BRUNA CATALANO GAETA
TRILOGIA MARIANA
'
E ttre Madonne

Fantasia
scenico-musicale

in tre episodi
con vari interventi in lingua napoletana

Prefazione del
Card. Crescendo Sepe

Introduzione di
Antonio Portolano

ISTITUTO GRAFICO EDITORIALE ITALIANO
80136 Napoli - Via Giacinto Gigante, 34 - Tel./Fax 081 544.89.98

NOTA DELL'EDITORE
La "Trilogia Mariana" di Bruna Catalano Gaeta è proposta soprattutto alle giovani generazioni, per cui l'Autrice ha ritenuto opportuno, per una facile lettura del testo, di premettere al Prologo e ai tre Episodi che la compongono, dei precisi riferimenti per le musiche, che sono riportate nell'allegato fascicolo, per il riassunto dell'episodio e per il procedimento delle scene con gli interventi dei protagonisti.
In neretto sono riportati i brani degli storici, che a loro volta si alterneranno, in corsivo i testi e in tondo tutti i vari avvicendamenti sulla scena.
Per la realizzazione di questo libro hanno generosamente contribuito i coniugi Anna Maria e Pio Cirafici, la poetessa Bianca Adele Sole, Raffaele Catalano e Bruna Catalano Gaeta ai quali va il nostro più sentito ringraziamento.

'E ttre Madonne

LA MADONNA DI POSITANO

La Venuta della Madonna a Positano
Durante la persecuzione iconoclastica in oriente, avvenne a Positano un ammirabile Avvenimento. Una nave, partita da quelle parti, recava a bordo l'Immagine dipinta della gran Madre di Dio, che stringe nel braccio sinistro il Divino Infante, ed il bastone sormontato da doppia croce. Entrata nel golfo di Salerno a piene vele, e arrivata dirimpetto alla città di Positano, i naviganti, udendo una voce: Posa, immantinenti si fermarono. Il pilota, da interno lume ispirato, rivolse le vele al vicino lido. Quivi, rapportando l'accaduto, diede la cennata Immagine ai cittadini di Positano, che con somma gioia se la ricevettero, ed accompagnati da tutto l'equipaggio della nave, la trasportarono nella Chiesa di S. Vito.
è questa immagine opera di greco pennello, su tavola dallo spessore di quattro dita, lunga undici palmi e larga quattro, ha sulla testa sovrapposto un diadema di oro. è di colore bruno, colla faccia sfumata di rosso, e siede guardando con occhio severo.
I Positanesi La riguardarono sempre come un dono fatto loro dalla stessa Madre di Dio, e come pegno dell'alta Sua protezione. La proclamarono quindi loro Patrona e Protettrice e come tale La onorarono sempre con ispeciali omaggi d'amore, di rispetto e di venerazione. Avvenne un giorno - come si ha dalla tradizione - che, venuti in chiesa, non
pia La ravvisarono sull'Altare; di che al somma meravigliati e stupiti e con ansia ricercata, La ritrovarono poggiata su di un cespuglio di mortella, e, lietissimi, La ripresero e La riportarono nel luogo primiero dandosi alacremente ad edificare in quel luogo una Chiesa che e appunto quella che ora si vede in riva del mare...
Dalla Monografia di Positano del Canonico Errico Talam

LA MADONNA DEL CARMINE

Origini
L'origine del culto a S. Maria del Carmine detta "La Bruna", in Napoli risale al secolo XIII. In quell'epoca, nella vasta zona del Campo Moricino, lambita dal mare e fuori la città, esisteva una chiesetta dedicata al grande taumaturgo S. Nicola Vescovo di Mira comunemente conosciuto come S. Nicola di Bari.
Questa chiesetta custodiva in una grotta o cripta una icona raffigurante una Madonna con il Bambino (una delle tante immagini attribuite dalla leggenda a S. Luca, ma forse opera di scuola toscana del secolo XIII), che una tradizione posteriore affermava esser stata portata dai frati carmelitani quando furono costretti a lasciare il Monte Carmelo in Palestina, alcuni di essi si stabilirono nel ricordato Campo Moricino, forse in un anno imprecisato verso la meta del secolo XIII e certamente prima del 1268.
Tale immagine riscosse ben presto la fervida devozione degli umili abitanti delle zone del Moricino e dell'arena. La vicinanza poi del mercato favoriva un continuo diffondersi del culto.
Quanto ormai fosse già vasta questa devozione
e testimoniato nel 1457 da una bolla di papa Sisto IV, nella quale si specifica che il "popolo napoletano" era solito recarsi numeroso a visitare la chiesa, eretta dai carmelitani alla fine del secolo XIII sul luogo della ricordata chiesetta di S. Nicola, per venerare questa sacra immagine e lucrare l'indulgenza plenaria dall'inizio di agosto fino all'8 settembre, giorno dedicato alla natività della Madonna.

LA MADONNA DI PIEDIGROTTA

Il Santuario di Piedigrotta
Sorge in Napoli, ai piedi della collina di Posillipo, a fianco della grotta che porta a Pozzuoli.
Il culto di S. Maria della Grotta risale al sec. XII ed il tempio primitivo
e documentato sin dal 1207.
Nell'anno 1353 fu eretta una chiesa
pia grande e nei lavori di sterro, dice la tradizione, si rinvenne l'antica e bellissima effigie di Maria col Bambino Gesù, scolpita in legno: la stessa che il fedele ammira oggi.
Grande
e sempre stata la venerazione verso la SS. Vergine di Piedigrotta che fu solennemente incoronata per decreto del Capitolo Vaticano il 5 settembre 1802.
Nell'anno 1453 la chiesa
e stata affidata da Alfonso d'Aragona all'Ordine dei Canonici Regolari Lateranensi che vi officiano tuttora. Nel 1912 e divenuta la prima chiesa parrocchiale in Napoli affidata ad un Ordine religioso.

PREFAZIONE

Parlare della fede dei Napoletani senza fare riferimento alla Madonna è quasi impossibile.
La Madonna del Carmine, più affettuosamente chiamata "Mamma d' 'o Carmene", è invocata e pregata come mediatrice di grazia.
Sono tante le donne che affidano e consacrano i loro figli alla Mamma Bruna.
Con la stessa intensità di fede il nostro popolo prega la Madonna di Piedigrotta e, con filiale abbandono, chiede la Sua protezione materna.
Nell'opera
Le Tre Madonne, di Bruna Catalano Gaeta, si coglie questo taglio comunicativo, dialogico e familiare.
Questo lavoro artistico ha, tra l'altro, il merito di trasmettere quella devozione per Maria, che nel nostro popolo ha un'energia senza pari.
Sempre, attraverso il teatro, la commedia, il dramma e la canzone i Napoletani hanno espresso le vicende della loro vita, raccontando in musica la loro storia.
Infatti, alcune canzoni, molto note, hanno scandito i drammi dell'esistenza e il vissuto del popolo napoletano.
Santa Lucia luntana, ad esempio, rinnova il dramma dei nostri emigranti rivissuto in quello dei nostri immigrati. La volontà di ripresa dai disastri delle sconfitte che La Leggenda del Piave espresse negli anni della prima guerra mondiale, e ancora oggi capace di scuoterci e darci coraggio.
La stessa Autrice del presente lavoro, dichiara di aver voluto fare opera di oratorio e di melodramma. Il primo ci ricorda quel grande didatta di vita cristiana che fu San Filippo Neri: con lui si ripercorre il pellegrinaggio che a Roma divenne la visita alle
"sette chiese" e che qui e quella "alle tre Madonne";
il secondo, il melodramma, crea quella forma di spettacolo che nella storia e stato definito "totale" perchè in esso confluiscono tutte le forme d'arte: musica, movimento coreutico, parola, scenografia.
Ecco il grande affresco di arte e musica nel quale penso si possa collocare l'opera dedicata alla Madonna da Bruna Catalano Gaeta.
Con Maria ha saputo cogliere i sentimenti di sempre che grazie alla perenne novità della fede in Gesù Cristo, che l'ha donata a noi come Madre, sono anche per i nostri giovani l'insegnamento più prezioso che si possa trasmettere. Avendola scritta per i ragazzi, auguro che tantissimi ne possano essere attori, cantanti ed interpreti per dare ai loro coetanei ed alle loro famiglie, innanzitutto, il messaggio di amore e di speranza.

CRESCENZIO Card. SEPE
Arcivescovo Metropolita di Napoli

PREMESSA

Questo lavoro sta fra la forma oratoriana e quella melodrammatica: è una simbiosi rappresentativa con un accostamento delle due forme, l'una sacra, l'altra profana.
è, a mio parere, l'espressione compiuta dell'uomo nella sua naturale essenza dualistica, tra la realtà concreta e materiale e la trascendenza spirituale senza apparenti cause: due principi distinti ed opposti in un antagonismo immutabile ed inevitabile che è proprio l'espressione più veritiera dell'umano destino.

BRUNA CATALANO GAETA

BIOGRAFIA

Bruna Catalano Gaeta, nasce a Napoli il 10 Settembre del 1920.
Figlia primogenita di E.A. Mario (al secolo Giovanni Gaeta, Napoli 5/5/1884 - 24/6/1961). Diplomata in Pianoforte nel Conservatorio di San Pietro a Majella (Napoli) e docente di Educazione musicale, ha rivelato il suo istinto artistico attraverso le "Rapsodie sui Cantori storici di Napoli" da lei composte (che sono una forma di esposizione musicale delle canzoni classiche napoletane) da Di Giacomo a Bovio, da Murolo a Nicolardi, da E.A. Mario ad Armando Gill, legate fra loro in forma di Suites moderne.
Inoltre per le scuole (attività integrative) ha scritto molte "Fantasie scenico-musicali", ispirate alla Storia ed al Costume tradizionalistico di Napoli ("Ce steva 'na vota, 'na vota ce steva"; "Trilogia Mariana"; "Oratorio di Natale"; "Primavere napoletane" etc.) di cui alcune, oltre ad essere rappresentate, sono state riprese anche televisivamente. è autrice di molti Saggi, alcuni dei quali pubblicati su riviste di cultura, come: "La genesi del dialetto"; "Ricordi di viaggi in Italia e all'estero"; "Viaggio nel Veneto - ovvero Pellegrinaggio nei luoghi storici che vissero e soffrirono gli eventi della 1a guerra mondiale (1915-18)", della rapsodia patriottica "Come nacque la Leggenda del Piave", scritta in memoria del Padre E.A. Mario e di tanti altri lavori in parte andati perduti.
Ha pubblicato un libro di "Storia della musica: Linguaggio universale" con un'appendice sulla canzone napoletana (questo libro e conservato negli archivi dei Conservatori di Napoli, Salerno, Avellino e Benevento); e – sempre a scopo didattico – ha scritto un "Trattato di armonia" e un "Trattato di teoria musicale con elementari nozioni di acustica".
Nel 1989 ha dato alle stampe, per 1'Editore Liguori di Napoli: E.A. Mario: Leggenda e Storia; it libro narra la vicenda umana, sociale e artistica di questo autore napoletano geniale e vulcanico; e, inoltre, uno spaccato della storia partenopea e italiana nel periodo in cui egli visse e opero. Attraverso la narrazione emergono it carattere, la cultura letteraria e musicale, l'indole incorruttibile, la disponibilità generosa e disinteressata di questo Poeta-Musicista (ed anche editore) verso coloro che ebbero la ventura di conoscerlo e - conoscendolo - di amarlo.
Bruna Catalano Gaeta ha dato molti concerti in Italia e all'estero, di questi ne ricordiamo alcuni. Appena adolescente, inizio questa esaltante esperienza a Sorrento, accompagnando a pianoforte il Padre in una serata di "Incontri" all'Hotel Tramontano. Giovanissima, a Milano, durante un concerto di canzoni napoletane con il Padre, accompagno "all'istante" nella celebre "Canzona appassiunata" it tenore Tito Schipa, presente in sala come spettatore. E - sempre come accompagnatrice a pianoforte - nel corso degli anni, dette concerti in molte città italiane, in Teatri ed in Circoli di Cultura; prestigiosi specialmente quelli dati nei Circoli della Stampa di Genova, di Roma e di Napoli.
Sostituì in una trasmissione all'EIAR di Roma, nel 1939, il cantante napoletano Vittorio Parisi, che, ammalatosi improvvisamente, non poteva far fede all'impegno e - per questa imprevista sostituzione canora - fu oggetto d'ammirazione con proposta di una trattativa d'ingaggio, che it Padre, cortesemente, ma decisamente rifiuto. Al Teatro S. Carlo di Napoli, nel 1945, accompagno a pianoforte Gennaro Pasquariello. Partecipo poi ad uno spettacolo radiofonico con Michele Galdieri ed il maestro Armando Fragna intitolato "Prego, maestro", nel 1955, e a tante altre trasmissioni che ne seguirono.
E.A. Mario morì il 24 giugno 1961 e nel 1° anniversario della morte del Padre, Bruna Catalano Gaeta (1962) dette due concerti commemorativi, uno al Teatro Mercadante il 24 maggio, l'altro il 24 giugno al Teatro Politeama (Napoli). In tutte e due le manifestazioni parteciparono contemporaneamente, alternandosi nelle esecuzioni, le orchestre di Piero Avitabile e di Luigi Vinci (entrambe sul palcoscenico) mentre, al centro c'era un pianoforte a coda. Bruna, al termine dello spettacolo, accompagno, da solista, Tecla Scarano nelle prime tre parti della Leggenda del Piave, ed alla quarta parte intervennero, compatte, anche le due orchestre. Furono due spettacoli di cui a lungo si parlo con entusiasmo, anche per it cast artistico che vi aveva partecipato.
Nel 1984, nella ricorrenza del primo centenario della nascita di E.A. Mario, oltre alle manifestazioni al Teatro di Corte e in un qualificato circolo culturale cittadino, Bruna Catalano Gaeta fu ospite a "Domenica in" e fu intervistata da Pippo Baudo. Nei giorni seguenti dette concerti, insieme alla figliuola Delia Catalano, a La Spezia, a Salerno e poi a New York (la cui recensione fatta da "Il Mattino" e riportata al termine della biografia).
Ma c'era stata anche un'altra manifestazione, nel 10° anniversario della morte del Poeta, che fu organizzata da un Ente napoletano al Teatro Politeama e, in quella occasione, Bruna accompagno personalmente al pianoforte (ed anche questa volta senza prova, per l'eccezionalità del caso) Claudio Villa (che doveva cantare con l'orchestra, ma durante il viaggio era andata dispersa la sua borsa che conteneva le partiture delle canzoni!)
E, andando a ritroso nel tempo, partecipo nel 1960, "per conto della RAI", ad una trasmissione televisiva per tener pronta una documentazione sull'Artista, ormai gravemente ammalato, e trasmetterla quando sarebbe successo "l'irreparabile"! Perchè gli Enti preposti "non ci avevano pensato" quando E.A. Mario era ancora attivo e in piena vitalità! Quanto fu amara per la famiglia capire e sopportare il peso di questa tragica realtà e per la figliuola, "costretta" da queste contingenze, che - con il cuore lacerato - dovette fingere un improvvisato "incontro" con gli artisti Mario Abbate e Maria Paris, ed accompagnare a pianoforte le belle canzoni del padre ormai morente!
Pianista solista dell' Orchestra di Luigi Vinci, dal 1970 al 1976 suono nei mesi estivi alle Nuove Terme Stabiane (Castellammare di Stabia) riscuotendo un vivissimo, costante, personale successo.
Nonostante i notevoli successi conseguiti dalla nostra protagonista, che per il suo infinito amore per la musica aveva studiato pianoforte, quasi sempre da "autodidatta", seguendo puntualmente i programmi ministeriali che si procurava in Conservatorio, non aveva un titolo di studio.
Per soli 8 mesi (aveva circa 9 anni) ebbe come maestro Napoleone Cesi, con risultati più che lodevoli, e per circa 3 anni studio con Gilda De Martino, conseguendo il diplomino di 5° anno a 17 anni. Poi, durante gli anni successivi nei ritagli di tempo sottratti al lavoro e poi alla famiglia andò avanti, sempre da sola, negli studi pia difficili. Infine, soprattutto per serie esigenze familiari, decise di prendere nel 1977 (a 57 anni compiuti) quel titolo di studio che le mancava e in soli 22 giorni fu artefice di una irripetibile impresa scolastica, mai realizzata da nessuno, presso it Conservatorio di S. Pietro a Majella. Si era preparata, in pochi mesi, con 1'aiuto di due validissimi insegnanti, per gli esami di Storia della Musica e Armonia. E cosi affronto con esiti positivi gli esami finali di Storia il 23 giugno (con 8,50) e di Armonia il 27 e 28 giugno (con 7). Dal 4 all' 8 luglio consegui 1'8° anno di pianoforte-integrativo (con 9) ed Infine il 10°, preparato con il Maestro Paolo Spagnolo in pochi mesi, che supero (con 8,50) il 14 luglio.
Gia nell' anno scolastico 1977-1978 ottenne una cattedra per 1' insegnamento della Musica nelle Scuole Medie Statali e nel 1983, a 63 anni, l'abilitazione all'insegnamento che effettuo con viva passione lasciando ricordi incancellabili nei suoi alunni fino a 71 anni quando nel 1991, per limiti di età, andò in pensione con il minimo.
Bruna Catalano Gaeta, insieme alla figliuola Delia, oltre che a New York ha dato anche altri concerti in Inghilterra nel 1978 e precisamente a Londra e a Derby per conto dell'A.N.F.E. (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati) a scopo filantropico, ricevendo, come compenso pecuniario, soltanto un "gettone di presenza".
Nel 1982 fu inserita, insieme alla figliuola, nel programma che il Centro di Cultura Italiano di Amburgo aveva allestito nel 10° anniversario della sua fondazione, con una serie d'interventi di vari artisti (pittori, scultori, scrittori e poeti) dal 20 ottobre a tutto dicembre di quell'anno. I concerti che la riguardavano personalmente furono dati il 6 novembre nell'Amerika Haus ad Amburgo, il 7 ad Altona e il 10 a Kiel, di cui di seguito e riportata la recensione di un giornale tedesco.
Nel 1983 partecipo agli "Incontri Musicali" di Scanno in onore del musicista abruzzese Camillo De Nardis; nel 4° concerto di quel programma esegui, prima da solista e poi con il violinista Maurizio Pietrantonio, musiche del maestro scomparso.
E ancora nel 1983, inserita negli "Incontri di Sorrento", dette un concerto nel Chiostro di San Francesco eseguendo quattro Rapsodie sui Cantori Storici di Napoli da lei stessa elaborate.
E poi? Ancora e sempre concerti, tanti, a Salerno, ad Avellino, nell' Auditorium del Conservatorio, nel Cilento con Bruno Venturini e la figliuola Delia, a Capri, nel locale "Anema e core" assieme a Peppino di Capri...
E continua ad offrire la sua disponibilità artistica a scopo filantropico per quegli Enti morali (Agop, Cs etc.) ... e ancora nei nosocomi, negli ospedali psichiatrici, nella casa circondariale di Poggioreale a Napoli... ed ha un ricordo indelebile di un concerto offerto a Procida agli ergastolani (quando c'era la casa di pena in quell'isola).
In difesa della canzone classica napoletana e stata promotrice di diversi spettacoli per it "Teatrino della Canzone" fondato dal giornalista Marino Turchi, tra gli anni 60-70.
E stata spesso ospite d'onore nel "Salotto Tolino" di Napoli con trasmissioni televisive (Televomero) curate con molto garbo dal pa-drone di casa, it poeta Salvatore Tolino che ospitava ogni domenica "Gli amici della domenica" da molti anni. Un salotto accogliente, pieno di ricordi e di fotografie di molti artisti (alcuni purtroppo scornparsi) che parteciparono a quest'incontri: da Nino Taranto, al pittore Giovanni Panza, a Ettore De Mura, Egisto Sarnelli, Salvatore Cerino, Don Erminio Scalera, Lello Lupoli e tanti altri.
Al Circolo della Stampa e al Circolo Artistico di Napoli ha dato molti concerti di musica popolare con Nino Taranto e con Bruno Venturini. I131 ottobre 1997 ha partecipato alla trasmissione di Paolo Limiti
Ci vediamo in TV.
L'ultimo concerto all'estero e stato dato a Buenos Aires nel dicembre del 1997, dove si e recata insieme alla figlia Delia. Qui risiedeva it figlio primogenito Prof. Raffaele Catalano, docente di Scienze umane e Storia nell'Associazione culturale Cristoforo Colombo e addetto culturale nell' University di questa capitale argentina con agganci di gemellaggio con l'University di Siena, con lo scopo di formare parte della classe dirigente portena comparandola a quella italiana, facendo da trait d'union fra i due Atenei.
Il 24 gennaio 1998, dopo un iter complesso e faticoso, Bruna Catalano Gaetà è riuscita a far intitolare una sala della Biblioteca Nazionale di Napoli a suo Padre, donando tutti i suoi cimeli, compresi i libri, gli articoli, i lavori letterari e musicali, materiale di inestimabile importanza messo a disposizione di chiunque voglia consultarlo; tutto questo per eternare la memoria del suo amatissimo genitore, e far conoscere la sua produzione artistica alle future generazioni.
Ci furono altre apparizioni in TV con Paolo Limiti, la seconda andata in onda - in differita - il 15 aprile 1998, a cui segui, per le continua richieste del conduttore, una terza e una quarta. La più recente partecipazione in TV e stata nel 2004 con Fabrizio Frizzi.
Infine il 23 giugno 2006 Bruna Catalano Gaeta ha donato al Conservatorio di San Pietro a Majella il pianoforte di E.A. Mario, per tale eccezionale avvenimento ci fu una entusiastica manifestazione musicale nella Sala Alessandro Scarlatti con una straordinaria partecipazione.


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