IL VERNACOLO NAPOLETANO IN CATTEDRA

Alle ore 10 di sabato 25 maggio 2002, nel salone della Casina del boschetto - ex Circolo della stampa - di Napoli si è tenuta una tavola rotonda sulla proposta di legge presentata in Parlamento il 14 maggio 2002, dai Parlamentari napoletani Sergio Cola e Vincenzo Siniscalchi, affinché la "lingua" Napoletana venga inserita come materia di studio nelle scuole, al pari delle altre lingue minoritarie e già riconosciute quali il Sardo e il Friulano.
La conferenza-dibattito è stata organizzata da Massimiliano Canzanella e da Amedeo Messina - rispettivamente Presidente e Vice p. dell’Accademia Napoletana, ed è stata introdotta da Vincenzo Siniscalchi, Sergio Cola e Renato De Falco, moderata dal giornalista rai Mimmo Liguoro, con gli interventi di Salvatore Palomba, Raffaele Porta, Gaetano Colonnese, Roberto D’ajello e Aldo De Gioia.
Il tema trattato ha destato molto interesse; i presenti hanno ascoltato le motivate proposte espresse sia dai citati relatori che dall’uditorio, con la speranza di veder realizzato il futuro della "lingua" Napoletana come materia di studio didattico in ogni ordine e grado di istruzione scolastica.
Presenti alla informativa manifestazione alcuni studiosi napoletani impegnati nel campo della Letteratura e dello Spettacolo; tra questi sono stati notati il Prof. Silvio Vitale, la Prof.ssa Ada Sibilio Murolo, il Maestro Federico de Curtis, la giornalista Bianca Desideri, il cantante Carlo Missaglia, e gli apprezzati cultori dell’idioma napoletano Roberto Cortese, Carmine Capasso e il Dott. Armandino De Rosa.
In attesa che la proposta di legge venga accolta favorevolmente nei termini previsti, si è sottolineato come sia necessario promuovere più tavole rotonde per confrontarsi sul futuro di questo "nostro" trascurato e "colto" vernacolo, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo per le sue note poetiche e musicali.
Qui di seguito INTERVIU’riporta integralmente il contenuto del testo della proposta di legge; per chi è interessato a saperne di più basta cliccare www.ac-na.org

Bruno Carrano

CAMERA DEI DEPUTATI
PROPOSTA DI LEGGE
DISPOSIZIONI A TUTELA DELLA LINGUA NAPOLETANA

Presentata il 14 maggio 2002
Firmatari: On. Sergio Cola, On. Fincenzo Siniscalchi

Onorevoli Colleghi! - Il bisogno politico sempre più avvertito oggi di una comunità sovranazionale come federazione di popoli e di Stati comporterà, probabilmente, nel prossimo futuro, la necessità di un'omologazione linguistica europea che preservi, però, il patrimonio delle lingue nazionali e garantisca altresì quelle minoritarie; ovvero quelle lingue regionali di cui tempo addietro Lionel Jospin, a capo del Governo transalpino, sollecitava l'inserimento tra le discipline di insegnamento nelle scuole, richiamandosi alla Carta del Consiglio d'Europa sulle culture locali.
Come è stato autorevolmente sostenuto: "le lingue regionali sono lingue nel pieno significato del termine, e qualche volta più ricche e più complesse delle lingue dette nazionali. Tutti sanno, infatti, che queste ultime non si pongono come espressione di una supremazia politica di un dialetto sugli altri. Solo le lingue regionali, provenienti da profonde e mai soppresse tradizioni orali, infatti, sanno tenere viva la libera ed autentica parola di un popolo e dei suoi protagonisti.
I mille anni di storia di una lingua come quella napoletana - ricca oggi di non meno di sei milioni di parlanti - nobile per la sua antica e sempre nuova cultura letteraria, in ambito poetico, teatrale, narrativo e musicale, meritano di essere insigniti attraverso un riconoscimento legislativo, in conformità agli articoli 3, 5 e 6 della Costituzione.
Giunte alla vigilia di una sempre più cogente unità politica degli Stati europei, le singole nazioni hanno l'obbligo di salvaguardare le peculiari identità culturali dei popoli sovrani. Da ciò nasce il bisogno di riconoscere la lingua napoletana come un elemento imprescindibile del patrimonio culturale della città partenopea, e della regione Campania. Peraltro, appare opportuno ricordare, sull'argomento, come la gran parte della produzione drammaturgica e poetica avvenga ancora oggi in questa lingua. Essa circola nel mondo, garantendo reddito ed immagine all'Italia intera, ma in forme prive dell'insegnamento necessario.
Il dialetto napoletano viene già regolarmente insegnato in numerosi istituti di cultura di tutto il mondo, tranne che, paradossalmente, a Napoli e in Italia.
Tali attività didattiche sono, altresì, presenti in numerosi conservatori di musica nei quali l'apprendimento della lingua consente un'adeguata esecuzione di opere appartenenti al repertorio classico, moderno e contemporaneo della canzone partenopea.
La presente proposta di legge, si colloca, pertanto, lungo la strada della riqualificazione della cultura partenopea, con il dichiarato intento di contribuire alla immagine della intera comunità, troppo spesso deturpata dalla continua evocazione di malcostumi criminali radicatisi nel territorio.
La sempre più frequente invadenza, anche nelle rappresentazioni mediatiche, di una versione plebea" della cultura napoletana, caratterizzata da elementi di aggressività e di qualunquismo culturale, sta provocando un inevitabile quanto pericoloso fenomeno dissociativo. La maggioranza dei locutori, infatti, rifiutando ogni rapporto con tali rappresentazioni, preferisce rimuovere l'uso pubblico della lingua, optando, in tale modo, per un'autocensura culturale. Tale rimozione linguistica, estendendosi rapidamente da un bando personale e familiare ad un bando comunitario, sta minacciando oggi la trasmissione generazionale del patrimonio linguistico napoletano.
Per tali ragioni si è ritenuto di proporre una iniziativa legislativa idonea a consentire, in conformità all'articolo 6 della Costituzione, la valorizzazione della lingua napoletana (rappresentativa dell'intera cultura napoletana) attraverso l'applicazione delle norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche di cui alla legge 15 dicembre 1999, n.482, e successive modiîicazioni.

Proposta di Legge
Art.1

1. Alla lingua napoletana si applicano le norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche di cui alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, e successive modificazioni.

 


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