Pesco per non essere pescato dalla noia

Stanislao Provenzano, amante della pesca subacquea in apnea, afferma innanzitutto di essere un figlio del mare, perché napoletano DOC, sin dall'età di otto anni, incominciò ad avere uno sviscerato trasporto per i meravigliosi scenari del fondo marino e le sue fantastiche creature.
Oggi ha 21 anni e da circa due anni è stato congedato dal servizio militare di leva della Marina Militare Italiana della Capitaneria di La Spezia. Dal giorno che ha indossato di nuovo gli abiti civili si è messo alla ricerca di un posto di lavoro - possibilmente come meccanico autoriparatore, perché questo è il suo mestiere - ma data la carenza di lavoro è disposto ad eseguire qualsiasi lavoro purché sia lecito e legalmente retribuito. Attualmente è una delle tante migliaia di persone che fanno parte della graduatoria di disoccupati del collocamento napoletano. Sin da quando ha assolto i suoi obblighi di leva militare, né le istituzioni, né qualunque privato imprenditore, ha accolto le sue richieste di lavoro.
A Stanislao, nonostante tutto, gli è rimasto l'hobby della pesca subacquea, in cui riesce a trovare quelle soddisfazioni che non riceve dal mondo del lavoro, che invece gli procura solo umiliazioni e rabbia, essendo costretto a gravare sul già striminzito bilancio economico familiare per continuare a condurre una vita sana ed onesta.
Questo giovane racconta delle sue avventurose immersioni effettuate in gran parte nelle acque del mar Tirreno e, precisa, che chi è preposto alla tutela e conservazione dell'ambiente marino, non è abbastanza sensibile e deciso nel voler costituire un gruppo di persone che almeno provvedano, nelle zone rivierasche, a togliere rifiuti di ogni genere dal fondo e, in particolar modo, ripulire anche le spiagge nei periodi di mareggiate.
Aggiunge inoltre che è bene educare le persone ad amare e rispettare il mare, ma non condivide le occasionali pulizie nel corso dell'anno effettuate da alcune organizzazioni di volontariato, perché tali attività sembrano finalizzate esclusivamente alla propaganda, mentre invece, bisogna istituire un servizio retribuito sul tipo "Nettezza Urbana", con addetti alla pulizia del mare, permettendo così la salvaguardia dell'ambiente marino e l'impiego di una parte di quei giovani afflitti dal perdurare della disoccupazione.
Questo sub napoletano riesce a sentirsi persona e non oggetto quando si trova a contatto con il mare e con le sue creature, perché il mare che è un elemento naturale, gli ha permesso di conoscere ed apprezzare tutto quello che custodisce. Infatti, oltre alla sua originale natura ha avuto modo di ammirare durante le sue continue escursioni dalla zona di Posillipo (NA) fino a Gaeta (LT) anche il tesoro archeologico delle passate civiltà sommerse.
Inoltre, afferma, che il paradiso marino esistente nel fondo del mare della costiera Amalfitana (SA), dove è spesso impegnato in immersioni, non solo gli permette di deliziare i suoi occhi, ma anche il suo palato; infatti frequentemente pesca numerose varietà di pesci, anche se la cattura più gratificante è stata quella effettuata durante una battuta di pesca nelle acque di Atrani (SA), quando ha messo nella cesta il predone più bello ed interessante delle acque Tirreniche: il Dentice.
Questo suo hobby gli permette di vincere la noia, purtroppo frequente in gran parte nei giovani in quanto non hanno stimoli e non si creano alternative costruttive per non essere presi dalla malattia del secolo: la DEPRESSIONE.
Allora, rivolgendosi ai disfattisti dice di prendere alla lettera una massima dell'artista "americano" Andy Warhol: "...IN FONDO, COS'È LA VITA? TI AMMALI E MUORI. TUTTO LÌ. PERCIÒ NON DEVI FARE ALTRO CHE TENERTI OCCUPATO".
Chiunque sia interessato ad avere contatti di lavoro con questo giovane disoccupato napoletano, può scrivere alla redazione di Interviù.

Bruno Carrano


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