Napoli-Weimar
andata e ritorno

Casina Pompeiana - Villa Comunale
3 novembre - 3 dicembre 2000

Con il sostegno dell’Assessorato all’Identità del Comune di Napoli, venerdì 3 novembre 2000 alle ore 18,00 presso la Casina Pompeiana, è stata inaugurata, dal sindaco di Napoli Riccardo Marone e dall’Assessore all’Identità Rachele Furfaro, la mostra Napoli/Weimar andata e ritorno. Curatori della mostra: Francesco Galdieri, Mimmo Scognamiglio e i docenti della Bauhaus-Universitat Gabriele Rothemann e prof. Norbert W. Hinterberger.

Dopo la prima tappa in Germania, nello scorso maggio, si conclude il progetto che vede sei tra i più interessanti diplomati della Facoltà "Gestaltung" (Arte e Comunicazione Visiva), scelti sulla base della loro produzione artistica confrontarsi con sette artisti napoletani.
Un confronto che nasce non solo dall’asse esistente tra le due città Napoli e Weimar fin dall’epoca dei Classicismo - con tutto il suo significato storico e attuale - ma anche dalla volontà di far oscillare concezioni regionali e differenze formali. Così i napoletani si muovono, servendosi di vari linguaggi espressivi, su un terreno classico, mentre i tedeschi puntano sull’esperimento e mostrano con installazioni la complessità mediale del nostro presente.
Con questa mostra si vuoi tentare un dialogo tra queste differenti concezioni e individuali intenzioni, che ha come filo conduttore il tema del viaggio.
Anche i due differenti luoghi della mostra sottolineano la polarizzazione delle personalità artistiche. A Weimar lo Stadtmuseum come Istituzione tradizionale e il "Neudeli" come recente luogo di sperimentazione.
A Napoli la classicistica "Casina Pompeiana" ad ospitare l’evento.

Napoli sarà rappresentata dai seguenti artisti:
Marisa Albanese, Antonio Biasiucci, Arturo Casanova, Sergio Fermariello, Nino Longobardi, Lello
Lopez, Ernesto Tatafiore.

Weimar sarà rappresentata dai seguenti artisti:
Mona Hahn, Iris-Maria Hoppe, David Mannstein, Natascha Rossi, Annekathrin Schreiber, Leonie
Weber.

La mostra sarà visitabile dal 4 novembre al 3 dicembre dal lunedì al sabato dalle ore 9,00 alle 18,00

Scognamiglio & Teano s.r.l.
80121 Napoli Via M. D’Ayala, 6 tel. 081400871 fax 0812520585 e-mail: mimscogn@tin.it - P.IVA 06964680638

 

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IRIS-MARIA HOPPE

Spunto del lavoro "Figure chiavi" è il volume "Le fonti del sapere; sulla storia della cultura del popolo tedesco" (1927), trovato casualmente nella spazzatura.
Il volume presenta due nascondigli intagliati evidentemente in tutta fretta, uno dei quali servi come nascondiglio per una chiave.
L’artista in questo lavoro descrive, come vista attraverso il buco di questa insolita serratura la successiva storia della Germania, quella del Terzo Reich.

MONA HAHN

Il lavoro è un’allusione ironica alla quotidianità televisiva nell’anno 2000. I dati sull’andamento delle borse sono parte fissa dell’informazione televisiva. Alcune trasmssioni sovrappongono costantemente alle immagini dei programmi quelle dei dati on line delle borse.

ANNEKATHRINE SCHREIBER

La "Tenda" è costituita da una molteplicità di ornamenti: stelle marine, foglie t fiori secchi cuciti tra due fogli di plastica. La tenda forma un ambiente costituito dal suolo che rimanda all’acqua, dalle pareti con immagini dei fiori di campo, dal cielo sovrastante costellato di stelle marine.

DAVID MANNSTEIN

Utilizza l’ornamento in maniera simbolica sottolineando in questo modo la sua apparenza effimera.

LEONIE WEBER

"Stanze in miniatura" riproducono ambienti e rimandano gli uomini che le abitano, che nello stesso tempo sono lontani da essi. Il modo di apparire delle persone è riconoscibile così come lo spaziò che occupano rispecchia la loro personalità.

NATASCHA ROSSI

Nel video intitolato "Ragazze nella cassa", le immagini riproducono l’angolo di una stanza con un letto su cui è distesa una giovane donna che soffre chiaramente di insonnia. Forse ricordando la bambina che è stata un tempo, una ragazza si distende sotto al letto per trovare sonno e spera che un’altra ragazza ignara prenda il suo posto. Si intravedono il motivo della regressione e il tema del sosia.

LELLO LOPEZ

Lopez utilizza segni di attraversamento, di passaggio, di ascesa, ad evidenziare una congiunzione, un legame. Segni di congiunzione tra il dentro e il fuori, tra la terra e l’aria, tra il materiale e l’immateriale, dimensioni che accompagnano il lavoro di Lello Lopez fin dai primi anni di attività. Si tratta di segni aperti, che da terra si elevano indicando un percorso sospeso, e non interrotto. Dalla superficie terrestre ad una dimensione aerea, dalle profondità remote ai crateri dei vulcani.

ERNESTO TATAFIORE

Tutto ciò che da trent’anni Tatafiore dipinge è teatro di forze contrapposte: libertà e terrore, virtù e morte, creazione e distruzione. Il suo sogno ricorrente, la rivoluzione francese, è l’evento in cui l’opera d’arte cerca le immagini che esplorano i confini del linguaggio psicoanalitico. Lavorando sul profondo, la pittura di Tatafiore scopre il fragile valore della superficie con movimenti rapidi ed impalpabili.

ARTURO CASANOVA

Il morbido e delicato fluire dell’immateriale e la sua rappresentabilità, costituiscono, dalla metà degli anni Novanta, i temi della ricerca di Arturo Casanova, che con la pittura, la fotografia, il video e l’installazione, opera un’interessante manovra di "spiazzamento", convogliando la riflessione dell’osservatore sul vuoto, sull’assenza di materia.

ANTONIO BIASIUCCI

Gli esordì, per Antonio Biasiucci sono legati al mondo contadino, analizzato attraverso una riscoperta che passa per la memoria personale: il distacco ed il ritorno a Dragoni, suo paese d’origine.
Dal racconto umano dei primi anni, l’interesse si concentra in seguito su un rapporto semplice e più diretto con la natura e con l’energia che da essa si sprigiona.

SERGIO FERMARIELLO

Dal Naufragio Fermariello deriva un materiale nuovo, il tessuto velico che montato su strutture in alluminio funge da supporto per i segni archetipi che, con effetto fluttuante, animano gli ultimi lavori, sospesi tra aria ed acqua. Con la scultura, Fermariello riprende un altro segno/simbolo già utilizzato in passato, quello della ruota (questa volta ovalizzata) sovrapponendole, in modo da creare una "fusione", il volto dì un antenato che si copre gli occhi con le mani.

NINO LONGOBARDI

Il fascino della storia e il rigore della classicità accompagnano da sempre la produzione di Nino Longobardi. Nei teschi, come testimonianze della tragedia del genere umano e come segni di scarnificazione e di semplificazione. Nei dipinti, dove le superfici sono mosse da veri e propri bassorilievi, movimentate dai fossili ed altre tracce di un passato che sempre si ripropone, per incidere nel presente.

MARISA ALBANESE

E’ da oltre dieci anni che Marisa Albanese svolge un rigoroso e coinvolgente discorso sulla scultura, con un personalissimo modo di rinnovare l’opera, e con un dinamismo ed una capacità di condurre l’osservatore oltre il visibile non comune.


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