Renata Ricci
Teneri dolci ricordi
...all'ombra del "Littorio"

Edizioni del
Centro di Promozione Culturale per il Cilento
Acciaroli (SA)

INTRODUZIONE

Prima di perdere completamente quello che il sommo Poeta chiamava il "ben dell'intelletto" (visto che ho ormai superato la soglia degli "anta" che non vogliono significare "quaranta", né "sessanta" ma qualcuno in più, molti di più) e visto che incomincio già a per dare qualche colpo, voglio fermare sulla carta i più rimarchevoli ricordi del periodo più bello della mia vita, prima che essi sfumino nel velo del tempo.
Chissà perché, più si va avanti nell'età e più si ritorna col pensiero ai tempi remoti che, come flash, ogni tanto affiorano nella tua mente. Ti ritrovi, quindi, a ricordare improvvisamente cose capitate tanti e tanti anni fa e alle quali, in quell'istante, non stai pensando affatto.
Per fortuna il Padreterno mi ha dotata di una memoria di ferro e ricordo tutto della mia infanzia e della mia fanciullezza, con qualche lacuna colmata da mia madre per quanto riguarda i primissimi anni della mia vita. Ed il bello è che ricordo meglio le cose successe nella mia fanciullezza che quelle recenti e attribuisco ciò alla mente sveglia dei bambini che capta meglio di quella degli adulti.
Io dico che la vita umana ha due tappe: la prematrimoniale, con la sua spensieratezza, specialmente quando si ha la fortuna di avere una famiglia unita come l'ho avuta io, e la postmatrimoniale con la responsabilità, le preoccupazioni, il lavoro, e tutto quello che costituisce il compito di una coppia che ha messo al mondo dei figli e, generalmente, i dispiaceri sono più numerosi delle gioie.
Per questo voglio ricordare i periodi felici della mia vita, sia quelli della mia infanzia, sia quelli della mia gioventù, trascorsi in seno alla mia famiglia e, per la maggior parte, nella mia terra natia.
Non vuole essere questa una mia biografia, ma un insieme di racconti dal vero che hanno segnato le tappe della prima parte della mia vita: racconti che possono dare un quadro alle generazioni moderne di quello che era un modo di vivere di un tempo, anche sotto il profilo di un folklore che a poco a poco, perdendo la sua poesia, sta affogando nella moderna tecnologia.
E prima di dare inizio a questi miei racconti, voglio parlare delle persone care che mi hanno attorniato ed hanno fatto sì che la mia fanciullezza fosse spensierata e felice e, poiché ho condiviso questa fanciullezza con mio fratello, che una morte crudele ha, prima del tempo, strappato all'affetto di tutti, voglio dedicare a lui queste pagine che, anche se scritte talvolta in tono umoristico, sono sempre soffuse di tanta, tanta nostalgica malinconia.

Renata Ricci Pisaturo


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