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HOMO FABER
NATURA, SCIENZA E TECNICA NELL'ANTICA POMPEI

MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI NAPOLI
27 marzo - 18 luglio 1999

L'antica Pompei in una suggestiva mostra che, per la prima volta, ricostruisce le straordinarie conoscenze naturali, scientifiche e tecniche degli abitanti della città vesuviana. Il 26 mano si apre, al Museo Archeologico di Napoli, la mostra internazionale Homo Faber: natura, scienza e tecnica nell'antica Pompei.

Attraverso una strategia espositiva di grande spettacolarità, vengono presentati al pubblico oggetti e testimonianze figurative, molte delle quali mai esposte in precedenza. L'edizione napoletana è la prima tappa del lungo e prestigioso percorso internazionale che attende la manifestazione: tra il 1999 e il 2001 la mostra sì trasferirà in USA, Germania, Spagna, Giappone e successivamente in Francia, Gran Bretagna.

Sono oltre 400 i reperti archeologici scelti per l'esposizione; provengono da Pompei, Ercolano, Oplonti, Stabia e rappresentano con completezza i saperi naturalistici, scientifici e tecnici dei romani. Si tratta di strumenti di lavoro, oggetti d'uso quotidiano, di attrezzi agricoli: di ciascuno di essi viene data non solo da una descrizione della materialità e dell'uso ma anche del funzionamento, oltre che della provenienza, della storia, del rapporto con l'uomo che li progettava, costruiva ed utilizzava. Eccezionali oggetti artistici, statue, affreschi, mosaici arricchiranno il percorso di visita e saranno letti come preziosi documenti per trarre, di volta in volta informazioni sulle conoscenze ottiche, sulla cura delle malattie più comuni, sul modo di allevare i pesci, sul funzionamento di un antico contagiri, sull'utilizzo di strumenti chirurgici e di precisione, sul modo di sollevare l'acqua, sulle varietà faunistiche e floreali, ma anche le tecniche di manipolazione dei metalli, delle sabbie e dei prodotti agricoli dell'antica Pompei.

Homo faber è la prima mostra su Pompei che mobilita diverse competenze per coinvolgere il visitatore in una specie di gioco dell'antico così da mostrare come viveva la città morta quand'era ancora viva. Il progetto scientifico della mostra, sviluppato dalla Soprintendenza Archeologica di Pompei, è il frutto di quattro anni di analisi e studi condotti in collaborazione con 25 équipes internazionali di ricercatori operanti in molti ambiti disciplinari ed appartenenti ad istituti italiani e stranieri: archeologi e fisici, storici della scienza e chimici, ingegneri e astronomi, biologi e antropologi, geografi e storici dell'agricoltura, zoologi e medici, idraulici ed urbanisti hanno partecipato alla campagna di ricerche e hanno elaborato i dati e le interpretazioni che ora vengono, attraverso l'esposizione, presentati al pubblico.

Le ricognizioni sui criteri impiegati per la realizzazione delle opera più complesse hanno consentito di comprendere i meccanismi che regolavano il funzionamento di molti congegni, che vengono riprodotti per la mostra in modo tale che il pubblico possa vederne "in funzione" addirittura una decina, di notevole interesse. Il visitatore potrà, infatti, azionare un tornio per l'argilla, muovere macchine idrauliche, o studiare il flinzionamento dell'odometro, l'antenato del contachilometri, un dispositivo applicato ai carri che, ogni quattrocento giri della ruota, equivalenti a un miglio romano, faceva cadere un sassolino in un recipiente. Si potrà anche annusare l'odore dei proflumi di allora, ascoltare la musica degli strumenti antichi, e, negli allestimenti previsti successivamente in prestigiose sedi estere, fissare lo sguardo sul cielo di 2000 anni fa, proiettato su una cupola.

Modelli interattivi di macchine, ricostruzioni virtuali, supporti audiovisivi progettati e realizzati dal Laboratorio Multimediale dell'istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, plastici e perfino un acquario si accompagneranno a sculture, mosaici, affreschi di grande fascino. Il CD-ROM della mostra propone al pubblico una suggestiva visita virtuale dell'intero percorso espositivo, attraverso filmati, immagini, animazioni e attraenti esplorazioni interattive.
La presentazione al pubblico dei risultati delle ricerche condotte è lo scopo fondamentale della esposizione, che mira a produrre un generale arricchimento delle conoscenze proprio a partire dagli elementi che seguitano ad emergere da una delle più importanti aree archeologiche del mondo.

L'esposizione si articola in tre sezioni che illustrano gli aspetti più importanti delle conoscenze nell'arte a Pompei, della natura, della scienza e della tecnica.

NATURA

La sezione della mostra è dedicata all'osservazione della natura e all'uso delle risorse naturali. Vengono presi in considerazione diversi aspetti del rapporto dell'uomo pompeiano con l'ambiente naturale: la riproduzione della carta peutingeriana, il più antico documento cartografico che si conserva, dà conto delle conoscenze geografiche del tempo, con particolare riferimento alla Campania e all'area vesuviaria vista prima dell'eruzione che ne mutò i tratti. Affreschi e bassorilievi informano sulla conoscenza geomorfologica dei luoghi, sulle conoscenze antropologiche, sulle acconciature e i profumi più in uso riproposti olfattivamente. Nella vita quotidiana dell'uomo del tempo, l'uso razionale delle risorse naturali era determinante per la sopravvivenza. Rappresentazioni iconografiche e strumenti permettono di ricostruire le tecniche usate per la caccia e la pesca e per la lavorazione del legno. Di grande interesse, le tecniche per trasformare le sabbie in vetri di spessori, colorazioni e forme diverse, le tecniche di lavorazione delle argille. Il sorgere e il tramontare delle costellazioni vengono messi in relazione con le attività nei campi, che vengono sintetizzate nel plastico di una villa rustica in cui sono ben visibili gli ambienti e le macchine da lavoro: macchine che vengono riproposte in modelli di grandezze naturali, in maniera che il visitatore possa metterle in funzione (torchio vinario, tornio del vasaio, telaio, ecc). Animazioni suggestive consentono, inoltre di osservarle sullo schermo del computer nel loro contesto operativo.

SCIENZA

Il calco della sfera celeste dell'antico atlante Farnese introduce alle informazioni sulle conoscenze astronomiche; nei successivi allestimenti in sedi estere, sulla cupola di un Planetario smontabile, verrà proiettato il cielo di 2000 anni fa. La riproduzione di un'affresco da Stabia illustrante la volta celeste e alcune meridiane testimoniano tali conoscenze. Vengono illustrate le tecniche per la misura dello spazio mediante modelli funzionanti, come l'odometro e la groma. Chiude la sezione, la zona riservata alla musica: vengo presentati il plastico del Teatro di Ercolano ed una serie di affreschi o reperti relativi agli strumenti musicali, dei quali sarà possibile ascoltare la sonorità, grazie a suggestivi prodotti multimediali.

TECNICA

Una ricca esposizione di bilance dà conto dell'introduzione delle misure metriche e degli strumenti per effettuarle: in particolare i compassi vengono messi a confronto con i motivi geometrici realizzati con essi su alcune colonne. L'ottima conoscenza dei principi idraulici viene illustrata con l'esposizione di reperti tecnici quali valvole, calici, statuine con zampillo e dalla ricostruzione di macchine idrauliche perfettamente funzionanti. Alcuni affreschi illustrano le applicazioni dei principi di meccanica, dinamica e statica ai mezzi di trasporto e alle tecniche costruttive. In particolare viene ricostruita in modello la gru calcatoria, la più potente e grande macchina per sollevare pesi dell'antichità. Per le edizioni straniere della mostra sarà predisposto un prodotto multimediale realizzato con effetti spettacolari, sonori e visivi, per ricostruire, con forte coinvolgirnento emotivo dell'utente, l'eruzione del 79 d.C. Vi verranno esaminati non solo gli effetti che essa ebbe sul territorio, ma anche sulle singole abitazionù In particolare si potrà rivivere l'eruzione dell'evento catastrofico e che per questo è stata recentemente oggetto di studi approfonditi.


MOSTRE


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