CAPURRO GIOVANNI
CAPURRO GIOVANNI - Napoli, 5 febbraio 1859 - 18 gennaio 1920.
E' il poeta dell'immortale
Ettore de Mura -
Enciclopedia della Canzone Napoletana
Casa Editrice IL TORCHIO, Napoli 1969
Giuseppe Capurro ricorda lo zio Giovanni |
Carduccianelle Giovanni Capurro |
Luciano Capurro canta "Giovanni" |
Galleria Immagini e documenti |
Giovanni Capurro, nacque a
Napoli il 5 febbraio 1859. Fu meraviglioso e prolifero poeta di natura semplice
e modesta, non ebbe dalla vita e dall'arte, quella fortuna che, più degli altri
suoi contemporanei giustamente meritava.
Concettoso, arguto, originale, sempre espressivo e incisivo, ha arricchito il
patrimonio poetico dialettale di innumerevoli poesie.
Capurro seppe vernacolare mostrando la sua abilità cimentandosi con la metrica
usata dal Carducci nelle "Odi Barbare" mettendo in evidenza le
straordinarie doti artistiche e fu elogiato dal classico e severo poeta di
Valdicastello, che gli scrisse: "Tutta sua è la prova e la vittoria".
La sua vena era limpida e inesausta, ovunque posasse il suo sguardo egli trovava
materia al suo canto. Pubblicò le sue poesie oltre che sul giornale
"Roma", sul "Corriere di Napoli", sul "Don Marzio"
e su moltissimi settimanali, riviste e numeri unici. Scrisse infinite
"macchiette" e canzoni che si cantano tuttora con immutato successo.
E' l'autore della celeberrima canzone " 'O Sole Mio" vero inno alla
vita e che rappresenta l'incontrastato inizio della grande e inimitabile
stagione canora napoletana nel mondo. " 'O Sole Mio" tra l'altro, in
più occasioni è stato eseguito come inno nazionale all'estero in cerimonie
ufficiali. Capurro, inseguiva la musa aristocratica con abiti da popolana;
l'incrocio tra l'istinto e la letteratura. Non è questo il segno comune dei più
grandi poeti della canzone napoletana?
Scrisse la celebre "Totonno 'e Quagliarella" componimento così
pervarso da semplice e accorata amara filosofia, e che fu cavallo di battaglia
di Raffaele Viviani, e poi di Nino Taranto e di tanti altri.
Sul finire dell'ottocento, e all'inizio del secolo scorso nasceva a Napoli una
nuova forma di spettacolo: il "Caffè Chantant"; ad esibirsi in questi
concerti, oltre alle celebri vedettes venute da Vienna, da Parigi e da altre
località, si cimentarono anche cantanti che provenivano dal popolo e Capurro,
seppe per primo, cogliere con felice intuizione l'essenza dignitosa della
"Chanteuse" napoletana dal posticcio nome francese scrivendo nel 1905
l'ironica "Lilì Kangy".
Quante canzoni ha scritto Capurro? Tante, e parecchie di successo, con musicisti
di primo ordine! Con il maestro Francesco Buongiovanni, tra l'altro ha scritto:
"Fili D'oro" componimento in lingua, un'altra gemma che ha contribuito
unitamente ad altri autori napoletani alla nascita della canzone italiana.
"Don" Giovanni Capurro, così veniva chiamato, amava la musica che in
gioventù studiò col maestro De Nardis al Conservatorio di San Pietro a
Maiella, diplomandosi in flauto. Era un brillantissimo frequentatore di salotti,
ove cantava, suonava il pianoforte e faceva spassose imitazioni.
Come giornalista, appartenne per circa trent'anni alla famiglia del giornale
"Roma" prestando la sua opera come cronista prima e poi come critico
teatrale e, negli ultimi anni della sua vita, impiegato amministrativo.
Giovanni Capurro, morì povero il 18 gennaio 1920, lui così "ricco"
di autentica poesia. All'elogio funebre il giornalista-scrittore Aniello
Costagliola, nel ricordare l'amico-collega scomparso disse: "che da
morto entrava vivo nella casa dei poeti e che con Giovanni Capurro Napoli e la
sua splendida stagione canora se ne andava per sempre".
'O sole mio l'inno del sole e dell'amore |
ANEDDOTI
"'O sole mio"
- la canzone più famosa nel mondo
Fra
i tanti poeti napoletani che hanno "cantato" il sole, la pagina
musicale di Giovanni Capurro e Edoardo Di Capua rimane il simbolo di una città.
Nella Napoli della povera gente, ricca solo di sogni e di illusioni, Giovanni
Capurro è redattore del quotidiano Roma e insegue ideali poetici. Propone una
sua elegia al sole a Edoardo Di Capua, un maestro di musica la cui unica risorsa
è il gioco del lotto. Ne nasce una canzone che l'editore Bideri acquista per 25
lire e ne affida la diffusione ai posteggiatori. È il 1898. In breve tutto il
mondo canta 'O sole mio.
14 agosto
1920. Il re Alberto del Belgio inaugura ad Anversa le Olimpiadi. Sfilano le
rappresentative nazionali mentre la banda esegue gli inni ufficiali. Un momento
di smarrimento quando escono gli italiani perché le autorità non hanno lo
spartito della "Marcia Reale". Il maestro passa voce ai suonatori e
attacca 'O sole mio, che la folla dello stadio canta a gran voce.
"'O sole mio"
Giovanni Capurro, l'autore di
" 'O sole mio" nacque a Napoli, nel 1859 e morì cosi come era vissuto,
cioè povero. Dalla sua vena poetica ricevette solo la gloria, mai l'agiatezza.
La sua fu una morte napoletanissima, i familiari accortisi che stava alla fine,
gli misero accanto al letto una immagine di S.Giuseppe, ritenuto patrono della
buona morte. Sereno e sorridente Capurro volle dettare l'ultima poesia "Che
buona morte, se io mi sento meglio" diceva uno dei versi, e ridendo
spiegava che S.Giuseppe più che ricordargli la buona morte gli ricordava le
zeppole. Dopo aver dettato la poesia reclinò il capo.
ARTICOLI STAMPA
"carduccianelle"
alla napoletana
Sono poesie in napoletano
che restituiscono l'immagine e le atmosfere di un mondo che si andava
disperdendo
Una raccolta di versi di Giovanni Capurro autore di
"O sole mio"
LO SPETTRO - 15 Febbraio 2000
Le
"carduccianelle" per ricordare capurro
Al Molosiglio è stato reso
omaggio al grande poeta
ROMA - 20 Maggio 2000
RIVIVE
GIOVANNI CAPURRO AUTORE DI " 'O SOLE MIO"
Celebrato al circolo nautico
Posillipo il poeta napoletano autore di uno dei brani più conosciuti e amati
nel mondo
IL MATTINO - 21 Luglio 2000
L'AUTORE
DI " 'O SOLE MIO" NEI VERSI ISPIRATI AL CARDUCCI
Giuseppe Capurro erede del
grande Giovanni stasera presenta nel Convento Francescano di Marano il volume
"Carduccianelle"
IL MATTINO - 12 Novembre 2000
allo
stadio san paolo
Un premio ai primi della
classe
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