il mito, e oltre
di Maurizio Vitiello

Una delicata e struggente leggenda narra che Napoli sia stata fondata intorno alla tomba, sulla quale i pescatori del luogo avevano innalzato un tempietto, della bellissima sirena Partenope, che innamoratasi perdutamente del dio Vesuvio fu da questi ripetutamente respinta.
La sirena disperata uscì per sempre dal mare, dove soltanto poteva vivere, si sdraiò sulla spiaggia, sotto l'attuale collina di Pizzofalcone, e con gli occhi rivolti al suo amore attese la morte.
Partenope" e lo storico Strabone aggiunge che anche al suo tempo ne era onorata la tomba e si celebravano feste annuali in suo omaggio.
La leggenda prosegue raccontando che gli dei, commossi da un così grande amore e ancor di più da un così massimo sacrificio, fecero crescere, intorno al corpo dell'infelice creatura, fiori e piante meravigliose che in breve coprirono tutte le colline del Golfo e diedero al mare il colore azzurro dei suoi occhi e crearono l'angolo più bello del mondo, cosicché chiunque vi avrebbe abitato sarebbe stato felice e colmo di amore per tutto e per tutti.
Gianfranco Duro, Mariano Mastrolonardo, Michele Mautone, Marlisa Palomba, Rosa Panaro, Carmine Sodano, Felice Storti e Aldo Vaglio avranno probabilmente riflettuto su questa leggenda, e chissà quante volte avranno sfumato negli orizzonti delle loro opere qualche minuta tessera di questa favola mitologica.
E riposti significati allegorici sono rintracciabili anche in queste incisioni, selezionate da Vera Cantella, che ha allegato in raccolta il riflesso tracciato di operatori ben conosciuti. Danza leggero il riverbero del mito antico sul respiro dei segni incisi e scivola la memoria che scintilla saturi punti di fuga o abili avanzamenti epifanici, nell'impaginazione irruente e graffiante o morbida e trasparente. Gli artisti cancellano il nulla della lastra per affidare al contenuto spazio emozioni sottese ed espressioni convinte di un immaginario sempre inseguito, in una temperatura di suggestioni. Sfidano, infondo, l'incognita alimentata dal gioco quotidiano delle incertezze.


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