LOCALI VERACI
Storie di Napoli
attraverso i suoi locali

La storia di una città si consuma perle strade, nelle sue case, nei suoi ritrovi. I suoi locali, quindi, risultano fondamentali nel recupero di una parte del suo passato e per una lettura del suo presente. Locali Veraci, si propone di ritrovare proprio quella parte di storia che è passata nei caffè, nei ristoranti, nelle pizzerie attraverso aneddoti e citazioni che gli stessi proprietari custodiscono come un'eredità preziosa e, nel contempo, proporre una lettura della contemporaneità, presentando i locali più frequentati dai napoletani stessi a ricostruire un presente sempre interessante. I locali citati entrano quindi di diritto nella cultura cittadina come sua parte integrante, vera... verace.

Ristoranti

La cucina napoletana ha origini antichissime e multiformi, legate alle infinite "contaminazioni" subite nel corso dei secoli e delle conquiste. Senza voler risalire ai Greci ed ai fenici, già all'epoca degli antichi romani Apicio nel "De Re Coquinaria" descriveva il liquamen o salsa di Apicio, composta di menta, aglio tritato ed aceto di vino bianco, che anticipava di secoli la "scapece" utilizzata per marinare ortaggi (famosissimi i gustosi zucchini alla scapece) e pesci fritti. II già citato Ippolito Cavalcanti duca di Buonvicino nel suo "La cucina Teorico-Pratica" scriveva utilizzando uno stranissimo linguaggio fatto di un miscuglio di italiano e francese. La caratteristica comune a secoli di storia resta la suddivisione dei pasti nel corso della giornata: una frugalissima colazione a base di caffè nero, uno spuntino a pranzo e, infine, la cena momento aggregante per la famiglia riunita intorno al desco. Questa caratteristica comune ha, ovviamente, assunto significati differenti nel corso dei secoli e in relazione alle possibilità economiche delle famiglie. Resta il fatto che i napoletani sono stati gli inventori del "fast food": cosa è, infatti, la napoletanissima pizza se non un mezzo rapido, sostanzioso ed economico per tacitare i morsi della fame fino all'ora di cena?
Il pasto principale si basa, quando possibile, su una minestra di pasta e verdure o legumi, da secondi di pesce o carne e piatti a base di verdure (ad esempio la buonissima parmigiana). Un capitolo a parte meriterebbero i piatti della tradizione, complicati ed opulenti, legati alle grandi, feste religiose e non. La cucina delle grandi occasioni, infatti, è fatta di piatti che richiedono lunga preparazione, pazienza e ricerca sapiente degli ingredienti e dei tempi di cottura; due esempi per tutti: la "pastiera" (dolce di pasta frolla, ricotta e grano) di cui le donne napoletane si tramandano di generazione in generazione la ricetta, gelose custodi, ognuna del segreto della "vera" pastiera e il ragù dalla lunga preparazione che se non cuoce tutta la notte diventa, come diceva il grande Eduardo De Filippo, solo "carne.ca' pummarola".

A Canzuncella
P.zza S. Maria La Nova, 18 - Tel. 081 5519018 - 081 5529105

Musica e sapori in un angolo della vecchia Napoli. Siamo nel Centro Storico, nella struggente Piazzetta di S. Maria La Nova. Gli anfitrioni sono Aurelio e Fabrizio Fierro, famoso cantante napoletano il primo, figlio d'arte con vocazione manageriale il secondo. I menu storici, sono il fiore all'occhiello di questo "salotto buono della canzone napoletana d'autore" dove, don Aurelio Fierro, vincitore di ben 5 Festival della Canzone Napoletana, con i suoi figli, Fabrizio e Flavio, ha inaugurato, ormai da qualche anno a questa parte e con grande successo, la stagione delle cene-spettacolo, riproponendo tutte le sue canzoni più famose da "Scapricciatiello" a "Lazzarella", da "Guaglione" a "Vurria" e " A pizza", senza tralasciare i più celebri motivi del grande patrimonio musicale napoletano. La pedonalizzazione della piazza ha permesso di arredarla con ombrelloni, sedie, tavoli e quindi nel periodo estivo è possibile mangiare al fresco in una suggestiva atmosfera d'altri tempi, alla luce dei lampioni d'epoca.

Ciro a Santa Brigida
Via Santa Brigida, 71/74 - Napoli - Tel. 081 5524072

Era da poco finito il primo dopoguerra napoletano. La città si ingrandiva, si articolava meglio, anche se faceva fatica a seguire il passo con città più fortunate, e nel 1932 gli eredi della Pizzeria Pace, Ciro, Vincenzo e Nunzia, decisero di lasciare Foria per Santa Brigida. A determinare il passaggio da un quartiere all'altro furono alcune considerazioni rivelatesi alla fine giuste come una saggia e sagace previsione economica: Via Santa Brigida sarebbe diventata il cuore della "City" partenopea. Mangiar bene significa usare materie freschissime, non adulterate, non sofisticate; usarle con perizia, con garbo, con fedeltà alle antiche ricette della buona cucina napoletana; presentarle con decoro estremo, con un servizio inappuntabile, con una premura mai opprimente e con una cordialità senza enfasi, e rispettare queste regole per offrire una lista svariatissima, sempre di pietanze scelte, pulite, sanissime: da potersi ordinare a occhi chiusi, con un sorriso di confidenza. Carni sceltissime, tagliate magistralmente, manipolate con cura, cucinate con amore e pesci da far impallidire di rabbia Ruoppolo e Recco, da far passare in secondo ordine la "Canzone del Guarracino", così ricca e variata ogni giorno deve essere la mostra e così ineccepibile la freschezza. E frutta di primissima qualità e manicaretti e salse squisite e insalate appena colte in orti suburbani e vini schietti e arzilli e robusti e sincerissimi e dolci di una tradizione altissima. Piccoli segreti di una grande cucina, per una clientela che in ogni tempo, dal 1932 ad oggi, si è fregiata di nomi magnifici, nostrani e forestieri.

Dai Cappellani
Vico S. Maria a Cappella Vecchia, 30n - Napoli - Tel. 081 7644413

I "cappellani" sono tre, e per trovarli bisogna seguire i cartelli: in fondo, proprio in fondo, al Vico S. Maria a Cappella Vecchia ecco apparire le luci del locale, che un tempo era una stalla, completamente scavato nella suggestiva parete di tufo che ne completa la facciata e sopra la quale si scorge la città. Ennesima sorpresa di una Napoli sotterranea il locale, frutto dell'impegno e della volontà di tre amici, è raccolto e accogliente; entrandovi si ha una netta sensazione di ambiente familiare, pur nell'elegante rifinitura degli arredi, merito senz'altro del calore e della squisita ospitalità dei proprietari. Un incontro quindi con la Napoli più vera fatta di sorprese urbanistiche e valori umani, uno sguardo all'archeologia della città, un tuffo nella sua tradizione gastronomica e la non trascurabile soddisfazione di aver scoperto un posticino tranquillo nascosto in pieno centro.

Giuseppone a mare
Via Ferdinando Russo, 13 - Napoli - Tel. 081 5756002 - 081 7691384

Un pezzo di storia partenopea, forse il più appetitoso, Giuseppone a mare più che un ristorante è ormai una istituzione della cucina napoletana. Fondato nel lontano 1889 rimase raggiungibile solo dal mare sino agli inizi del '900 e per oltre un secolo ha contribuito allo sviluppo di una tradizione culinaria ormai famosa in tutto il mondo poiché tutto il mondo è passato da Giuseppone. Lo stesso Roberto Murolo canta "entro e jesco da Giuseppone nun pe magnà ma pe senti l'addore" segno di una fama che risale agli inizi del '900 quando anche la canzone napoletana rendeva omaggio alla più famosa taverna di Capo Posillipo. Un vero e proprio tuffo nella storia e nel gusto in un'atmosfera raffinata, marinaresca proprio sullo splendido mare di posillipo. Gusterete pietanze dal sapore unico come lo storico "purpetiello dint 'o pignatiello', portabandiera di un menu ricco ed invitante che vi proietterà indietro nel tempo fra cortigiani e popolani tutti riuniti dall'arte culinaria di Giuseppone.

Girulà
Via Vetriera a Chiaja, 7a - Napoli - Tel. 081 425511

Un allegro motivetto di fine '900 dà il nome a questo ritrovo gastronomico-culturale. Un cenacolo nelle intenzioni del proprietario Luciano Rondinella, noto interprete della canzone napoletana, che propone con la figlia Francesca delle vere e proprie cene spettacolo dove, oltre ad assaggiare i piatti tipici della buona cucina campana, si può scoprire o riscoprire il piacere di trovarsi con artisti conosciuti o sconosciuti, per ricordare tutti i grandi autori della poesia, della musica, del teatro napoletano ed internazionale. Il locale è gestito con cura e passione e se da un lato il "menu" è ricco di sapori e prelibatezze il "cartellone" non è da meno con le performance di artisti italiani ed internazionali di chiara fama da Mastelloni a Cannavale e con le "serate d'autore" di grande interesse condotte ed ideate in collaborazione con il giornalista Mimmo Liguoro. Una serata a contatto con la Napoli più completa e genuina fatta da piatti, musica e poesia.

Hosteria Toledo 1951
Vico Giardinetto a Toledo 78/A - Napoli - Tel. 081 421257

I profumi della nostra cucina sono arrivati al mondo intero. L' "Hosteria Toledo" a Napoli è così popolare che è diventata un punto di riferimento per orientarsi tra i vicoli del Quartiere Spagnolo e la mitica via Toledo. L' "Hosteria Toledo" da oltre 50 anni significa l'antica cucina tipica napoletana. Non c'e centimetro nell'accogliente ristorante, curato dai titolari Anna e Stefano, ove manchi la tradizione locale e l'atmosfera per passare una serata diversa dalle altre. A "Mamma Sosora". Bastava guardare un cliente per suggerirgli una semplice pietanza come "Baccalà", il "Ragù", la "Genovese", la "Paranza", le Fracaglie", le Tracchiolelle", ecc..., e questi quando avevano finito non trovavano parole per ringraziarla della splendida serata. All'inaugurazione della prima hosteria, avvenuta nel lontano 1951, furono offerti piatti come la "Pasta e Fagioli" e "La pasta e Ceci", annacquati da un boccate di vino di Gragnano ad Autorevoli personalità dell'epoca. Sono questi i motivi per cui l' "Hosteria Toledo" è un punto di riferimento, di arrivo e di partenza, nella storia della cucina tipica di Napoli. Un "Piatto di maccheroni", quattro o cinque "Panzarotti" , un pezzetto di "Carciofo", una porzione di "Zucchine alla Scapece"... Tramandati a noi dalla "Mamma Sosora", questi piatti profumano di aglio, peperoncino, basilico e olio di frantoio. Essi evocano momenti di vita familiare, fotografano tradizioni ormai in disuso, ma sempre affascinanti e ricchi di suggestioni.

La Bersagliera
Borgo Marinari, 10/11 - Napoli - Tel. 081 7646016

La Bersagliera, il leggendario ristorante di Napoli, deve il nome alla sua fondatrice, Donna Emilia Del Tufo, detta "la bersagliera" perché figlia di un bersagliere e dotata di una carica vitale inesauribile. Donna Emilia si fece conoscere e apprezzare nel mondo con i sapori semplici e genuini della vera cucina napoletana, gustati sulla suggestiva terrazza adagiata sul mare di Santa Lucia, di fronte al Castello dell'Ovo oppure nella bella sala con le decorazioni liberty in cui ancora si avverte l'atmosfera di una casa degli inizi del secolo. Quando nel 1969, all'età di ottantasette anni, l'ormai mitica " Bersagliera" dovette fermare la sua corsa, la guida del ristorante fu assunta da don Agostino Chiosi, uno dei suoi dodici figli, al suo fianco sin da bambino, come lo raffigura una vecchia foto del 1923. E' stata così garantita la fedeltà ad un' alta tradizione di ospitalità che può vantare la presenza di grandi personaggi dell'arte,dello spettacolo, della cultura, della politica e offre al visitatore il volto più genuino di Napoli. Accanto all'ingresso una lapide ricorda E.A. Mario, affettuoso amico della famiglia Chiosi autore della canzone "Santa Lucia luntana" che rese celebre il borgo. La Bersagliera è attrezzata per meeting, riunioni di lavoro e ricevimenti; offre particolari convenzioni ad enti e società per una ristorazione rapida, che oppone al "fast food" la bontà delle pietanze tradizionali, preparate al momento con ingredienti freschi e di qualità. Anni di paziente e tenace lavoro hanno consentito di conquistare la migliore clientela italiana e internazionale e di ottenere il prestigioso riconoscimento del diploma dell' Accademia Italiana della cucina.

La Cantinella
Via Cuma, 72 - Napoli - Tel. 081 7648684 pbx

In passato varie attrazioni internazionali, divenute simbolo della città al pari del Vesuvio, hanno goduto dell'indiscusso favore di innumerevoli viaggiatori provenienti da tutto il mondo, inebriati dalle amenità dei luoghi, dalla bellezza delle musiche e dalla bontà dei sapori. Adesso però tali monumenti sono stati soppiantati in maniera incruenta, ma decisa, dalla Cantinella, una perla nello sfavillante diadema della cucina napoletana. Una volta entrati, si salgono pochi gradini tra vetrinette colme di argenteria da tavola che connotano immediatamente il locale. Ci si può accomodare ai tavoli situati nella accogliente sala o nella panoramica veranda con vista sull'incantevole lungomare di via Partenope. I tavoli sono apparecchiati con candide tovaglie di puro lino di Fiandra, pregiate posate d'argento in splendida armonia con le portate che ci si accinge ad assaporare e i tintinnanti bicchieri di cristallo nei quali gustare gli ottimi vini della fornitissima cantina. La specialità è il pesce sempre freschissimo, uno sposalizio riuscitissimo tra tradizione e nouvelle cousine.

La Cucina di Via sapienza
Via Sapienza, 40-41 Napoli
Tel. 081 459078

Cucina tipica partenopea dove poter gustare le migliori specialità locali.

Umberto
Via Alabardieri, 30 - Napoli - Tel./Fax: 081.418555

La storia inizia nel 1916, quando Ermelinda ed Umberto di Porzio, fondarono una piccola trattoria, ai più conosciuta come la trattoria di "Don Umberto".
"Nonna" Ermelinda si occupava della cucina, situata dove attualmente si trova la sala ristorante e preparava i piatti tipici della cucina napoletana: ragù, braciole, stoccafisso con patate, spaghetti e quant'altro richiesto dagli avventori.
Il mercato della ristorazione è talmente vario e segmentato che scegliere una strategia di mercato è non solo importante ma necessario; strategia di nicchia sicuramente, ma anche strategia che deve tenere conto degli orientamenti e dei gusti dei consumatori e dei clienti, orientata al mercato per dirla con un termine caro agli studiosi di marketing.
Il locale, che dall’originaria cantina nel 1916 è diventato un moderno ristorante pizzeria, ben si presterebbe ad una strategia di marketing indifferenziato, rivolta a tutti gli avventori e a tutti i gusti; ma proprio l’ampiezza del mercato potrebbe creare e talvolta crea la falsa illusione che “ci sia posto per tutti”: concorrenza sui prezzi a scapito della qualità che porterebbe sicuramente l’azienda ai margini del mercato o addirittura fuori mercato.
Obiettivo è il posizionarsi su un target medio, ma differenziato, utilizzando pochi e semplici fattori: tradizione, innovazione, cultura e gestione.
Tradizione, intesa come difesa di quei valori che hanno animato nel corso degli anni la cucina e la storia napoletana e difesa dell’enorme patrimonio di conoscenza, esperienza e consigli accumulati in più d'ottanta anni di attività e storia.

Zi' Teresa
Borgo Marinari, 1 - Napoli - Tel. 081 7642565

Zi' Teresa é un ristorante di antica tradizione, nato da una circostanza fortuita, da un buon cuore e da una "reale" amicizia: quella tra Achille Bronzino, napoletano, anzi luciano cioè di Santa Lucia, D.O.C. e Vittorio Emanuele III, Principe di Napoli per diritto ereditario. Lo stesso Borgo Marinari, dove sorge il ristorante, sorse per volontà del Principe Umberto, padre di Vittorio Emanuele, per porre rimedio ai danni di una mareggiata che aveva distrutto il porticciolo dei pescatori di Santa Lucia. Una mattina di giugno del 1886 una donna del Pallonetto di Santa Lucia, Luigia Calone, chiese ad Achille di intercedere per lei presso Vittorio Emanuele affinché le trovasse un ricovero: Vittorio Emanuele disse che le case destinate ai pescatori al Borgo Marinari non erano ancora pronte, ma che poteva darle le chiavi di un deposito attrezzi: fu così che Luigia Calone alloggiò, provvisoriamente, nel vano attrezzi numero 2. L'anno dopo una sua cugina, Teresa, rimase vedova, e chiese di essere ospitata. L'ospitalità le venne rifiutata perché, pur non mancando lo spazio, non c'era di che nutrire anche la vedova ed i suoi due figli. Intervenne Achille che suggerì alle due donne di preparare " 'a marenna" per i pescatori. Così, da quel giorno, i clienti non mancarono. Ma Achille Bronzino ebbe un'altra idea: aveva notato che la domenica pomeriggio venditori ambulanti di bevande e cibi avevano sempre molti clienti, per cui suggerì alle due cugine di imbandire una tavolata all'aperto, di sedersi e mangiare. La curiosità spinse molti a fare le prime "prenotazioni": era nato il ristorante " 'Zi Teresa". A quei tavoli si é seduta la migliore nobiltà italiana e straniera, e molto spesso, Achille ha servito, in forma privata, anche Vittorio Emanuele III.

PIZZERIE

La leggenda sulla nascita di questo piatto, ormai internazionalmente noto, risale alla notte dei tempi, e vuole che fin dall'epoca neolitica fosse invalso e diffuso l'uso di nutrirsi impastando la farina con l'acqua e cuocendo sulle pietre arroventate dal sole la primordiale "focaccia". Spetta senz'altro ai napoletani il merito di averla importata (sempre allo stato primordiale) dai paesi del levante e dell'Asia minore. E tra le rovine dell'antica Pompei, infatti, in via dell'Abbondanza, che troviamo le prime tracce di qualche bottega che richiama alla mente le nostre antiche caratteristiche pizzerie, e fra gli scavi è stata rinvenuta una statuina che, per atteggiamento, è stata identificata come quella di un "pizzaiolo". Nel '500, con l'introduzione in Europa del pomodoro dal Perù, la cosiddetta "schiacciata" divenne "pizza" acquistando l'inconfondibile gusto e la vivace decorazione. Per tutto il '600 l'aroma di questo alimento si spande nei vicoli della Napoli greco-romana, dove fino a tarda sera sotto le vibranti dita di certe grasse popolane schioccano le bianche "pettole" così spianate. Dal '700 la pizza perse la sua connotazione di alimento popolare entrando nelle grazie delle damine, dei cavalieri e dei cortigiani.

Di Matteo
Via Tribunali, 94 - Napoli - Tel. 081 455262

Fondata nel 19361a pizzeria di Salvatore Di Matteo gode di una fotogenia del tutto particolare, infatti, vuoi perché si trova nel cuore del centro antico, a Spaccanapoli, vuoi perché incarna l'idea stessa di "pizzeria napoletana", al suo interno spesso e volentieri sono state girate scene di film o di documentari per l'estero: alcuni nomi? Al tempo di "Maccheroni" Jack Lemmon e Marcello Mastroianni hanno gustato qui la pizza. In questo locale sono state girate alcune scene di "Naso di cane" un film per la Rai. In un primo momento eravamo piuttosto sorpresi da questa fama di cui la pizzeria gode nel mondo dello spettacolo ma una volta saggiata la succulenta pizza tutto è stato più chiaro: non è la fotogenia la miglior qualità di Di Matteo bensì la sua pizza. Gente furba quella del cinema... altroché. Durante la Conferenza Internazionale del G7 anche il presidente americano Bill Clinton ne ha potuto constatare la bontà.

Starita
Via Materdei 27, 28 - Napoli, Tel. 081 5573682 - 081 5441485

"Starita a Materdei ", nata nel 1901 come una cantina, diventa poi sul finire degli anni 40 un luogo di degustazione, non solo di vini, ma anche di cibi tradizionali, tanto da farla diventare un pò alla volta trattoria e pizzeriafriggitoria.
E proprio come friggitoria appare quando, nel film "L'oro di Napoli" (1954), offre supporto alle riprese dell'episodio che vede Sofia Loren vestire i panni di una pizzaiola bella e adultera.
Negli anni a seguire il locale si specializza sempre più come pizzeria, proseguendo nella direzione della migliore tradizione della pizza napoletana. Tanto impegno, varrà a questo locale, tra gli altri, i riconoscimenti al Vaticano del Papa nel 2000 ed anche negli ultimi anni, presso varie strutture di formazione professionale, dove il sig. Starita, è docente di arte bianca. La particolare cura per gli ingredienti, la dedizione al lavoro e la cortesia, fanno di "Starita a Materdei ", un locale altamente consigliabile per tutti.

Trianon
Va P. Colletta, 44/46 - Napoli - Tel. 081 5539426

Trianon era ed é il nome di un villaggio che il Re di Francia Luigi XIV acquistò nel 1668 per riunirlo al parco di Versailles quale abitazione della Regina e dove fece costruire un padiglione per la colazione. A Napoli esisteva il Teatro Trianon che tempo fa era il luogo dove si esibivano i migliori artisti napoletani ed italiani (Totò, Macario, Nino Taranto ed altri nomi della Rivista). I coniugi Leone restarono impressionati dall'alto livello degli spettacoli e fondarono una pizzeria prendendo il nome dal Teatro: la Pizzeria Trianon. Ciro Leone, di origine panettiere, decise unitamente alla moglie Giorgia De Somma, di fondare nel 1923 la pizzeria in via Pietro Colletta 42/46. La prima caratteristica fu l'introduzione della famosa pizza, la cosiddetta "ruota di carretto" per le sue enormi dimensioni, che si vendeva anche a metà o a quarti. Altra caratteristica era l'abbondanza degli ingredienti e particolarmente l'olio, all'epoca molto richiesto, tanto da meritarsi il soprannome di " 'a cave 'e l'uoglio". I figli Cira, Giuseppe e Pasquale, inseriti in tenera età nell'attività familiare, hanno portato il locale, già da molti anni, a livello internazionale, gettando le basi per la terza generazione, cioè Ciro, Giorgia, Paola, Daniela, Donatella, Marilisa, Angelo Greco e Giuseppe Furfaro, i quali hanno allargato gli orizzonti impiantando una succursale nel 1991 in piazza Flavio Gioia a Salerno.

CAFFè - PASTICCERIE

Il caffè a Napoli è un rito, una tradizione su cui ognuno ha da dire la sua sulle modalità di preparazione. Eduardo De Filippo in "Questi fantasmi" recita un monologo sulla preparazione del caffè in cui si esprime tutta la filosofia dei napoletani nei riguardi di questa bevanda. E chi meglio di una famiglia di campani poteva occuparsi di produrre la materia prima per "l'oro nero" dei napoletani? Preparare il caffè è un arte e per farlo buono occorre utilizzare materie prime tradizionali, scelte con cura così come nella direzione di un'orchestra è necessario armonizzare il suono dei vari strumenti.

Gambrinus
Piazza Trieste e Trento - Via Chiaia, 1/2 - Napoli - Tel. 081 417582

Centocinquant'anni di storia a sfilare tra quei tavolini di una capitale: Re, Regine, intellettuali, personaggi celebri o anonimi cittadini in un foyer unico al mondo, una galleria d'arte da vivere sul filo della musicalità delle orchestrine viennesi, delle canzoni napoletane, sempre con una qualità di servizio e di prodotti ai massimi livelli, non solo cittadini. Questo è il Gambrinus. Dislocato proprio nella culla di Napoli capitale, dinanzi ai suoi tavolini si succederanno i più importanti avvenimenti della storia di Napoli, di tutta la nazione. Il vecchio Gran Caffè nel 1890, detto delle "sette porte" si trasforma in una vera e propria Galleria d'Arte, diventando il Gambrinus, dal nome dell'inventore tedesco della birra: a ristrutturare preziosamente gi ambienti interverranno i migliori artisti dell'epoca. Pittori, scultori e decoratori daranno vita ad un laboratorio d'arte che susciterà l'ammirazione di tutta la città e dei tanti turisti che l'affollano. Tra i tavolini, accanto ad anonimi cittadini, si sono seduti quotidianamente celebri personaggi come D'Annunzio, Scarfoglio, Di Giacomo. Un rito mai interrotto visto che anche ai nostri giorni i personaggi più noti non mancano di fare una visita ad una Galleria-Caffè unica al mondo, capace di fondere immagini d'arte con il piacere di assaporare, conversando, sofisticati e ricercati prodotti. Tra i tavoli del Gambrinus, infatti, non si è mai spezzato quel filo di piacere che continua ad offrire un attimo di perfetto relax. Irrinunciabile come quel pezzo di storia, arte, cultura, vita che è il Gambrinus.

Moccia
Via S. Pasquale a Chiaia, 21122 - Napoli - Tel. 081 411148-425067

Quando si dice Napoli si dice pizza, mandolino, Vesuvio, pulcinella... ma per molti, e crediamo siano davvero tanti, si dice "sfogliatella". La pasticceria "Moccia" è una vera e propria istituzione della sfogliatella al punto che Pupella Maggio ha dedicato addirittura una poesia a questa fragrante bontà della signora Moccia e figli, attualmente alla guida di una delle pasticcerie più rinomate della citta. Nata nel lontano 1936 continua ad allietare le giornate dei napoletani sfornando morbide brioches, stuzzicanti pizzette, profumate sfogliatelle, torte cremose e tantissima ottima pasticceria. Se vi trovate nella zona di San Pasquale a Chiaja o poco più su, non chiedete a nessuno dove sia la pasticceria Moccia, seguite più semplicemente l'aroma y inconfondibile dei suoi prodotti: non potrete sbagliare, e vi sarà dolce naufragare nel mare delle sue leccornie.

Scaturchio
Piazza S. Domenico Maggiore, 19 - Napoli - Tel. 081 5516944-5517031

"Per favore potrei avere due ministeriali?" E' una domanda che potreste sentire se vi trovaste in pieno centro antico, nella splendida piazza S. Domenico, da "Scaturchio", una pasticceria "simbolo" fondata nel 1918 dai fratelli Giovanni e Francesco. Vi starete domandando "si va bene.. . ma cosa è una ministeriale?" curiosità più che legittima visto che la ministeriale e una squisitezza dolciaria che lo stesso Francesco Scaturchio, invaghitosi della attrice Anna Fouché, inventò nel tentativo di conquistarla. Il nome deriva dal fatto che gli Scaturchio, avendo la velleità di inviare il dolce in vari campioni e a più riprese alla corte dei Savoia per diventarne fornitori, fecero tanta anticamera da esclamare una volta: "ma sto dolce sta diventando una questione ministeriale!" Forse la storia della nascita di questa specialità non basta a "saziare" la vostra curiosità ma l'unico modo che avete per approfondire l'argomento è di recarvi in sede ad assaggiare "la ministeriale di Scaturchio": se riuscirete a non farvi distrarre dall'aspetto delle altre specialità.

GELATERIE

Ciro a Mergellina
Via Caracciolo (di fronte via Orazio) - Napoli - Tel. 081 669928

Lo chalet Ciro a Mergellina è una delle tappe obbligate della vita napoletana quando la mitezza del clima, anche nelle serate invernali, spinge la gente ad uscire dalle proprie case per sedersi ai tavolini dei bar e dei locali. Questo "chalet" opera ormai da 43 anni sul lungomare più "lungo" del mondo, dopo quello di Rio De Janeiro, offrendo una vasta scelta di gelati prodotti in proprio, long drinks, dolci per soddisfare i gusti di tutti i palati e di tutte le età. Per una città di mare come Napoli, il lungomare rappresenta tutto il suo spirito: aperto con il suo affacciarsi sulla distesa azzurra del mare e solare come il suo clima mitigato dalle acque del mediterraneo. È questo l'itinerario più spettacolare, che dà piena ragione della fama e del fascino di Napoli.

Della Scimmia
Piazza Carità, 4 - Napoli - Tel. 081 5520272

Nasce a Taranto, ad opera di Michele Monacelli nel lontano 1922: siamo agli albori del gelato quando il freddo veniva prodotto con ghiaccio e sale. Nel 1933 si trasferisce a Napoli nell'attuale sede di Piazza Carità e perseguendo il principio della qualità "ad ogni costo" delle materie prime, diventa ben presto un punto di riferimento del settore su tutto il territorio nazionale. II gelato che viene prodotto è artigianale ora come tanti anni fa; la differenza è solo nelle apparecchiature che hanno subito un'evoluzione tecnica a tutto vantaggio del gelato: le nostre creme, infatti, sono pastorizzate ed omogeneizzate col risultato di un gelato "cremoso" dalla struttura finissima ed altamente igienico. Le ricette sono tradizionali, cioè quelle di una volta, con la sola differenza degli zuccheri, che sono stati ridotti ad una percentuale del 18-19% sia nei gelati che nei semifreddi, per renderli meno calorici, ed è stata introdotta una varietà di gelato ipocalorica. Tutte le paste vengono prodotte in proprio, dalla pasta di nocciola a quelle di pistacchio e di amarena, le creme sono un'equilibrata combinazione di latte, uova, zucchero e panna, il caffè è quello della macchina espresso proveniente da miscele di primissima scelta. Per i gelati di frutta in estate usiamo fragoline di bosco, pesche, albicocche, etc., in autunno amarene, castagne e marroni. Qualità e genuinità, sono i "segreti" che continuano ad assicurarci un primato sin dal 1933.

 

 

 


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