Solidarietà, 1990
opera in bronzo, cm 22 x 30 x 18

Solidarietà, 1990
opera in terracotta, cm 22 x 30 x 18

Rappresentazione del corpo quale memoria materica del sensibile. Una scultura, quella di Januario, che si presenta nella realtà dei corpi raffigurati e nella materia trattata del lucido, tradizionale bronzo, di carattere classico, ma interpretata nella profondità delle espressioni di ogni gestualità con attuali, moderni sentimenti di angoscia, di smarrimento dell’era presente. Januario che vive l’arte, non come vizio solitario, ma come inno alla vita associata, come un atto di intercomunicabilità sociale, filtra, con evidente sensibilità, la problematica esistenziale del suo tempo e se ne fa portavoce, conscio del suo dovere di artista di ammonimento e denuncia, riuscendo ad imprigionare l’invisibile, dell’insieme dei sentimenti e delle tematiche dell’uomo moderno, nel visibile reale della sua rappresentazione. I corpi sono scolpiti da Januario come piccoli cosmi ricchi di enigmi, sono strutture di carenze e di bisogno fluttuanti nel mondo, alla ricerca del di esso senso. Sono corpi che lottano, portando in sé la problematicità del cosmo, sentendo tutto il dramma della fragilità del destino dentro cui si muovono. A volte la tensione dei corpi è protesta e rivolta, onda di violenza vitale nel tentativo di richiamare le cose al loro senso, altre volte l’abbandono esprime in ogni linea la desolazione e l’abbattimento, segnati in quella memoria delle membra che supera quella della intelligenza. E’ impresso ogni ricordo, gioia o desiderio in quella materia umana che diviene fabbrica di significati, che da ogni segno emana un senso profondo. E’ una rivalutazione del corpo, non qualcosa di avulso, a volte sottovalutato o a volte esaltato, ma completa interazione del sensibile ed espressione di esso.

Marisa Russo