Come in un tram.

...mancano solo gli scampanellii di una squillante suoneria alla porta che segnali la sua continua apertura a guisa di ipotetiche "fermate" ('a fermaaaata??? p'ffavò) e l'analogia con il tram è completa. Vinarium, locale ormai "storico" della città, sulla breccia da molti anni, il giovedì sera dalle 23 in poi è come il noto mezzo di trasporto cittadino ed è quasi un peccato che sia sempre fermo alla stessa via... La ressa è inimmaginabile da quando "stare al banco" è ritornato di moda. Spintoni dappertutto, bicchieri di vino che volano di mano in mano... peccato che i clienti non approfittino della cantina per elevare le loro facoltà gustative e si limitino ad un mediocre brachetto. Il massimo è poi riuscire ad accedere dall'altra parte del banco, quella di servizio, ostentando grande familiarità con il capo ("ATTILIO!!!" risuona continuamente da più parti) e servendosi da soli... mentre ragazze in gruppo, nero vestite e provviste (tutte!) di stivaloni e stivaletti a tacco alto, occhieggiano sognanti sgranocchiando crostoni ai tavolini e cospargendosi suadenti (ad arte?) le labbra di briciole... dispiace solo vederle nell' "uniforme" imposta dalle recenti mode che le accomuna alla categoria delle "sciampiste" (contro cui non abbiamo nulla di personale). Il neodirettore di Interviù spalleggia a destra e a manca per farsi ascoltare - anche lui - ahimè - da Attilio ma finisce per essere travolto dal brusio di fondo... ma non era un posto tranquillo dove scambiare quattro chiacchiere?! Ormai è come essere in un tram, all'ora di punta, tornando a casa, con la fila alla fermata (e c'è davvero sulla strada, fuori del locale!).

Giancarlo Di Martino


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