Tommaso Sodano
Assessore al turismo per la Provincia di Napoli


D.: Assessore qual’è il ruolo istituzionale di un Assessorato al Turismo per la Provincia?
R.: Il ruolo istituzionale è un ruolo importante, però farei subito un distinguo tra quello che è il ruolo previsto dalla normativa, la Legge 142, e quello che concretamente oggi è il rapporto tra la Provincia di Napoli e la nostra Regione. La Provincia ha il compito di coordinare le attività, anche di promozione turistica di tutto il territorio provinciale, di pensare di mettere in rete tutta una serie di informazioni, di luoghi, di storia, di tradizione, di cultura e di trasmetterli e promuoverli sul territorio regionale e nazionale.
Attualmente, però non essendoci la delega da parte della Regione, il nostro ruolo è abbastanza limitato perché non abbiamo risorse per poter gestire il Turismo nella Provincia di Napoli. Tutto è nelle mani della Regione con ancora gli EPT che non sono stati trasformati in aziende speciali, essendo questi commissariati da diversi anni il ruolo di programmazione turistica in questa fase è bloccato o è svolto limitatamente dagli assessorati regionali e da quello che resta degli EPT.

D.: Attualmente il ruolo della Provincia è quello di coordinamento e non di programmazione?
R.: Oggi non avendo una delega completa, non abbiamo più nulla; abbiamo solo una delega amministrativa sulla classificazione degli alberghi della Provincia di Napoli, facciamo una presa d’atto di delibere consiliari, quindi dal punto di vista della delega al turismo siamo abbastanza ininfluenti.
Stiamo cercando comunque di avere una nostra immagine, un nostro ruolo indipendentemente da quello previsto dalla normativa vigente.
Questo problema riguarda non solo il settore del Turismo ma riguarda un po’ tutti i settori in questa Regione, infatti non c’è la delega completa in Agricoltura, per la formazione professionale, il trasferimento delle deleghe per la differenziazione dei ruoli tra Regione e Provincia in Campania non sta avvenendo. La Regione dovrebbe avere il ruolo di pianificazione, di programmazione generale e lasciare la gestione alla Provincia e alle Comunità locali, ma ciò non avviene.
Questo non è un problema politico in quanto anche le Provincie di Benevento, Caserta; (che hanno la stessa colorazione politica della giunta regionale) sono limitate, quindi è un problema di decentramento che non è ancora partito
Noi stiamo cercando di portare avanti delle iniziative, di rispondere al nostro ruolo con quelle poche risorse che il bilancio della Provincia mette a disposizione. Tra queste c’è l’iniziativa "Apriti Sesamo" che abbiamo fatto ultimamente e che ha avuto un grosso successo, "Il Natale Insieme in Provincia", "L’Estate in Provincia". Stiamo cercando di mettere in collegamento i vari Comuni della Provincia di Napoli.
Come linea guida abbiamo scelto di dare spazio soprattutto a quelle località che hanno dei tesori nascosti, come nel caso di "Apriti Sesamo" e che però non sono noti al grosso pubblico, non sono pubblicizzati, non hanno l’attenzione dei posti più rinomati della nostra Provincia e che, secondo noi, se opportunamente inseriti in percorsi, in circuiti potrebbero rappresentare una fonte di sviluppo, di ricchezza notevole per l’intera Provincia di Napoli.

D.: "Apriti Sesamo" è un iniziativa che è ancora in atto, terminerà a fine mese?
R.: " Apriti Sesamo" nasce praticamente subito dopo "Maggio dei Monumenti a Napoli" parte quindi dall’ultimo week-end di Maggio e si chiude a fine Giugno ed ha una scadenza annuale.
Quest’anno è la terza edizione. La manifestazione è nata dalla volontà di alcune associazioni locali. Il primo anno, coinvolgeva solo due Comuni, Nola e Cimitile. L’anno scorso l’abbiamo organizzato coinvolgendo una decina di Comuni e quest’anno vi hanno partecipato 33 Comuni fra Napoli ed Avellino includendo l’Agro-Acetano-Nolano fino la bassa Irpinia, dal punto di vista quantitativo è la manifestazione più importante, di questo tipo, che si svolge in Italia.
L’iniziativa ha ricevuto il Patrocinio di organi di stampa, di reti televisive, della Rai ed inoltre il Ministero dei Beni Culturali ha dato il suo Patrocinio morale, quindi un lavoro riconosciuto anche ad alti livelli.
In quest'inerari, c’è la possibilità di visitare un patrimonio straordinario che per anni ed anni è rimasto chiuso come ad esempio le Basiliche Paleocristiane di Cimitile. Sono state, per la prima volta, aperte al pubblico due anni fa con la prima manifestazione di "Apriti Sesamo", adesso superati gli ultimi problemi burocratici dovrebbero aprire definitivamente da settembre; Nola ha un patrimonio straordinario.
Immaginate che sono censiti nella Provincia di Napoli 33 siti archeologici che vanno da Villa Literno ad Atella, agli scavi di Acerra, alle Basiliche di Cimitile, agli scavi di Nola fino ad Avella, alla zona Vesuviana, per non parlare di quelli famosi di Pompei, Oplonti, Ercolano, la zona Flegrea; c’è un patrimonio straordinario che, tranne per i siti più famosi, non è conosciuto, molte volte, neanche dai cittadini napoletani..

D.: E’ il Comune che promuove i singoli tesori, questa promozione non proviene dalla Provincia?
R.: Si sta iniziando adesso a promuoverli direttamente, poiché molti Comuni che hanno anche piccoli tesori sono fuori dal circuito, allora si sta cercando di inserirli in un circuito e far si che il turista che viene nella Provincia di Napoli, che visita le isole, Pompei, Napoli possa trovare il tempo per trascorrere la mezza giornata per vedere qualcosa di particolare ma poco noto che può essere la Basilica, il museo di Pulcinella etc.

D.: A cosa state lavorando in questo periodo?
R.: Stiamo cercando di realizzare una guida della Provincia di Napoli, che tenga conto non solo dei posti più noti, ma anche di quelli sconosciuti, ma non meno importanti per ciò che hanno da offrire dal punto di vista storico-culturale, artistico, archeologico, delle tradizioni. Un’idea di questi giorni, è quella di esportare in modo serio e qualificato i Gigli di Nola, se si considerano manifestazioni analoghe che si svolgono in Italia come coinvolgimento delle comunità, ad esempio il Palio di Siena, le opportunità che queste offrono in termini di ritorno economico e di sviluppo è notevole per queste aree, bisogna quindi cercare di far conoscere tutta una serie di formazioni culturali e popolari presenti nella nostra Provincia. Abbiamo diversi carnevali: a Capua, a Palma Campania; eventi che si svolgono in altri Comuni che non rientrano, molte volte, neanche nell’elenco delle sagre, delle manifestazioni che si svolgono in Italia.
Pensare di fare una guida in cui si mettono insieme le località più note con le feste, le tradizioni, la cultura, la gastronomia è qualcosa d'importante.

D.: In che anno uscirà questa guida?
R.: Quest’anno usciamo dal dissesto finanziario che ci ha limitato ulteriormente nello spendere fondi del bilancio Provinciale per le manifestazioni, che il legislatore ha ritenuto non indispensabile per il funzionamento dell’Ente.

D.: Lei da quanti anni è in carica?
R.: Sono due anni

D.: Il suo sogno nel cassetto?
R.: Stiamo lavorando ad un progetto già da due anni che è diventato realtà dallo scorso gennaio, almeno come costituzione, ed è l’Università del Vino da realizzare nella Provincia di Napoli.
L’Università del Vino è a cavallo, appunto, tra agro-industria e agro-alimentare ma è anche turismo, l’idea è quella di avere una sede nella Provincia di Napoli della prima Università del Vino in Italia, l’unica presente in Europa è quella in Francia nata diversi anni fa, come iniziativa per valorizzare la risorsa Vino sotto tutti i punti di vista, dalla produzione alla trasformazione, alla commercializzazione alla degustazione. Nel corso degli anni si è evoluta ed è diventata anche occasione turistica o agrituristica offrendo ospitalità presso le cantine nei fine settimana, proponendo week-end di degustazione, week-end di corsi per sommelier, per enologi.
Avvicinare, far crescere, lievitare la cultura nobile del Vino; il corretto uso, il corretto consumo del Vino, ciò potrebbe consentire un grandissimo rilancio anche del settore vinicolo che sta conoscendo delle difficoltà nella Provincia di Napoli.
Non molti sanno che la nostra Provincia ha una tradizione millenaria sin dai Romani, le nostre Vigne erano tra le più rinomate già 2000 anni fa’.
Ci sono molti nostri vini DOC che non sempre riescono ad essere conosciuti in Italia, non li troviamo nelle enoteche italiane. Molte volte nei nostri ristoranti non troviamo vini Campani ma vini del Trentino, vini del Chianti.
Quindi dobbiamo cercare di far crescere questa cultura aprendo le cantine, c’è ne sono d'importanti come quelle di Ischia dei Fratelli Tammaro, quelle che troviamo nella zona del Vesuvio, nella zona Flegrea.

D.: Un altro settore interessante è quello termale?
R.: Si, c’è attualmente un progetto di rilancio dei centri termali finanziati dalla Comunità Europea per mettere in collegamento i centri termali della Comunità e del Mediterraneo, del Marocco, dell’Ungheria per rilanciare il termalismo.
La settimana scorsa abbiamo fatto un gemellaggio con la Provincia di Ferrara, essendo questa in una fase avanzatissima attualmente la Provincia gestisce tutto, nello spirito di ciò oggi si sta discutendo in Parlamento: il decentramento. La legge Bassanini in qualche modo deve accelerare questo decentramento per poter dare alla Regione una sorte di ruolo di mini stato, con il compito di gestire una programmazione generale; non si può pensare che la Regione programmi e gestisca tutto.
Non parliamo tanto per la Provincia di Napoli, che si può ritenere fortunata per certi versi, ma pensiamo al Cilento dove sono presenti comunità montane, parchi che dovrebbero avere una loro autonomia funzionale.
Il parco naturale del Vesuvio è un altra risorsa naturale che non decolla perché non dotata degli strumenti necessari per operare.

Oggi i settori di maggiore intervento della Provincia di Napoli sono: le strade, le scuole, ha ricevuto la delega nel settore ambiente per quanto riguarda i controlli degli scarichi a mare, delle acque, degli scarichi nei corsi fluviali e dell’inquinamento atmosferico.

20.06.1997 - Alessandra Guerra


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