Roberto Cortese
cultore della canzone classica napoletana
cell. 333 9121781
Come è nata questa sua passione per la musica napoletana?
È iniziata molto presto; avevo appena cinque anni quando mia madre mi
portò con se a seguire la sceneggiata "Zappatore" di Bovio, al cine-teatro
Ausonia (in Via Foria nel quartiere S. Lorenzo), che attualmente si chiama Totò in onore
al grande artista napoletano. Poiché ero piccolo, non riuscii a comprendere completamente
la trama, per cui appena tornati a casa mi feci spiegare tutto da mia madre. Mi commossi a
tal punto che dal quel giorno cominciai ad amare la canzone napoletana.
Cosa si intende per canzone napoletana e vi sono differenze rispetto a quella
italiana?
La vera canzone napoletana, secondo il mio punto di vista, è morta nel
1917-18; quella seguente, è solo un prodotto commerciale. La melodia napoletana si deve
considerare come la madre di tutte le canzoni, per cui quella italiana non è altro che un
surrogato di quella napoletana.
Quanti dischi e quanto materiale possiede?
Faccio questa raccolta dal 1960; ho circa 8.000 dischi a 78 giri, migliaia di
"canti e piano" e "canti e mandolino"; inoltre possiedo centinaia di
libri, foto, aneddoti ed ultimamente sto cercando di scoprire tutti i dati anagrafici dei
poeti, musicisti e cantanti del periodo compreso tra la fine dell'800 ed il 1960.
La vera canzone napoletana muore con Giuseppe Marotta, che chiude il secondo ciclo
tradizionale.
Chi sono stati i migliori autori?
Per me sono stati tutti uguali; non c'è nessuno che primeggia sugli altri.
Posso ricordare Ferdinando Russo, Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio, Rocco Galdieri;
ma ripeto, sono tutti importanti.
Perché è finita questa tradizione della canzone napoletana?
Non c'è più il sentimento, la poesia; manca il contenuto.
Quale il poeta ed il cantante a Lei più caro?
Tra i poeti Vincenzo Russo, morto a 28 anni e di cui si conoscono soltanto
7-8 canzoni, pur avendone composte ben 120. Egli è stato il più grande poeta del popolo;
è vissuto tra il 1876 ed il 1904, ed è morto di tisi giovanissimo. Tra i cantanti invece
Vittorio Parisi, per me il "massimo" della canzone napoletana; invece, tra le
voci femminili, Elvira Donnarumma. Purtroppo di questa cantante partenopea - cigno della
canzone napoletana - non ho il piacere di sentire la vera voce perché vi sono solo dischi
meccanici, non esistendo di quest'artista alcun disco elettrico.
Cosa ne pensa della musica attuale?
Non è musica, è niente, è zero.
In questi suoi studi approfonditi, ha qualche aneddoto
particolare da raccontare?
La prima canzone di Bovio non è "Napulitana" del 1904. In seguito
ad una mia scoperta di una "Piedigrotta" del 1903, ho stabilito che la prima
canzone risale appunto a quest'anno ed è intitolata 'A vita è nù suonn ('O scoglio
de' fate).
Un aneddoto che ricordo è quello di Vincenzo Russo che, ammalato di tisi e bisognoso di
medicinali, chiese all'editore Ferdinando Bideri, qualche spicciolo per acquistare i
farmaci. A questa sua richiesta l'editore rispose seccamente "te li do domani, adesso
non ho soldi". Il povero Russo, avuto il rifiuto, pronunciò questa frase:
"Cavaliè, con la mia canzone i te vurria vasà, vi siete comprata la villa a
Surriento" ed a questo punto Bideri gli appioppò un sonoro ceffone.
Ha qualcosa da raccontare sulla produzione discografica?
I primi dischi erano a rulli, poi seguirono nel periodo 1897-98 quelli di
cioccolata, poi i famosi "Berliner" che sono i capostipiti dei dischi di vinile.
Successivamente si creò la Phonotype record, casa discografica nata a Napoli nel 1902,
per la quale tutti i grandi cantanti hanno inciso dischi.
Quindi Napoli ha una tradizione in questo campo?
Certamente, ma anche Milano. Infatti lì nacque la casa discografica
Ricordi. Il disco, in verità vide i suoi natali in Germania (la Berliner), poi man mano
si diffuse in tutta Europa. Anche la Lirophon è stata una casa discografica
importantissima ma, essendo tedesca, con lo scoppio della prima guerra mondiale, fu
costretta a sloggiare dall'Italia; produceva dei dischi che, nonostante fossero meccanici,
permettevano un ascolto magnifico.
Ha rapporti con altri appassionati e cultori della materia?
Sono ancora oggi legato da sincera amicizia con Alberto Amato, Alberto
Berri, Lino Mattera, Gino Maringola, Vera Nandi, con i quali mi ritrovo talvolta a casa
mia a discutere sulla storia della canzone napoletana. Tengo a precisare che non leggiamo
libri perché riportano sempre le stesse notizie; ci scambiamo informazioni. Sto cercando
di raccogliere le "Piedigrotte", e fino ad oggi sono arrivato a circa 25.000
canzoni e 530 fascicoli.
Le istituzioni si interessano di Lei?
Sono venuti molti Assessori a controllare il mio materiale perché volevano
realizzare un museo della canzone napoletana, ma poi non si è fatto più nulla.
Nel 1986 con Gianni Cesarini ho collaborato a fornire notizie per la pubblicazione di un
libro sulla storia della canzone napoletana, seguito dalla commemorazione di Salvatore Di
Giacomo a Castel dell'Ovo e di quella di E.A. Mario alle Poste e Telegrafi di Napoli;
quindi sono sempre stato una persona che si è dedicato con tutto il cuore e passione a
diffondere un pezzo di storia napoletana, senza avere nulla in cambio.
Quale è il suo sogno nel cassetto?
Fare il museo della canzone napoletana, senza ulteriori speculazioni. Di
questo museo si parla da anni, ma non si è giunti ancora a nulla.
Perché a Napoli non si riesce a realizzare questo museo?
Preferisco rispondere con una frase di Caruso: "Ò presepe è bello, ma
'e pastur nùn sò bbuon". Ho detto tutto!
Attualmente, ha trovato nuovo materiale?
L'ultima scoperta è stata una "Piedigrotta" del 1925; sono
continuamente alla ricerca di materiale.
Cosa le piacerebbe reperire più di tutto?
Le canzoni di Rocco Galdieri; specialmente una mi sta particolarmente a
cuore, ma purtroppo ne ho trovato solo una metà, perché è incisa su di un disco che per
metà è rotto e l'altra parte è ancora ascoltabile. È una vecchia canzone dal titolo
"Quand'uno è guaglione", ed è quasi la biografia della mia vita.
Esistono scuole di restauro per recuperare il materiale trovato in cattive
condizioni?
Sono io il restauratore; conosco tutti i sistemi per rimettere insieme un
disco rotto e collegare quel solo solco in modo da non sentire quel fastidioso suono
quando si aziona l'apparecchio per ascoltarne l'incisione.
Inoltre, voglio aggiungere, che acquisto continuamente dischi perché scopro sempre cose
nuove. Dal 1898 al 1960, sono state fatte circa 200.000 canzoni napoletane; io ne ho
catalogate quasi 24.000 e, come audizioni discografiche, conservo 8.000 dischi per un
ascolto di 16.000 canzoni.
Lei dunque si ritiene uno dei più grandi collezionisti del settore?
Non sono un esibizionista, per cui non lo so. A me si rivolgono parecchie
persone ed anche alcune emittenti televisive locali; non sono mai stato retribuito in
alcun modo, ricevendo solamente conforti morali. Ho la sensazione di essere sfruttato per
questa mia passione, per cui ho deciso di farmi compensare da chiunque voglia attingere il
mio materiale per scopi lucrosi.
Interviù augura a Roberto Cortese la realizzazione del museo della canzone napoletana, sperando in un suo diretto coinvolgimento teso a ripagarlo degli ultraquarantennali sforzi che questa passione gli comporta.
28.03.1997 - Bruno Carrano
ARCHIVIO ROBERTO CORTESE
Il materiale cartaceo e discografico ad oggi raccolto risulta tutto in ottimo stato di conservazione e consiste in:
N. 8.000 dischi a 78 giri dal 1898 al
1960 con le relative case discografiche tra cui:
Berliner - Società Fonotipia Milano, Columbia Italiana, Columbia Americana,
Società Fonografica Napoletana, Phonotype Record, Victor, Victrola, Lyrofon,
Pholiphon, Disco Zonofono, Voce del Padrone, Gramophono Concert Record,
Vocalion, Cetra, His Master Voice, Disco Concerto Grammofono, Pathè, Odeon,
Okeh, Phono Electro, Homocord, Favorite Record, Parlophon, Phonodisc Mondial,
Fonotecnica, Klarophone Record, Brunswick, Excelsius, Genial Record, Era,
Cetra, Jumbo Record, Eterfon, Fonit.
N. 1.890 canzoni (musica e testi) di E.A. Mario
N. 850 canzoni (musica e testi) di Enzo Bonagura
N. 415 fascicoli di Piedigrotte dal 1884 al 1960 - canto e piano
N. 216 fascicoli di Piedigrotte piccole dal 1900 al 1960 - solo versi
N. 3.000 spartiti - canto e mandolino (versi e musica) di 296 diverse case editrici
N. 1.500 spartiti - canto e piano (versi e musica)
N. 500 copielle - solo versi
N. 300 foto di poeti musicisti e cantanti
N. 150 libri sulla canzone napoletana dal 1825 al 1850
N. 400 canzonieri napoletani ed italiani dal 1884 al 1965
N. 300 fascicoli settimanali della Tavola Rotonda (ed. Bideri) dal 1885 al 1940
N. 200 giornali del Roma con inserto settimanale di canzoni e poesie di poeti dal 1900 al 1930
Giornali musicali di fine ottocento e primo novecento (l’Occhialetto, Il 6 e 22, il Don Marzio, il Cannone, etc.)
Canzonieri - tipo giornale – dal 1945 al 1965
N. 100 fascicoli “L’eco del Vesuvio” di Guglielmo Cottrau dal 1825 al 1840
N. 200 cartoline sonore a disco
N. 50 provini discografici dal 1900 al 1958
Dischi a diverso numero di giri (78/75/70/65 giri)
N. 2.020 dischi a 33 giri napoletani ed italiani dal 1950 al 1965
N. 3.500 dischi a 45 giri napoletani ed italiani dal 1950 al 1965
N. 180 dischi LP a 25 cm napoletani ed italiani dal 1950 al 1960 (dischi ad 8 canzoni, capostipiti del 33 giri)
N. 315 cartoline a canzoni (ed. Bideri)
Materiale raccolto negli ultimi 20 anni:
N. 250 spartiti canto e piano (anni dal 1880 al 1910)
N. 250 dischi a 78 giri (anni dal 1898 al 1930)
N. 400 spartiti canto e mandolino (anni dal 1908 al 1930)
N. 500 fascicoli varie Piedigrotte (dal 1900 al 1920) - (Bideri - Vedova - Ceccone - La Canzonetta - Polyphon - Parlophone - Perrelli - Cacace - Limiphon)
N. 500 dischi a 45 giri. Brani canzone napoletane (anni 1957 al 1965)
Piedigrotte piccole - solo testi 300
Per un totale complessivo di 85.000 canzoni, raccolti in 60 anni di continue ricerche. Nei vari mercatini, dei pin remoti paesi di Napoli, provincia e di mezza Italia.
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