A NAPOLI LA V EDIZIONE DEL
PREMIO MEDITERRANEO
Alle ore 18 di Venerdì 4 Gennaio 2002, nello
splendido teatrino di Corte di Palazzo Reale, sono stati assegnati i
seguenti premi: Mediterraneo di Pace e Cultura, Mediterraneo d'Arte,
Mediterraneo Diplomazia, Mediterraneo Informazione, Mediterraneo
Istituzioni, Delfino d'Argento.
Il Premio Mediterraneo è alla sua quinta edizione, la manifestazione è
organizzata dall'Accademia del Mediterraneo - Maison de la Mediterranèe
(direttore generale è l'architetto Michele Capasso). Questa V edizione è
stata celebrata all'insegna della Pace, informazione e mondializzazione,
durante l'assegnazione dei premi è stato proiettato un breve filmato di
circa 12 minuti, illustrando il lavoro svolto dai membri del "Laboratorio Fondazione Mediterraneo" nel corso dei sette anni dalla sua
istituzione.
Nell'occasione di tale importante evento, è stato eseguito per la prima
volta "L'INNO DEL MEDITERRANEO", composto dal M° Betta ed eseguito dal
Coro Polifonico e dell'Orchestra Sinfonica dell'Accademia Musicale "ENRICO
CARUSO"diretto dal M° Giuseppe SCHIRONE. L'Accademia musicale ha inoltre
eseguito in apertura "White Christmas", "Torna a Surriento" (cantata dal
bravo tenore Daniele Zanfardino), "Fratelli d'Italia", e "l'Inno alla
Gioia" di Beethoven.
A conclusione della serata era prevista nella "scaletta" l'esecuzione di
'O sole mio che purtroppo, per ragioni dell'inoltrato tempo scaduto, non
è stata più eseguita dal tenore Zanfardino e dal
coro, poiché le Autorità
presenti erano state invitate anche ad un altro importante appuntamento musicale
nella trecentesca Basilica di Santa Chiara.
Il pubblico ha applaudito gli interventi musicali con passionale e
coinvolgente trasporto, soprattutto con l'esecuzione degli Inni.
La sede ufficiale dell'Accademia del Mediterraneo - Maison de la
Mediterranèe sarà inaugurata il prossimo maggio a Napoli, in alcuni
locali dell'ex Hotel des Londres e Ambasciatori, sito in piazza
Municipio.
Bruno Carrano
Qui di seguito sono riportati i nomi e le motivazioni
dei premiati e delle Autorità convenute e di altri partecipanti:
Antonio Bassolino, Presidente della Regione
Campania
Claudio Azzolini, Vicepresidente del Consiglio
d'Europa
Josè de Carvajal, Ambasciatore di Spagna in
Italia
Paolo Pucci di Benisichi, Ambasciatore d'Italia
in Spagna
Akira Hayashi, Ambasciatore del Giappone in
Italia
Nebad Abdel Latif, Ambasciatore d'Egitto in
Italia
Aziz Mekouar, Ambasciatore del Marocco in
Italia
Carmine Nardone, Presidente della Provincia di
Benevento
Luigi Anzalone, Assessore ai Rapporti con i
Paesi del Mediterraneo della Regione Campania
Adriana Buffardi, Assessore alla Cultura della
Regione Campania
Caterina Arcidiacono, Vicepresidente della
Fondazione Laboratorio Mediterraneo
Maria Bufalini Costantino, docente di lettere
Michele Capasso, Direttore generale
dell'Accademia del Mediterraneo - Maison de la Méditerranée
Donata Cutuli, progetti comunitari CGIL
Ferruccio de Bortoli, Direttore del "Corriere
della Sera"
Monica Garcìa Fuentes, Giornalista de "El Mundo"
Valeria Gigante Lanzara, Docente di lettere
Enrico Guglielmo, Soprintendente per i Beni
architettonici ed il Paesaggio di Napoli e Provincia
Pedro Martinez Seiquer, Direttore di "Dialogo
mediterraneo"
Predrag Matvejevic, Presidente del Comitato
scientifico della Fondazione Laboratorio Mediterraneo Nullo
Minissi, Direttore scientifico dell'Accademia del Mediterraneo
Vittorio Nisticò, giornalista, già direttore
dell' "Ora "di Palermo
Nabil, Cantante, Palestina
Noa, Cantante, Israele
Moni Ovadia, Cantante e attore
Giuseppe Reale, Presidente del Centro
francescano di Cultura "Oltre il Chiostro"
Pedro J. Ramirez, Direttore de "El Mundo"
Luciana Stegagno Picchio, Membro dell'Accademia
del Mediterraneo
dott. Nunzio Di Giacomo,
Comm. Straordinario dell'Azienda Autonoma di Soggiorno Cura e Turismo di
Napoli
dott.ssa Rachele Furfaro, Assessore alla
cultura del Comune di Napoli
dott. Attilio Della Mura
dott.ssa Assunta Santoro
M° Federico de Curtis
e tanti altri...
ACCADEMIA DEL MEDITERRANEO e MAISON DE LA
MEDITERRANEE
REGIONE CAMPANIA
in collaborazione con:
Provincia di Benevento, Comune di Napoli,
Corriere della Sera, El Mundo, II Denaro, Rai, Centro francescano di
Cultura Oltre il Chiostro,
Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio di Napoli e
Provincia.
PREMIO MEDITERRANEO
V EDIZIONE Napoli, 4 gennaio 2002
Gli assegnatari di
questa edizione sono:
• Il Premio "MEDITERRANEO DI PACE E CULTURA", è assegnato alla memoria
dei giornalisti Maria Grazia Cutuli e Julio Fuentes, di recente
assassinati in Afghanistan. Ritirano il premio Monica, Garcia (moglie
di Julio Fuentes) e Donata Cutuli (sorella di Maria Grazia Cutuli).
• Il Premio
"MEDITERRANEO D'ARTE", è assegnato a Moni Ovadia. Ritira il premio
l'artista.
• Il Prernio speciale
"MEDITERRANEO DIPLOMAZIA", è assegnato a Paolo Pucci di Benisichi
(Ambasciatore d'Italia in Spagna) e a Nehad Abdel Latif (Ambasciatore
d'Egitto in Italia). Ritirano il premio i 2 ambasciatori.
• Il Premio speciale
"MEDITERRANEO INFORMAZIONE", è assegnato ai quotidiani "El Mundo" e
"Corriere della Sera" ed al giornalista Vittorio Nisticò. Ritirano il
premio Ferruccio de Bortoli, Pedro J.Ramirez e Vittorio Nisticò.
• II Premio speciale
"MEDITERRANEO ISTITUZIONI", è assegnato a Antonio Bassolino (Presidente
della Regione Campania). Ritira il premio il Presidente Bassolino.
• Il Premio speciale
"DELFINO D'ARGENTO", è assegnato alla memoria di Paolo Bufalini e
Marcello Gigante (Membri fondatori dell'Accademia del Mediterraneo).
Ritirano il premio le mogli Maria Bufalini e Valeria Lanzara.
In questa occasione:
•
SARA' PRESENTATO IN ANTEPRIMA L' "INNO DEL
MEDITERRANEO", composto da M.Betta, accettato dai vari Paesi ed eseguito
dal Coro e dall'Orchestra Polifonica dell'Accademia Musicale "Enrico
Caruso".
• SARA' PRESENTATA LA
"MAISON DE LA MEDITERRANEE", istituzione altamente rappresentativa dei
Paesi euromediterranei che avrà sede a Napoli.
• SARA' COSTITUITA LA
SEZIONE "CLASSICISTA" DELLA BIBLIOTECA DEL MEDITERRANEO, intitolata a
Marcello Gigante.
LE MOTIVAZIONI
• Premio
"MEDITERRANEO DI PACE E DI CULTURA 2002"
alla memoria di Maria Grazia Cutuli e Julio Fuentes
La guerra. Groviglio di
torti e passioni, di infamie e grandezze. Come uno strappo nel tessuto
che a stento millennio dopo millennio dal primo lontano antenato agli
albori di quella riflessione e coscienza che pose regole e leggi a
frenare l'istinto, reprimere l'egoismo, invenire una concezione del
bene, legare nel mutuo ausilio con valori generali e comuni e ci ha reso
meno transeunti nel gran mare dell'essere per la traccia che vi
persiste, si rinnova nel presente, perpetua nel futuro e segna
un'identità più alta di quella biologica. Uno strappo in cui nella lotta
di forza contro forzala civiltà tragicamente costruita si fa come
incerta e a momenti vacilla.
E loro là, i corrispondenti di guerra, senza odio né parte, a
testimoniare coraggi e viltà, esempi di compassione o di abusi, di
generosità e di bassezze, senza pregiudizio alla ricerca di quella
verità che ciascuno dei contendi travisa. Là per fondare su quella
verità una migliore comprensione degli uni e degli altri, delle
sofferenze di chi gli uni e gli altri subisce, mettere in questione le
certezze opposte e gettare le basi di un nuovo intendimento cheponga
fine alle ostilità, stabilisca una nuova pace, possibilmente più giusta.
Per questa comprensione, per questo futuro migliore e più umano, là:
tenaci, senza risparmio, senza fuga dal rischio. Senza appoggio, se non
quello lontano dei giornali che li hanno inviati a una missione più
difficile del combattimento, quasi sempre più oscura. Là, inermi tra gli
armati, sereni tra le passioni, arditi senza baldanze, determinati più
dei combattenti. Là, sempre un passo più avanti e dove la lotta è
accesa, convinti e decisi. Fino al sacrificio come Maria Grazia Cutuli e
Julio Fuentes di cui ci riportano i corpi mutilati e il telefonino
spezzato.
Non si è spezzata la loro voce che qui raccogliamo, il loro messaggio
che qui ripetiamo nel loro nome.
• Premio
"MEDITERRANEO D'ARTE 2002" a Moni Ovadia
La ricerca di novità
nella vita, nel costume e nel pensiero, che è stata la forza dinamica
dell'Occidente dal suo primo costituirsi, si è accelerata freneticamente
nella «modernità». Sulle società che hanno continuato con stretto rigore
le loro tradizioni nei concetti e nel costume come nei modi dell'ordine
sociale e perno nelle forme dell'arte, della letteratura e della lingua,
la °modernità"porta con il suo impatto una turbolenza che, a differenza
di invasioni e di guerre improvvisamente sconvolgitrici ma rapide a
calmarsi, difficilmente si acquieta poiché la "modernità' si confronta
violentemente con convinzioni e abitudini, stravolge economie stabilite,
impone la rottura di quel tessuto in cui ciascuno è racchiuso ma sicuro,
bloccato ma stabile, proscioglie l'individuo e lo spinge verso
prospettive lanciate sul nulla.
Rottura profonda, impreparata e imprevista, generatrice di speranze che
disattende, portatrice di un messaggio illeggibile. In tutto il mondo
non Occidentale, particolarmente in quello Islamico che non vi ritrova
neppure le promesse della filosofia greca onde l'Occidente s'è nutrito e
che lo stesso Islam gli aveva in parte restituito con la sua falsafa, le
conseguenze dell'impatto sono travolgenti, suscitano opposizioni che si
abbarbicano rigidamente al passato. In tanta preclusione e violenza
difficile è il compito di chi cerca di aprire una comprensione reciproca
e instaurare un dialogo.
A questo compito MONI OVADIA ha dedicato, con lo slancio e la passione
dell'arte, un'opera assidua di ricerca e di invenzione che ha fatto
rivivere in maniera originale canti arabi e sefarditi del XIII e
XIVsecolo, rievocando le comune radici di quelle culture che oggi sono
assunte a motivo di affi-ontamento da popoli i quali invece
non possono avere la loro rinascita se non in una nuova collaborazione e
armonia.
• Premio Speciale
"MEDITERRANEO DIPLOMAZIA" 2002 a:
Nehad Abdel Latif
Ambasciatore d'Egitto in Italia. Con lunga e paziente opera ha
costruito, anno dopo anno, un solido lungo dialogo tra l'Italia e
l'Egitto come base di una più alta e profonda mutua conoscenza delle
società che si raffrontano sulle diverse sponde del Mediterraneo.
Infaticabilmente ha fatto conoscere i differenti aspetti delle culture
che nei millenni si sono susseguite in Egitto e contribuito a dare una
dimensione più ricca e profonda al partenariato euromediterraneo.
Paolo Pucci di
Benisichi
Ambasciatore d'Italia in Spagna. Ritessendo la storia comune e così
strettamente intricata di due culture e due popoli, ha dato alla sua
opera accorta e dedicata, in questo momento in cui Spagna e Italia si
succederanno alla guida dell'Unione Europea, una profondità ed incidenza
capace di rinsaldare le comuni vedute e la comune opera contribuendo in
questo modo a fondare, su salde radici culturali, il Processo di
Barcellona per il partenariato euromediterraneo.
• Premio Speciale
"MEDITERRANEO INFORMAZIONE" 2002
Al "Corriere della
Sera" (Italia)
Nella tradizione degli Albertini il Corriere della Sera ha saputo
mantenere un equilibrio tra le opposte passioni e le ideologie
contrastanti alfine di rappresentare gli eventi in quella luce più
obiettiva che non solo aiuta a meglio comprenderli ma anche permette di
inquadrarli in una riflessione costruttiva.
A questa finalità, per
la quale gli inviati speciali hanno percorso il mondo e talvolta senza
ritorno, la redazione non ha meno contribuito con il suo lavoro assiduo,
paziente, più corale e più anonimo.
A "El Mundo"
(Spagna)
II giornalismo è diventato un
nostro bisogno essenziale. Contiene, tra l'altro, sforzo e sacrificio.
II sacrificio va talvolta fino infondo e merita il nostro più profondo
riconoscimento.
Questo Premio a "EI Mundo" è l'espressione dell'apprezzamento per un
giornale che, con il recente sacrificio di Julio Fuentes, ha dimostrato
quanto sia difficile assolvere ad un'esigenza prioritaria del nostro
mondo: essere informati, che vuol dire soprattutto essere coscienti
nella trasparenza.
A Vittorio Nisticò
(Italia)
Il giornalismo segue e racconta gli eventi quotidiani e storici. E'
raro che un giornale si inserisca nella storia stessa e ne diventi parte
integrante. Ciò è accaduto a "L'Ora", prestigioso giornale di Palermo e
dell'Italia, durante la lunga stagione in cui era diretto da Vittorio Nisticò. E' un esempio nella storia del giornalismo italiano e
mediterraneo.
Con il recente libro "Accadeva in Sicilia: gli anni ruggenti dell' 'Ora'
di Palermo"; edito da Sellerio, Nisticò fornisce una testimonianza
convincente su una tormentata stagione della nostra storia recente.
• Premio Speciale
"MEDITERRANEO ISTITUZIONI" 2002
ad Antonio Bassolino
Nell'assumere il Governo
della Regione Campania, Antonio Bassolino ha istituito un Assessorato
per i Rapporti con i Paesi del Mediterraneo.
Un simbolo e un monito prima ancora che uno strumento di scambi e di
intese. Simbolo e monito di una politica che ha preso coscienza della
svolta del millennio e sentito che Napoli, la Campania e l'Italia stessa
non hanno avvenire fuori del tessuto in cui nei secoli s'è costruita tra
scontri ed incontri, scambi e commistioni, una grande e specifica unità
euromediterranea alla quale l'Europa intera deve tornare a rivolgersi
per rinvigorire e sviluppare i valori su cui ha costruito la propria
identità e che sono sorti dalle sintesi succedutesi nel Mediterraneo. Ma
anche un atto concreto che intera la tradizione secolare di una Regione
che nel Mediterraneo sta al centro e non può riacquistare il significato
internazionale che ha avuto nei migliori momenti del suo passato se di
questo centro geografico non fa un centro politico e culturale.
Anzitutto un centro di comprensione e di intesa, che Antonio Bassolino
ha voluto significare proponendo, tra l'altro, l'erezione di una Moschea
per affermare il mutuo rispetto anche delle differenti coscienze
storiche. Poi e soprattutto ponendo a Napoli la sede della "Casa comune"
dove tutti i popoli del Mediterraneo trovano la loro rappresentanza e la
loro espressione. Questa casa, la Maison de la Méditerranée, è il passo
indispensabile per arrivare in futuro ad un Mediterraneo pacificato e a
quella integrazione euromediterranea che oggi pare un miraggio come
verso la metà del secolo appariva visionaria l'Unità Europea.
Antonio Bassolino ha saputo comprendere la forza di questa nuova visione
e attraverso di essa dare un'alta statura alla politica regionale
anticipando la linea che sola potrà portare l'Italia al suo giusto posto
nel concerto delle Nazioni che su questo mare si affacciano.
• "DELFINO D'ARGENTO"
2002
alla memoria di Paolo Bufalini
La storia ha conosciuto
più di una personalità che, pur non avendo avuto una ribalta mediatica,
ebbero un ruolo straordinario nelle vicende politiche che segnano la
vita di uno Stato. Paolo Bufalini fa parte di questa galleria: per il
contributo dato negli anni '70 per la costituzione di uno dei gruppi
antifascisti, quello romano, più significativi e attivi anche perché
radunò giovani intellettuali che ebbero poi una parte importante nella
scena politica e intellettuale del dopoguerra, per il contributo dato
alla resistenza degli italiani in Jugoslavia; come animatore, dopo la
liberazione, del Movimento Autonomista e Meridionalista, in Sicilia e
nel Sutt nella lotta per la riforma agraria e la modernizzazione del
Paese; come mente forte e saggia nell'opera di rinnovamento del P.C.I.,
dell'unità della sinistra, delle convergenze tra tutte le forze
democratiche. Temi tutti affrontati con una visione alta della politicar,
superando sempre i confini classe e dipartito, con una visione di
statista cavouriano. In questo quadro va collocata l'opera eccezionale
compiuta da Bufalini nel delineare una politica estera di distensione,
di comprensione delle ragioni dell'altro, di amicizia con e tra i popoli
del Mediterraneo; l'intensa attività volta a garantire la pace
religiosa, a migliorare i rapporti tra lo Stato Italiano e il Vaticano
lavorando al rinnovo del Concordato. E lo fece da laico, convinto che
solo la laicità dello Stato e il rispetto della coscienza religiosa di
ciascuno e delle comunità possano sconfiggere quei fondamentalismi che
hanno insanguinato il mondo da secoli, sino ad oggi. Bufalini fu anche
un serio studioso di greco e latino e traduttore attento e acuto di
Orazio, dicendo così a noi tutti che l'intreccio tra cultura e politica
è vitale e necessario per rendere nobile ed efficace l'impegno pubblico,
per rendere migliore il proprio paese e la conoscenza tra i popoli.
• "DELFINO D'ARGENTO" 2002
alla memoria di Marcello Gigante
Nell'epoca di trasformazione che si avvia dopo la
seconda guerra mondiale, Marcello Gigante, come a suo tempo il Carducci,
ha dato voce al rapporto tra cultura antica e coscienza moderna
Rimeditando il testo erodoteo ha interpretato le linee storiche del
mondo classico nel segno del Nomos Basileus, la sovranità della legge.
Traduttore di Diogene Laerzio e Direttore delle collane "La Scuola di
Platone" e "La scuola di Epicuro"; ha approfondito lo studio della
filosofia antica in particolare di Epicureo e Filodemo di Gadara,
attraverso lo studio dei papiri ercolanesi. Al rapporto fra antico e
moderno sono dedicati i saggi su Leopardi, Settembrini, Quasimodo e la
cultura classica fra Otto e Novecento. E' stato redattore della "Parola
del passato", direttore degli "Studi di Filologia Classica"; Presidente
nazionale dell'Associazione Italiana di Cultura Classica.
Le sue pubblicazioni, che superano il numero di 700, hanno sempre
apportato scorci e vedute di grande significato. Fra le opere ricordiamo
"Le Elleniche di Ossirinco" "Nomos Basileus"; "Civiltà delle forme
letterarie nell'antica Pompei", "Classico e mediazione".
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