per organizzare un evento come quello di stasera. Da tempo, infatti, il club spazia, attraverso la musica, anche su altri percorsi culturali, soprattutto quando in gioco e a volere voce sono i giovani. Questa iniziativa è in sintonia con altre in programma, come Radici o per Spartito Preso, ma qui accanto alla musica ed alla poesia è presente, in modo incisivo, anche l’arte.

Un ringraziamento particolare all’arch. Gian Carlo Garzoni che con Interviù ha provveduto ad inviare via internet l’iniziativa. Recentemente presso la Biblioteca Nazionale di Francia, a Parigi, è stato presentato il manuale interattivo a più voci  “Accettare la Diversità”, un libro aperto, lanciato in rete, nel quale la pagina finale, se mai verrà scritta, potrà segnare il punto di arrivo di quello che Freud, sollecitato da Einstein, definì come conquista del massimo incivilimento: la fine di tutte le guerre.

Il messaggio inviato via internet, infatti, parte dalla ricerca di due studiosi; da una parte Eco, che analizza i ‘malintesi’ che hanno accompagnato, nel tempo, parole come TOLLERANZA, DIVERSITA’ producendo pregiudizi storici, sia ideologici che comportamentali, giustificativi di atti violenti , conflittuali e di guerre, civili e sopranazionali; e lo storico Jacques le Goff che, per puntualizzare le considerazioni di Eco, investiga negli avvenimenti storici per mettere in luce quanto le formule scritte sui documenti, i patti di pace, le ricomposizioni dei conflitti siano senza riferimento con quanto poi realmente accade. Vedi ciò che sta avvenendo nei Balcani nel ‘dopo Kosovo’ (indirizzo sito: http://www.accademie-universelle.asso.fr).

Ritorniamo, così, a porci antiche domande, per cercare di comprendere quanto e perché sia legittimata culturalmente la violenza ormai dilagante, anche inconsapevolmente, nei gesti quotidiani; analizzare i motivi che ci hanno allontanato da scelte di “vita” ricche di compiti e responsabilità etiche che nulla impediscono alla libertà individuale. Ci sfugge, come sempre, il momento in cui nasce il bisogno di deteriorare la vita: siamo impreparati, senza proposte tattiche, strategiche in grado di deviare il percorso dell’odio e dello scontro. Questo il motivo che stasera ci unisce: ritrovare la Jugoslavia, riconoscere una identità, riconoscersi in essa tramite i versi, la musica, l’arte. Sarà possibile stasera incontrare quel mitico punto di unione? Il coraggio di affermare, trascinando le debolezze che ci appartengono, la nostra umanità? Il millennio ci attende, insieme ad una sfida: impegnarci a reinterpretare nuovamente noi stessi, il mondo e riconquistare quello che è il SENSO della TERRA.

Una sfida, in questo senso, già fatta propria da Slobodanka: senza confini interiori o reali ha affrontato il rischio connaturato alla scelta di chi decide di intraprendere nuovi cammini. Mira alto Slobodanka, cerca il dialogo tra est e ovest,tra fedi diverse, tramanda in una lingua a lei quasi sconosciuta la sua cultura, le sue tradizioni e non per desiderio di contrapposizione, né per dimostrare con pregiudizio alcuna superiorità, ma semplicemente per riprenderci lo spazio necessario a mantenere in vita le nostre esistenze. Le parole dei poeti “sono luce dei diamanti”, dice la nostra poetessa. E la passione straripa dalle parole, avvolge chi ascolta di antichi e nuovi sentire,di amori,di ferite di donna, che nulla ombreggiano all’amore per la vita, al suo instancabile desiderio di vivere. E la stessa passione, venata da triste risentimento, accompagna senza bugie e con trasparente coraggio, le ultime tre poesie, di recente pubblicazione,chiare ribellioni agli orrori della guerra, della violenza del potere. Un grido non flebile, ma forte e deciso contro una società che, per dimenticare la Morte, la esorcizza distorcendo la sua stessa umanità.

Una sfida anche quella di Elena e Nikola: lontani dalla familiarità dei luoghi, da punti di riferimento culturali, dalle sicurezze psicologiche ed affettive testimoniano ogni giorno, con impegno ed emozionalità, il desiderio di essere riconosciuti e considerati quali essi sono: giovani artisti contemporanei. E nel ‘non luogo’ che può essere il mondo contemporaneo, dimostrare quanto afferma Orazio :” Non è cambiando cielo che si cambia anima”. Recentemente, il 15 novembre, nella Cappella Pappacoda sono stati esposti i lavori di Nikola e Elena, accompagnati dal catalogo pubblicato dal Dipartimento di Studi dell’Europa Orientale dell’Istituto Universitario Orientale. E’ proprio da questi quadri e sculture di non piccole dimensioni che traspare il loro desiderio di identità. I ritratti, gli autoritratti, il raffigurarsi vicendevolmente nascondono il bisogno di ritrovarsi e farsi riconoscere attraverso una sofferta trama di comunicazione che, in talune opere come ‘Urlo’ di Elena o ‘Tan’ di Nikola riportano alla memoria come ciclicamente, nella storia dell’arte, si sono affrontati gli stessi temi che, con forza, anche se in modo differente, si ripropongono nel contemporaneo. Una ciclicità sulla quale riflettere.

SCHEMA SERATA

Introduzione
Ester
Maria
Presentazione
Rita
Musica
Poetessa – tre poesie
Intervista - tre poesie
Musica
Scultore – intervista
Musica
Pittrice – intervista
Musica


SLOBODANKA CIRIC
Nata a Belgrado (Iugoslavia) il 21/03/1961

Diplomata alla scuola per infermiera professionale a Kraguevaz, lavora in Italia come infermiera presso il Poliambulatorio del Sovrano Ordine di Malta. Ha recitato i suoi versi a Santa Maria La Nova, alla Casina Vanvitelliana e a Ravello. Ha vinto il premio Internazionale di Poesia Città di Venezia e il  premio Liternum dei comuni flegrei e ha pubblicato due libri di poesie: il primo  dal titolo “Eclissi di realtà”(ed Top media), il secondo dal titolo “Da Belgrado i lillà”.

Da “Eclissi di realtà” :
Aspetti ancora

La vita
Sono tempi
DaAssassini della tenerezza” :
Arcobaleno
Fosse
La mia voce

ELENA GOCEVA
Nata a Skopje (Macedonia) il 10/10/79

Diplomata presso la Scuola d’Arte Applicata di Skopje. Frequenta il secondo anno dell’Accademia di Belle Arti di Napoli (sezione pittura). Ha partecipato a quattro mostre collettive di fine anno organizzate dalla Scuola d’Arte Applicata a Skopje negli anni seguenti: 1995/96/97/98. Nell’anno ’98 ha eseguito installazioni nella mostra “La Carovana Ecologica” nella città di Skopje. Nell’anno 1999 ha partecipato alla mostra collettiva “Stradarte ‘99” a S.Giorgio del Sannio (Benevento).

Espone:
Introspezione - Mia nonna - Urlo - Mio Padre - Gordana - Autoritratto

NIKOLA UZUNOVSKI
Nato a Zemun (Iugoslavia) il 01/04/1979

Diplomato presso la Scuola d’Arte Applicata di Skopje (Macedonia). Frequenta il secondo anno dell’Accademia di Belle Arti di Napoli (sezione scultura). Ha partecipato a quattro mostre collettive di fine anno organizzate dalla Scuola d’Arte Applicata a Skopje negli anni seguenti: 1995/96/97/98. Nell’anno 1998 ha eseguito installazioni nella mostra “La Carovana Ecologica” nella città di Skopje e ha ricevuto il premio “Georgi Zoogravski”. Nell’anno 1999 ha partecipato alle mostre collettive “Stradarte ‘99” a S.Giorgio del Sannio (Benevento) e “Pro-Porre-Semi” a Vibo Valentia e ha preso parte al concorso internazionale scultura da vivere III edizione 1999 “L’acqua” a Cuneo.

Espone:
Il mio amico scultore - Testa fra le nuvole - Mio Padre - Tan - Guido - La mia ragazza - Elena - Alessandro 


Musicherà i versi della poetessa

Nicola Napoletano              chitarra classica

Musiche di
Erik Satiè
Francis Pulene
Eseguiranno musiche Iugoslave

Sedam trio

Lorenzo Niego                     dijeridu e darboka
Luciano Russo                      clarinetto
Roberto Vacca                      fisarmonica

Musica-Poesia-Arte e Cupava Kata


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