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In questa rubrica, Interviù si propone d'intervistare ex Sindaci di Napoli, per avere notizie informative dei programmi svolti durante i loro mandati.


On. Mario Forte - avvocato
ex Sindaco di Napoli - 1984

Lei è stato sindaco di Napoli nel "1984", che situazioni ha trovato quando ha ricoperto questa carica?
Ho ricoperto non solo la carica di sindaco ma anche quella di Commissario per la ricostruzione; la maggioranza che sosteneva la mia Amministrazione era costituita dai partiti del centro-sinistra.
Mi ero posto tre obiettivi principali nel mio programma:
1. il risanamento finanziario del Comune;
2. il rilancio dei servizi;
3. la rivalutazione della città sotto l'aspetto culturale e una ripresa dello sviluppo.
Proposi una soluzione per il risanamento finanziario che se fosse stata accettata dal Consiglio Comunale, oggi non ci si troverebbe nell'attuale stato di dissesto.
All'epoca il disavanzo era di circa mille miliardi; cosa che purtroppo ancora oggi persiste, con l'aggravante della dichiarazione di dissesto.
Con l'On. Goria, allora ministro del Tesoro, mi accordai affinché fosse stanziato un mutuo per venti anni, onde colmare il disavanzo; ma questa deliberazione da me preparata e portata al Consiglio purtroppo non passò, in quanto vi era indicata la condizione di far salvo le eventuali questioni penali che potevano sorgere per i cosiddetti debiti fuori bilancio.
Le precedenti Amministrazioni "di sinistra", infatti, avevano fatto molti atti non perfetti dal punto di vista amministrativo non facendo entrare nel bilancio l'importo delle relative spese.
Quando portai la delibera al Consiglio, nella maggioranza che allora era rappresentata anche dal partito socialista, ci fu opposizione, per cui si dovette ritirare la delibera.
Può una città come Napoli essere amministrata con i soli fondi ordinari?
Una città così grande, al di là delle "grandi opere", si regge soltanto se esiste un costante flusso di denaro necessario per la sua manutenzione ordinaria e straordinaria.
Ad esempio, il sistema fognario si può mantenere intervenendo con la cosiddetta ordinaria e straordinaria manutenzione che comporta però la necessità di denaro continuo; ciò a prescindere dalle opere nuove di risanamento che importano finanziamenti a se stante.
L'intervento di manutenzione può essere fatto non solo con l'asfittico bilancio ordinario del Comune, ma attraverso i mutui.
Napoli ormai da anni fa poco ricorso alla contrazione di mutui, e questo per il dissesto intervenuto o per inerzia.
E per i servizi?
Comincio con l'esempio della raccolta dei rifiuti; all'epoca avviai la privatizzazione di detto servizio che fu poi fatta, non da Bassolino, ma dalle Amministrazioni a lui precedenti.
La privatizzazione è un passaggio importantissimo ed avrà anche i suoi lati negativi, ma propone un modo per risolvere sul serio il problema: oggi non vediamo immondizia per terra, mentre prima era facile vedere i cumuli di sacchetti.
Oltre la raccolta e il trasporto vi è poi il grave problema dello smaltimento dei rifiuti.
Durante la mia Amministrazione, ad esempio, fui costretto a dover indire con la massima urgenza una gara per stabilire una nuova centrale di smaltimento, in quanto quella che esisteva a Pianura si era colmata.
Ho voluto dimostrare con questo esempio che se i servizi resi dal Comune funzionano si qualifica la qualità della vita per i cittadini e l'immagine complessiva della città.
Per alcuni di essi la strada che allora indicai era la privatizzazione e tale rimane.
Così anche per il trasporto pubblico, o si incomincia a parlare di privatizzazione (anche parziale) o si avrà un progressivo peggioramento. All'epoca io non potevo neppure accennare alla privatizzazione perché avevo un'opposizione totale del sindacato e quindi della sinistra.
Oggi invece può essere affrontato il problema della gestione del trasporto pubblico che presenta costantemente una pesante onerosità, che non fa vedere minimamente la possibilità di uscire dal circuito vizioso.
In ordine al terzo obiettivo rilancio culturale e sviluppo?
Per quanto riguarda il terzo obiettivo (3), curai l'organizzazione di mostre culturali di ampio respiro che potessero ridare alla città di Napoli quell'immagine di cui oggi tanto si parla.
Nell'ottobre del 1984, infatti inaugurai la mostra sul '700 napoletano.
Ma l'immagine culturale della città è anch'essa legata ad una ripresa dello sviluppo e dell'occupazione. Qualunque rilancio d'immagine è condannato a cadere se non accompagnato da una crescita economica.
Bassolino ha dato vita all'emissione dei "B.O.C." sul mercato americano per poter acquistare nuovi mezzi?
Non si tratta di una novità in assoluto, perché già nel 1975 in qualità di Assessore alle Finanze, firmai ad es. il prestito obbligazionario "città di Napoli" fatto con le normali cartelle del debito pubblico. Bassolino ha ripreso questo filone e lo ha proiettato nel mercato estero, ma con l'impennamento del dollaro, sarà un serio problema quando si dovrà commutare la lira in dollaro; forse con i normali mutui con la Cassa Deposito e Prestiti gli interessi sarebbero stati più contenuti anche per l'intervenuto calo degli stessi sul mercato italiano.
Il Governo avrebbe dovuto essere più cauto nel garantire questo debito in valuta; all'epoca mi furono avanzate proposte da banche internazionali, ma il Governo per il rischio di cambio, non ritenne opportuno offrire alcuna garanzia e quindi bloccò ogni iniziativa.
L'operazione di Bassolino nell'emissione dei B.O.C., è rischiosa per le casse comunali, e soprattutto potrà essere gravosa per le Amministrazioni successive che dovranno pagare.
Ma l'operazione in se dimostra che il Comune deve procurarsi altri fondi oltre quelli di bilancio, per condurre una politica di ordinario intervento nella gestione dei servizi.
Il Comune deve creare le condizioni necessarie perché si determini lo sviluppo e l'occupazione; ad esempio, la privatizzazione della N.U. ha fatto nascere nuove imprese che hanno creato nuove occupazioni; ancora, delle buone regole e piani in materia edilizia e urbanistica possono far nascere lavoro; l'aspetto positivo della città rilancia il turismo etc.
Attraverso i lavori socialmente utili, pur arrivando ricchezza nel tessuto economico della città, si determina lavoro solo precario e quindi fonte di nuove tensioni per il futuro.
Preferisco parlare di sviluppo per l'occupazione con quei provvedimenti che possono generare come indotto il nascere o il rafforzarsi delle imprese e quindi del lavoro.
Quali cose ha fatto durante la Sua Amministrazione?
Per quanto riguarda l'occupazione all'epoca era molto fiorente l'attività edilizia specie per opera del Commissariato di governo, ma vi erano molte difficoltà per l'assegnazione degli alloggi.
Ma per tale attività vi era anche da impedire brogli e ladrocini; sospesi infatti circa 360 miliardi di concessioni in quanto ritenevo che non fossero conformi alla legge.
La sospensione si ebbe perché le concessioni erano state date a stesse imprese che già precedentemente le avevano ottenute per altri lavori pubblici, come estensione di esse, senza che ci fosse nemmeno una progettazione comunale essendo la stessa affidata alle stesse imprese.
Il Comune entro un mese dalla presentazione di questa progettazione doveva dare l'assenso, ma non verificandosi questo, il silenzio era interpretato come adesione.
A mio parere, la ripresa dello sviluppo della città può essere basata nel rilancio da parte del Comune di attività che sviluppino occupazione; naturalmente il tutto deve essere fatto con trasparenza e totale onestà.
L'attuale Amministrazione oggi ha rinunziato alla politica dello sviluppo per basarsi su quella dell'immagine. Non voglio dire che l'immagine non sia importante, ma solo essa non basta.
C'è qualcosa che voleva fare e non ha fatto?
Il risanamento finanziario.
Quello era il primario obiettivo ed ancora oggi la città sconta questo mancato risanamento finanziario. Se allora avessimo eliminato il debito e fatto il risanamento, oggi si sarebbe in una diversa situazione.
Tenga conto che la Giunta del sindaco Tagliamonte dichiarò il dissesto commettendo un atto inutile e dannoso, perché per le grandi città, non si può dichiarare il dissesto.
Inoltre ci sono ancora centinaia di ditte che avevano lavorato e non hanno avuto ciò che spettava loro causa del dissesto.
Cosa ne pensa del porto franco?
A Napoli si è avuta all'inizio del '900 un'esperienza di porto franco con la legge del 1903; quella fu una delle poche occasioni in cui la città ebbe uno spessore di traffici e commerci.
Il varo del porto o zona franca potrebbe essere un'occasione per la possibilità data ad imprese (particolarmente quelle straniere) di far sorgere qui a Napoli, in zona franca, cioè una franchigia doganale, le industrie per l'accorpamento dei componenti facendo nascere in contiguo al porto franco nuove attività industriali.
Quindi, oltre al discorso di passaggio di merci ad esenzione doganale, il porto franco è un'occasione per creare incentivi al nascere di imprese industriali.
Per gli europei c'è libertà di circolazione delle merci, per cui non c'è più il problema del dazio; ecco perché America, Giappone e Cina sono i paesi che dovrebbero essere coinvolti.
In conclusione come vorrebbe passare alla storia?
Per passare alla storia c'è ne corre; oggi ho il dovere come cittadino napoletano, che vuole bene a Napoli, di dare suggerimenti; c'è bisogno di esperienze ed impegni che possano venire dal passato.
Comunque e per risponderle vorrei essere ricordato come una persona "perbene"!
Di cosa si occupa Mario Forte oggi?
Mi occupo essenzialmente della mia professione.
In particolare sono avvocato, mi occupo di giornalismo (conduco una rubrica fissa su una televisione locale) scrivendo qualche articolo per i giornali ed insegno a contratto all'Università.
Pensa a qualche candidatura per il prossimo sindaco?
Se questa domanda è diretta a me, non ho questo intendimento.
Non facendo parte di un partito o schieramento, non potrei candidarmi come espressione di questo o quella forza politica.
Sono stato democristiano e quando è finita la Democrazia Cristiana, ho scelto di attendere.
Comunque ritengo che oggi dovrebbero portare avanti la cosa pubblica persone che abbiano maturato una esperienza nell'amministrazione perché l'esperienza è la base per gestire con conoscenza di fatti e di uomini una attività così complessa qual è quella comunale.

10.02.1997 - Gian Carlo Garzoni


On. Pietro Lezzi - avvocato
ex Sindaco di Napoli - 1987/1990

On. Pietro Lezzi, può ricordare brevemente il Suo operato durante il triennio in cui ha ricoperto la carica di Sindaco della città di Napoli?
Ho guidato la lista del PSI nelle elezioni amministrative del giugno 1987 - 15,3% dei suffragi e 13 consiglieri. Fui eletto Sindaco da una coalizione di centro-sinistra (50 consiglieri) e dagli esponenti del Partito Radicale (Pannella e Craveri).
La città, dopo circa 12 anni, ha un governo di maggioranza.
Sostenitore convinto della necessità, per Napoli, di una grande coalizione, data la complessità dei problemi napoletani, non trovo consensi nel PSI di Craxi e negli altri partiti della coalizione. Nasce, così, l'Amministrazione di centro sinistra che si dà le seguenti priorità:
SCUOLA: Sono approvate le delibere relative alla refezione scolastica, alla contrazione di mutui per 250 miliardi previsti dalla Legge Falcucci per l'edilizia scolastica. Ventitré delibere stabiliscono la costruzione di 1.175 aule scolastiche per avviare a soluzione il problema dei doppi turni.
CULTURA: Celebrazione del 250° anniversario della ricostruzione del Teatro di San Carlo, riapertura del Teatro Mercadante di proprietà comunale. Nello stesso tempo Tato Russo inaugura il restaurato Teatro Bellini.
A dieci anni dal terremoto l'Amministrazione Comunale ripristina l'Arco di Port'Alba e realizza la sistemazione dell'insula tra via Costantinopoli, il Teatro Bellini, l'Accademia di Belle Arti, il Museo Archeologico, la Galleria Principe di Napoli.
Inizia il restauro di Palazzo Roccella, in via dei Mille, dopo una vertenza durata 24 anni. La Villa Comunale è illuminata con luci dell'800. In essa si restaura la Cassa armonica, la fontana delle "paparelle" ad iniziativa delle socie dell'Inner Weel. Vengono ultimati i lavori per la Casina Pompeiana, il Circolo della Stampa (ideato dal prof. Luigi Cosenza), il Circolo del Tennis, la sistemazione urbanistica e l'arredo del Borgo Marinari.
Nello stesso tempo la Soprintendenza alle Gallerie completa il restauro di Castel Sant'Elmo che ospita per la prima volta l'Assemblea generale della Confindustria; organizza la mostra del Seicento.
Piazza Plebiscito è finalmente libera dalla presenza di vetture private e pubbliche ad iniziativa dell'Amministrazione Comunale; di concerto con le OO.SS. E' bandito un concorso per la sistemazione della Piazza.
Negli anni '87, '88 visitano la città di Napoli la principessa d'Inghilterra, la Regina madre, il Presidente della Repubblica Popolare Cinese Lixiannian, François Mitterand, Presidente della Repubblica Francese in occasione del Vertice italo-francese sui problemi della CEE e della difesa europea. Incontra il Presidente del Consiglio Goria.
Francesco Cossiga, Presidente della Repubblica, inaugura il restauro dell'Arco del Laurana, voluto da Alfonso d'Aragona, in Castelnuovo. È uno dei primi risultati della Fondazione "Napoli 99" di Mirella e Maurizio Barracco.
Sempre in Castelnuovo è inaugurato il Museo civico ad iniziativa della giunta Lezzi. A Palazzo San Giacomo, sede del governo cittadino, il Sindaco premia i professori Maurizio Cotrufo per i trapianti di cuore; Giovanni Pacileo per i trapianti di midollo ed infine il professore D'Urso che ha realizzato notevoli risultati nella ricerca di grossi frammenti di DNA. Adriano Zichichi riceve la cittadinanza onoraria.
SERVIZI: Il Consiglio comunale approva le delibere per la privatizzazione del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani e le delibere relative all'inventario e alla gestione del patrimonio immobiliare del Comune di Napoli; il piano dei trasporti affidato all'Infrasud-Ansaldo Trasporti; la costruzione del primo tratto della linea Tranviaria rapida da Piazzale Tecchio alla Torretta. Per non previsti dissesti idrogeologici - che bloccano la macchina perforatrice del sottosuolo e la pala meccanica - la costruzione, opera dell'Ansaldo-trasporti, si ferma a Piazza Piedigrotta all'altezza del Cinema Odeon. Avrebbe dovuto percorrere in sotterranea la Riviera di Chiaia fino a Piazza Municipio e proseguire per Ponticelli lungo la via Marittima. Nel marzo di quest'anno, l'Amministrazione in carica ha annunciato la ripresa dei lavori con alcune modifiche al tracciato.
Viene inaugurato il tratto della metropolitana collinare che unisce piazza Vanvitelli-piazza Medaglie d'oro, un percorso di 1.300 metri. Precedentemente, in piazza Vanvitelli, era stata inaugurata la stazione di partenza.
Iniziano i lavori per la realizzazione del piano parcheggi (dieci), utilizzando i fondi del prestito di 180 miliardi concesso dal Banco di Napoli nel 1984.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri Ciriaco De Mita inaugura alcuni edifici del Centro Direzionale, costruito dalla Mededil su progetto dell'architetto giapponese Kenzo Tange. Viene potenziata l'illuminazione stradale.
URBANISTICA: Il Consiglio Comunale approva la delibera programmatica di variante del Piano Regolatore e quella per la nomina dei componenti il Comitato Tecnico Scientifico che dovrà elaborarla.
OCCUPAZIONE: L'Amministrazione Comunale Lezzi, con la diretta partecipazione del consigliere comunale on. Vincenzo Scotti, Vice segretario della DC, promuove la Conferenza per lo sviluppo. Vi partecipano ministri in carica, i rappresentanti dell'ITALSTAT, del Banco di Napoli, delle FF.SS., della Confindustria, dell'IRI, dell'ENI, dell'EFIM, della FIAT, le OO.SS., i consiglieri comunali, provinciali, regionali, i parlamentari.
Si provvede alla stipula di una convenzione tra l'Aeritalia ed il Comune per la costruzione, a Capodichino, del polo aerospaziale con 1.500 posti di lavoro.
Con l'approvazione delle relative delibere hanno inizio i lavori per l'ampliamento ed il riammodernamento dello Stadio San Paolo, per i campionati mondiali di calcio 1990. Così Napoli è sede di incontri del torneo e della semifinale. I lavori sono relativi anche al potenziamento dei servizi radiodiffusione e stampa, alla sicurezza pubblica, agli impianti sportivi e di accoglienza dello Stadio. Iniziano anche i lavori esterni allo Stadio, per la viabilità, per i parcheggi a raso e sotterranei, per l'arredo di Piazzale Tecchio. Si provvede, poi, alla sistemazione delle Gallerie Umberto I e Principe di Napoli, del Parco Virgiliano a Posillipo, di Mergellina, del Borgo Marinari, dell'aeroporto di Capodichino e della Stazione marittima.
La Presidenza del Consiglio esprime il suo plauso per il programma di manifestazioni artistiche in vista dei Mondiali '90.
Alcune iniziative evidenziano l'impegno del Sindaco Lezzi per i problemi sociali: le frequenti visite alle case di pena di Poggioreale, ai reclusi tossicodipendenti, al manicomio giudiziario, al carcere femminile di Pozzuoli, alla casa circondariale di Nisida ed ai minori a rischio. E poi al dormitorio pubblico, all'ospizio per anziani nel rione Sanità ed al corso Secondigliano, le visite alla Comunità "la Tenda", "il Pioppo", le riunioni degli operatori sociali dipendenti comunali e degli extracomunitari per la Consulta cittadina, la consegna di una seconda casa, in Piscinola, per gli assistiti dalle suore di Madre Teresa di Calcutta. Gli incontri con il Presidente del Consiglio Andreotti, con i ministri per provvedimenti in favore dei disoccupati, dei cassaintegrati, dei senza tetto, degli sfrattati. Ma i risultati sono stati sempre inadeguati. Sicché la questione sociale rimane nella sua drammaticità; espressa peraltro, da continue e talvolta violente manifestazioni di piazza.
Sono fenomeni che purtroppo, si ripetono ancora oggi e sui quali si è appuntata l'accorata e critica attenzione dell'Arcivescovo di Napoli.
Nel corso degli anni dal luglio '87 al luglio '90 Lezzi si è dimesso tre volte: 1) all'indomani delle dimissioni da consigliere comunale e dalla maggioranza dell'on. Marco Pannella; 2) dopo l'approvazione delle delibere relative al piano parcheggi ed ai lavori per lo Stadio San Paolo in vista dei Mondiali '90, per favorire una verifica politica e la formazione di una nuova giunta municipale. Infine, 3) all'indomani delle elezioni regionali del giugno '90 che segnarono un incremento elettorale rispetto alle elezioni regionali del 1985 - dal 13,3% al 15% - ma un arretramento rispetto alle elezioni municipali del 1987. E poi perché giochi interni di partito, non determinarono l'elezione del Sindaco. Le dimissioni furono tenute ferme, nonostante le sollecitazioni in contrario dei dirigenti napoletani del PSI.
Come è nato, di cosa si occupa e quali sono gli scopi dell'Ente Ville Vesuviane di cui ricopre attualmente la carica di Presidente?
Sono centoventuno le Ville Vesuviane del XVIII secolo incluse nell'elenco compilato dall'Ente per le Ville Vesuviane, approvato dal Ministero della Pubblica Istruzione e pubblicato sulla G.U. n.° 5 del 7.1.1977, secondo quanto disposto dalla legge di iniziativa parlamentare n.° 578 del 29 luglio 1971 "Provvedimenti per le Ville Vesuviane del XVIII secolo" istitutiva dell'Ente per le Ville Vesuviane. L'Ente è un consorzio dotato di personalità giuridica di diritto pubblico. Provvede alla conservazione, al restauro ed alla valorizzazione del patrimonio artistico costituito dalle Ville Vesuviane del XVIII secolo.
Furono costruite nel '700 per volontà dell'aristocrazia partenopea, lungo il "Miglio d'oro" - un tratto della strada borbonica delle Calabrie quando Carlo di Borbone, Re di Napoli e la sua consorte Amalia di Sassonia stabilirono in Portici una residenza reale.
Sono opera degli architetti dell'epoca Sanfelice, Vaccaro, Medrano, Fuga, Vanvitelli.
L'Ente, diretto da un Consiglio di Amministrazione composto dai designati dalle istituzioni consorziate, e da me presieduto, sono stato membro della Camera dei Deputati e del Parlamento Europeo e Sindaco di Napoli dal luglio 1987 al luglio 1990.
Nel corso degli anni, l'Ente ha acquisito alla mano pubblica le ville Campolieto, di valore inestimabile, e Ruggiero, entrambe in Ercolano, operando restauri di riconosciuta perizia; ha consolidato il Palazzo Vallelonga in Torre del Greco, acquistato e restaurato dalla Banca di Credito Popolare; ha completato il restauro della villa Letizia in Barra (Napoli); ha rivitalizzato il Parco della Favorita in Ercolano.
Per la valorizzazione del patrimonio architettonico restaurato, l'Ente promuove ed ospita manifestazioni artistiche, culturali, sociali. Di maggior rilievo "Il Festival delle Ville Vesuviane", manifestazione internazionale di teatro, giunta alla sua dodicesima edizione; concerti del Teatro di San Carlo e di altre Associazioni musicali. Ha ospitato mostre d'arte contemporanea quali "Terrae motus" e "a Mosca...a Mosca". Ha ospitato, altresì, il primo Congresso Mondiale di Papirologia.
Per "il sociale", l'Ente ha concesso l'uso di alcuni ambienti della Villa Campolieto alla Facoltà di scienze turistiche ed a STOA', struttura dell'IRI, che organizza corsi annuali di formazione manageriale, in collegamento con la SLOAN SCHOOL of MANAGEMENT del M.I.T.
Ho ricevuto il Premio di cultura "Guido D'Orso", in qualità di presidente dell'Ente Ville Vesuviane.
Con notevoli studi di noti docenti della Facoltà di architettura di Napoli, l'Ente ha affrontato i problemi del riassetto urbanistico dell'area vesuviana circostante le ville, ha progettato "itinerari turistici", ha manifestato le sue idee circa la perimetrazione del Parco nazionale del Vesuvio e del ruolo che in esso deve esercitare il patrimonio artistico settecentesco; ha dato il suo contributo alla elaborazione del "patto territoriale" per lo sviluppo dell'area vesuviana.
Modeste le risorse finanziarie per la realizzazione degli scopi dell'Ente da parte del Ministero competente; più consistenti quelle della Regione Campania e del Ministero del Bilancio e della Comunità Europea.
L'Europa comunitaria è stata interessata alla salvaguardia del patrimonio architettonico vesuviano da Simone Veil, Presidente del Parlamento europeo, da Antonio Giolitti e da Carlo Ripa di Meana, Commissari della Comunità economica europea per le politiche regionali.
L'Ente Ville Vesuviane è associato ad "Europa Nostra".
Nel corso degli anni dal 1971 ad oggi, la presenza, le attività, i risultati conseguiti dell'Ente per le Ville vesuviane hanno favorito la ripresa degli studi accademici, delle tesi di laurea, delle visite guidate, in particolare delle scuole, ad opera dell'Associazione Amici delle Ville Vesuviane ed una accresciuta sensibilità del "privato" e del "pubblico" per la tutela del patrimonio storico-culturale vesuviano.
Direttore dell'Ente è l'architetto Paolo Romanello.

24.03.1997 - Gian Carlo Garzoni


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