Cimiteri A NAPOLI

Il cimitero di Poggioreale

Il cimitero di Poggioreale è il più importante, ma non l'unico in funzione a Napoli. L'ufficio centrale dei cimiteri ha sede proprio nella palazzina nell'emiciclo di Poggioreale. Tel.: 081 7590102 - 081 7590707

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Il cimitero degli Uomini Illustri

Partendo dall'emiciclo di Poggioreale, il lungo viale alberato si inerpica sulla collina snodandosi tra i monumenti ornati di fiori, passando per il conventino gotico, fino a giungere alla chiostra maggiore dove campeggia, bianca e immobile, l'immensa mole della statua della Religione, innalzata nel 1845 da Tito Angelini. La struttura e la storia stessa del camposanto monumentale di Napoli stanno tutte in questo grande viale della memoria che accoglie il visitatore e lo invita, attraverso la quiete, il silenzio e il suo stesso visibilissimo degrado, a compiere un balzo nella storia cittadina per riscoprire un mondo popolato di statue e lapidi troppo a lungo considerato esclusivamente luogo di dolore e di rimpianto. Correva l'anno 1817 quando anche a Napoli, come del resto in tutte le città italiane, si decise di erigere un camposanto monumentale; per l'inizio dei lavori bisognò però aspettare il 1836, anno in cui l'architetto Francesco Marasca poneva la prima pietra mentre l'intendente commendatore Antonio Sancio - il cui monumento funerario si può ancora oggi ammirare a ridosso della chiesa - si affannava a pubblicizzare i nuovi criteri di sepoltura facendo costruire a sue spese alcuni monumenti in stucco per attirare l'attenzione dei napoletani più diffidenti. Ma tanto attivismo non bastava e i monumenti sorti tra i viottoli ancora affollati dall'andirivieni degli operai, non servivano a sconfiggere i pregiudizi della gente perché la pratica antica erasi così fattamente incarnata nelle nostre abitudini, che, per nulla giovando la sperienza delle passate calamità per gli urbani seppellimenti, e i lumi arrecati dall'incremento delle scienze, si volea con superstiziosa pertinacia rimanere nella vecchia usanza (R. D'Ambra, 1845). Alla fine, tuttavia, tanta fatica fu ricompensata e il camposanto iniziò a riempirsi di opere di notevole importanza quali il Monumento Armenio, con la statua della Speranza di Tommaso Solari, oppure il Monumento Sancio, dedicato dal Comune di Napoli ad Antonio Sancio, in memoria della sua instancabile pertinacia. In breve tempo il colle di Poggio Reale che era stato luogo di diporto per gli Angioini, quello stesso colle sul quale Alfonso I fece costruire il bellissimo palazzo ormai perduto, ornato di giardini e roseti che pare giungessero fino al mare, si accrebbe talmente che guardandolo di lontano avresti detto vedere non più un camposanto ma città marmorea costruita sul declivo d'ameno colle intramezzata di fioriti e deliziosi giardini (C.M. Sasso, 1856). Con il trascorrere degli anni la città dei morti si sviluppò con la stessa rapidità e le stesse caratteristiche di quella dei vivi; subito dopo aver attraversato il monumentale ingresso compiuto dall'architetto Stefano Gasse, si accedé infatti al viale Poggioreale lungo il quale i monumenti, le cappelle private, le congreghe e le confraternite si affastellano le une sulle altre sfruttando il naturale declivio della collina, stratificandosi fantasiosamente per ovviare alla cronica mancanza di spazio che affligge da sempre la città di Napoli e offrendo al visitatore un'impressione di piacevole disordine interrotto a tratti dal verde dei cipressi e delle palme che sorgono rigogliosi tra i monumenti. Lungo il viale, un tempo ornato dalle tavole della via Crucis eseguite da Gennaro Maldarelli, occhieggiano monumenti singolari come la Cappella Rossi, bizzarra costruzione in stile neo-orientalista perfettamente in linea con le tendenze architettoniche di fine Ottocento. Dirigendosi verso il conventino gotico, sulla destra, l'improvvisa apparizione della Mater dolorosa del Monumento Cocchia, scolpita da Francesco Jerace, ferma i passi dell'osservatore con la sua straordinaria carica drammatica. E una sorta di moderna Pietà questo gruppo marmoreo segnato dallo scorrere implacabile degli anni, dalle intemperie che ne hanno duramente minacciato la superficie rendendola scabra e porosa, e ormai quasi nascosto dalle fronde delle palme che lo circondano soffocandolo e quasi impedendone la vista; è una madre che piange affranta il figlio morto in giovane età, appoggiando teneramente la sua testa su quella inerme del ragazzo, quasi volesse ridargli la vita, intrecciando le mani vigorose con quelle del defunto in un ultimo addio, accogliendo - proprio come aveva fatto un tempo - il corpo del figlio nel suo ampio grembo. Giunti al conventino gotico, dirigendosi a sinistra, si arriva infine al vero fulcro del cimitero, il Quadrato degli Uomini Illustri, un'area voluta dal Comune di Napoli per ricordare i suoi figli più famosi. L'atmosfera si trasforma all'improvviso saturandosi di ricordi; l'ombra si fa più fitta grazie allo straordinario rigoglio dei cipressi e dei salici le cui fronde talvolta giungono fino a terra come le cortine di uri antico palazzo nobiliare; il silenzio, che negli altri viali del cimitero è spesso interrotto dal chiacchiericcio dei visitatori, si fa quasi irreale. Siamo in un giardino della memoria che paradossalmente vive unicamente dei suoi stessi ricordi, dimenticato com'è ormai dal visitatore che lo attraversa frettolosamente per dirigersi alla tomba dei suoi cari gettando appena uno sguardo assorto ai monumenti. E un giardino privo di fiori quello degli uomini illustri, forse perché la pietas popolare napoletana, che pure non fa mancare i segni della sua generosità neanche alla tomba più abbandonata, ritiene superfluo omaggiare con un fiore quei personaggi che hanno fatto la storia cittadina e che per questo sono entrati in un Olimpo che li esclude dal novero dei comuni mortali. Eppure questo giardino della memoria sta lì ad aspettarci aprendoci le porte con il Monumento ad Achille Balsamo (1809-1918), giovane ardimentoso che per essersi lanciato in battaglia non curandosi del pericolo meritò la medaglia d'argento al valor militare; Saverio Puchetti, l'artista che fuse in bronzo il gruppo scultoreo, ce lo raffigura in piedi, accanto al suo cavallo, come un moderno San Giorgio pronto a sconfiggere il drago. Più oltre troneggia invece il Monumento ad Aurelio Padovani, morto nel 1926 e raffigurato come un prigione michelangiolesco intrappolato nel marmo mentre cerca a fatica di spezzare un arco, forse con allusione ai casi singolari del suo destino che lo sottrasse alle insidie di mille gioiosi ardimenti per serbarlo beffardo ad oscura e inutile morte. Alle spalle di questo monumento, un basamento marmoreo che reca il nome di Benedetto Croce denuncia purtroppo con la sua innaturale semplicità la perdita del busto del noto filosofo napoletano; più avanti, invece, l'aspetto spoglio e quasi dimesso del Monumento a Salvatore Di Giacomo fa da contraltare al Monumento a Saverio Gatto in cui campeggia un drammatico e scabro nudo virile in bronzo che mostra il volto contratto in una morsa di dolore. Anticheggiante e di sapore neosettecentesco è invece il Monumento a Saverio Mercadante, caratterizzato da un bel basamento con volute in pietra grigia sul quale spicca - con una cromia tutta partenopea - il marmo bianco degli ovali, uno raffigurante il ritratto del defunto, l'altro, purtroppo, andato perduto. Accanto ai monumenti di Luigi Settembrini, Francesco De Sanctis e Vincenzo Gemito, anch'esso ormai ridotto a una semplice stele marmorea priva del busto, sorge invece il monumento del botanico Giuseppe Antonio Pasquale (1820-1893) che si distinse per la sapienza nell'ateneo napoletano e per il coraggio nella battaglia di Curtatone; è un monumento composito, realizzato dallo scultore Francesco Jerace e costituito da un bel ritratto in marmo e da un rilievo raffigurante un monumentale e florido putto circondato di erbe e fiori, come si addice appunto ad un uomo che ha dedicato la sua vita allo studio delle piante. Moderno e anticonvenzionale è invece il monumento dedicato al pianista Beniamino Cesi, arricchito dalla statua in bronzo a grandezza naturale di un novello Orfeo che si abbandona a malinconiche riflessioni armato della sua lira. Su tutti domina incontrastata la mole del Monumento di Ferdinando Palasciano che la vedova volle innalzare nel punto più alto del colle affinché potesse essere visto dalla sua casa, in un'ideale continuità fra vivi e defunti oggi interrotta dai cambiamenti dell'edilizia napoletana e dalla colata di cemento cittadino che impedisce la vista di quell'austero signore vestito di tutto punto e seduto su di una comoda poltrona come se si trovasse nel salotto buono di casa sua. Con il Palasciano siamo giunti alla fine di questo breve percorso della memoria all'interno del Quadrato degli Uomini Illustri, ma prima di riprendere la via del ritorno, che passa attraverso la chiostra maggiore da quattro bianchi angeli uno dei quali ha letteralmente perduto le ali, conviene fermarsi a riflettere dinanzi al Monumento a Raffaele Viviani, eretto dal Comune di Napoli nel 1960, ornato da un intenso ritratto in bronzo eseguito da Saverio Gatto e arricchito da alcuni versi del celebre poeta; sono parole che forse più di tante altre enucleano la storia del degrado e dell'oblio in cui si trova il cimitero monumentale di Poggioreale: Io quanno sento e dì: tiempe cattive... nun dongo 'a colpa 'e muorte, 'a dongo 'e vive! E quanno 'e fatte tuoje te vanne stuorte, chille ca nun ce traseno so 'e muorte.

Claudia Palazzolo Olivares

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Cimitero di Barra - Via Mastellone, 141 - Tel. 081 756.23.61
Cimitero Britannico - Via Nuova del Campo - Tel. 081 780.32.41
Cimitero di Chiaiano - Via Santa Maria, 141 - Tel. 081 74.01.81
Cimitero di Israelitico - Via Santa Maria del Pianto
Cimitero Monumentale - Via Nuova Poggioreale
Cimitero Nuovo - Via Santa Maria del Pianto - Tel. 081 780.32.36
Cimitero di Pianura - Via Cimitero - Tel. 081 726.19.43
Cimitero di Ponticelli - Via Argine - Tel. 081 756.29.43
Cimitero di S. Giovanni - Via Cimitero, 8 - Tel. 081 752.09.50
Cimitero di Secondigliano - Via del Cassano, 230 - Tel. 081 737.42.60
Cimitero di Soccavo - Via Pia, 59 - Tel. 081 767.99.03
Cimitero di Miano - Via Cimitero - Tel. 081 754.10.80
Mausoleo di Posillipo - Via Posillipo - Tel. 081 769.48.21


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