Salvatore Canzanella
Azienda Autonoma di Soggiorno Cura e Turismo


Precursore di "Napoli porte aperte", Salvatore Canzanella può senza dubbio essere considerato uno tra i maggiori artefici dell'attuale boom turistico. Esperto conoscitore della città e dell'arte partenopea, con le sue visite guidate della domenica mattina, ha consentito a molti studiosi l'accesso anche in quei monumenti da tempo chiusi e pieni di ricchezze artistiche di inestimabile valore.
Sig. Canzanella, da quanto tempo si occupa di turismo?
Ho iniziato la mia attività di promozione turistica nel lontano 1958, specializzatomi in Svizzera, lavorando dapprima negli alberghi e, successivamente nelle agenzie di viaggio per circa 12 anni.
Vinto il concorso, nel 1974 fui assunto presso l'Azienda Autonoma di Soggiorno Cura e Turismo, occupandomi dell'ospitalità dei giornalisti che venivano a Napoli per fare servizi sulla città.
Nel 1981 mi fu data l'occasione di organizzare tre visite guidate in città. Fu un tale successo per la grande affluenza di pubblico - il 23 agosto 1981 abbiamo avuto circa 700 persone per visitare la Cappella S. Severo - che non abbiamo avuto il coraggio di smettere ed abbiamo così continuato per circa altri 15 anni.
C'era da parte dei napoletani una tale sete di conoscenza verso la propria città, che man mano che andavamo avanti, la gente aumentava anziché diminuire.
Ricordo che la punta massima l'abbiamo toccata con la 500esima visita guidata a Castel Sant'Elmo con circa 6000 persone.
Si svolgevano unicamente di domenica queste visite?
Si, tutte le domeniche ininterrottamente dal 1981 fino al 1994, anno in cui sono state sospese per motivi economici.
La gente che ormai aveva imparato a conoscerci, ci chiede quando saranno riprese queste visite, ma dipende dall'Assessore al Turismo On. Luciano Schifone; quando lui ci darà l'ordine, noi le riprenderemo.
Durante queste visite abbiamo stimolato la gente a conoscere la città, e siamo stati noi i primi a Napoli a portare avanti questo discorso culturale. Oggi il Comune e forse - azzardo un pochino - il sindaco Bassolino stanno raccogliendo i frutti di quello che noi abbiamo seminato.
Quindi siete stati voi i primi promotori di questo rilancio turistico della città?
Subito dopo il terremoto, c'era una grossa difficoltà a far aprire i monumenti che erano chiusi per dissesti statici; mi adoperavo quasi tutti i giorni per fare aprire queste chiese alcune delle quali erano già chiuse da anni. Chiese come S. Eligio Maggiore, Gesù e Maria, S. Aniello a Caponapoli, dove ho trovato teschi con dei buchi sulla fronte o dove ho visto cose eccezionali che non credo tutti abbiano visto, come il meraviglioso pavimento della Chiesa di S. Andrea delle Dame, il crocifisso ligneo del 1200 nella Chiesa di S. Maria a Piazza, la zona archeologica della vecchia Nisida, dove si è tramato contro Cesare, l'eremo dei Camaldoli, il museo di Pietrarsa. Sono tutti particolari che mi tornano in mente tutte le volte che passo davanti a questi monumenti.
Queste visite guidate sono nate per sua volontà oppure volute dall'Ente?
Diciamo la verità, non è una questione di volontà dirigenziale, ma di pura passione. Io dovevo trovare un'occupazione che mi impegnasse in qualcosa per la città. Lavorando la domenica, quale impiegato in un Ente Pubblico, avevo solo una maggiorazione del 20% sulla paga della giornata lavorativa pari a 10.400 lire.
L'incoraggiamento mi veniva dalla gente che partecipava e mi ringraziava per quello che stavo facendo. Era bello vedere tutte queste persone, e lei è stato uno dei tanti, che non finivano più di ringraziare per il mio impegno. Così si educava la gente a conoscere i monumenti della propria città e a rispettarne il patrimonio artistico culturale. Sono stato anche invitato dall'Università di Terni a tenere un ciclo di lezioni sull'organizzazione turistica. C'è stato un vero boom, una cassa di risonanza, perché si parlava di questo turismo culturale; al vecchio stereotipo di Napoli città della pizza e degli spaghetti, abbiamo rispolverato quello di capitale di cultura europea e mondiale. Abbiamo fatto un lavoro metodico, di domenica in domenica - ma per noi quotidiano per la precisione dell'organizzazione - che la gente ha apprezzato e valutato; le visite iniziavano alle 10.30, la gente era tutta puntuale per quell'ora, apprezzandone la precisione. La conoscenza dei nuovi monumenti non si limitava solo a quelli più importanti, ma anche ai minori con capolavori d'arte e di difficile accesso. Si immagini che la prima visita guidata nella "Farmacia degli Incurabili" l'abbiamo fatta noi.
Come si è regolata nei suoi confronti la dirigenza dell'Azienda Autonoma di Soggiorno Cura e Turismo per queste iniziative e per questa sua grande partecipazione?
Si è limitata ad assistere quando venivo premiato dagli altri. Sono stato omaggiato con una medaglia dalla dr.ssa Mirella Barracco della Fondazione Napoli Novantanove, che alla 500esima visita guidata ha ritenuto opportuno fare un convegno e premiarmi in quella occasione davanti ai soprintendenti per i beni architettonici, archeologici, artistici, storici (De Cunzo, De Caro, Spinosa, etc.).
Ha avuto altri riconoscimenti dal Comune, dalla Provincia, dalla Regione?
Altri riconoscimenti li ho avuti verbalmente dall'ex presidente della Regione On. Fantini, che mi disse ero un impiegato modello che andava premiato; ma è finita lì. Non mi dispiace perché non mi interessa; mi basta il ricordo della gente contenta per il mio lavoro svolto.
Quando andrà in pensione si dedicherà ancora a questo settore?
Spero in futuro di formare una mia Associazione Culturale per far sì che la gente possa continuare sulla scia di quanto abbiamo creato ed arricchire così la città di ulteriori supporti culturali. Comunque, al momento sono disponibile a proposte finalizzate unicamente alla rinascita definitiva di questa città culla di arte e cultura multietnica.

Gian Carlo Garzoni


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