Sicuramente il cibo per i napoletani è una delle cose per cui vale la pena di vivere. Eppure la cucina napoletana è composta da pietanze semplici, dal gusto tutto mediterraneo. In realtà anche la cucina partenopea ha subito le influenze di quanti, sin dalla sua fondazione, volevano insediarsi in quello che, a ragione, era considerato il più bel golfo d'Italia. Etruschi, Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Goti, Vandali, Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Arabi, Saraceni, Spagnoli, Francesi, Inglesi, Piemontesi e Americani. Tutti hanno lasciato almeno una traccia nel linguaggio, nelle abitudini, nella cucina. Tutti si sono infine amalgamati in un unico mélange in cui pasta, olio d'oliva, verdure, pane integrale, agrumi fanno da padrone. Immergiamoci, dunque, in questi sapori, scoprendone anche le origini.
"A me dateme `o rraù: ca fa
sempe dummeneca", tributo di Giuseppe
Marotta, uno dei più celebri scrittori napoletani, autore tra gli altri de
"L'oro di Napoli", al sugo protagonista delle domeniche della città partenopea
e, da lì, diffusosi nel resto della regione. Il ragù napoletano, da non
confondersi con quello bolognese con la carne macinata, prevede la cottura
lenta e ragionata di pezzi di carne in un sugo a base di conserva di pomodoro.
Ingredienti (8 persone): 500g di lacerto di manzo, 500g di
gallinella di maiale, 8 fettine di colarda, tracchiolelle (costine
di maiale), 4 salsicce 'a punta di coltello', qualche nervetto, olio
extravergine, 1 cipolla media, 200g di concentrato di pomodoro (in luogo
dell'antica conserva), 2 kg di pomodori pelati, 2 spicchi d'aglio, prezzemolo,
uvetta, pinoli, 1 rametto di maggiorana, basilico, vino bianco, pepe, sale.
Preparazione: tritare il prezzemolo e mezzo spicchio d'aglio, su ogni
fettina di colarda mettere un pò del trito, l'uvetta, i pinoli, sale e pepe,
arrotolare e sigillare con stuzzicadenti formando delle braciole
(involtini). In un tegame di creta far sudare la cipolla, unire tutta la carne
escluse le braciole. Rosolare la carne, bagnare col vino, lasciare
evaporare, unire il rametto di maggiorana. Aggiungere il concentrato e diluire
con acqua bollente, e, dopo 15 minuti, i pelati passati al passaverdure. Unire
le braciole, il sale, le foglioline di basilico. Coprire e, appena il sugo
inizia a bollire, abbassare al minimo la fiamma, facendo in modo che il tegame
di creta inizi a 'pippiare', cioè il sugo deve a stento sobbollire. Da
questo momento lasciare cuocere il tutto per circa 5 ore. Non ci si possono
concedere grandi distrazioni durante queste 5 ore, per questo a guardia del
sugo, istituzionalmente, c'è sempre un componente della famiglia
deputato alla sorveglianza. Col sugo si condiscono gli ziti o le
candele, mentre la carne viene servita accompagnata con insalata di
rinforzo (cavolfiori lessati e sottaceti).
Il Sartù di riso
Splendido scrigno di riso ripieno di delizie, monumento
della cucina napoletana. Il termine sartù deriva dal francese sartout (sopra
tutto), termine che indica un indumento che si mette sopra gli altri o lo
stampo per la fusione delle campane. In questo senso è evidente il significato
di sartù: il riso sta sopra tutto il resto e contiene il ripieno. Per
prepararlo ci vogliono pazienza e tempo, rara il risultato finale compenserà
largamente qualsiasi sforzo.
Ingredienti (6 persane): Per lo scrigno: 450g di riso, 2 uova, 1
tuorlo, 150g di parmigiano grattugiato, l0g di burro, prezzemolo, pangrattato;
Per il ragù vedi ricetta; Per il ripieno: 250g di piselli, 25g di funghi
secchi, 200g di mozzarella, 100g di prosciutto crudo, 2 salsicce sottili del
tipo 'cervellatine' di Portici, 2 uova sode, 1 cipolla, vino bianco, olio; Per
le polpettine: 200g di fame di manzo macinata, mollica di pane, 50g parmigiano
grattugiato, 1 uovo.
Preparazione: preparare il ragù secondo la relativa ricetta Preparare
le polpettine amalgamando tutti gli ingredienti e friggendole in olio
extravergine. Rosolare la cipolla nell'olio, unire nell'ordine i funghi
ammollati, i piselli, il prosciutto a dadini e la salsiccia tagliata a tocchetti; bagnare col vino, far evaporare, aggiungere 2 mestoli di
ragù e 2
di acqua bollente; continuane la cottura per altri 15 minuti. Lessare il riso
e scolarlo molto al dente, condirlo con il ragù, il burro, le uova, il tuorlo,
il parmigiano e il prezzemolo tritato. Regolare di sale e pepe. Ungere di
burro uno stampo da forno a campana (o a ciambella) e spolverizzarlo di
pangrattato. Distribuire 3/4 del riso, spingerlo verso i bordi con (aiuto di
un cucchiaio, in modo da formare una cavità. Riempire lo scrigno con 3/4 del
composto piselli-firnghi le polpettine, la mozzarella a pezzi, le uova sode a
fettine e il parmigiano. Coprire col riso rimasto e cuocere in forno già caldo
per circa 40 minuti alla temperatura di 180°C. Sformare il sartù,
rovesciandolo su un piatto. Porre nel foro centrale il composto con i piselli
tenuto da parte e riscaldato. Tagliane a fette e lenire con il ragù diluito
con poca acqua calda.
La Minestra Maritata
('a mnesta ammaretata)
Uno dei capisaldi della cucina
povera campana Piatto unico anticamente costituito da scatti del maiale
(zampetti, orecchie, etc.) sposati a verdure varie e ad altri ingredienti di 'recupero'.
Le odierne versioni prevedono l'utilizzo anche di parti meno umili del maiale.
Questo piatto, detto anche 'pignato grasso', sembra derivare
direttamente da una ricetta del già citato Apicio che, nel suo "De re
conquinaria", racconta di 'piselli maritati' con carne di maiale. Prima
dell'avvento dei frigoriferi la carne da destinare a questa preparazione
veniva conservata sotto sale: gli zampetti, ad esempio, si spaccavano prima di
essere cosparsi di sale grosso e poi conservati in vasi di creta smaltata
chiusi con tappi in legno o in marmo.
Ingredienti (6 persone): Carne: 6 salsicce fresche di maiale, 6
tracchiolelle (costine) di maiale, un pezzo di cotica fresca di maiale,
400 grammi di prosciutto fresco di maiale, 200 grammi di colarla di manzo.
Verdure: 2 scarole lisce, una verza, broccoli dolci e amari, cicoria
campestre. Altri ingredienti: 2 spicchi d'aglio, una costa di sedano,
peperoncino, sale, barbine di finocchio selvatico, croste di parmigiano e di
pecorino.
Preparazione: la preparazione di questo piatto è lunga e laboriosa.
Mettere la carne intera in un grosso tegame di creta, coprire di acqua fredda,
aggiungere il sedano, gli spicchi d'aglio interi, coprire. Dal momento del
bollore cuocere per 60 minuti esatti. Spegnere e lasciare raffreddare. Mondare
e tagliare le verdure, cuocere separatamente in urna pentola con coperchio
senza aggiungere acqua, le verdure dovranno ammosciarsi e perdere pane
dell'acqua di vegetazione. Tenere da parte. Quando il brodo con la carne si
sarà raffreddato del tutto tirare via la carne e sgrassare il brodo, eliminare
l'aglio e il sedano. Mettere da parte metà del brodo. Disossare e nettare dal
grasso la carne, tagliata a pezzetti. Portare a bollore il brodo, tuffare le
verdure seguendo questo ondine: verza, cicoria, scarola, infine i broccoli (ad
intervalli regolari di 10 minuti). Unite la carne a pezzetti, salare. A
cottura quasi ultimata aggiungere le scorzette di parmigiano e di pecorino
grattate e tagliate a dadini, il finocchietto selvatico ed il peperoncino.
Servire fumante con pane tostato.
|
|
|
Copyright
(c) 2003 [Interviù]. Tutti i diritti riservati.
Web Master: G.C.G.