MUSEO
DELL’ATTORE NAPOLETANO
Dalle
ore 19 di Lunedì 11 Dicembre 2000, a Napoli è nato un nuovo spazio
adibito a museo, esattamente nel sottopasso di Piazza Municipio.
Dedicato ai
più rappresentativi attori napoletani di ieri e di oggi: Totò, i
Taranto, i De Filippo, i Maggio, Viviani, Scarpetta, Pica, Conte e tanti
altri, con i contemporanei fratelli Giuffrè, Rigillo Merola, Russo,
Croccolo, Danieli, Scarpetta, De Filippo, Ruccello, Mascia, Barra, etc.
Finalmente
dopo cinque anni questo progetto si è concluso felicemente,
accontentando la richiesta della compianta Pupella Maggio all’allora
Sindaco Bassolino.
L’inaugurazione
del “Museo dell’Attore Napoletano” ha visto la partecipazione
compatta di impresari, attori, registi, politici e, di tante altre firme del
mondo dello spettacolo napoletano, nonché una nutrita presenza di cittadini amanti
della cultura.
Questa
iniziativa è stata portata a termine dall’attuale amministrazione del
Sindaco Riccardo Marone, e dall’assessore Rachele Furfaro. La mostra
è stata curata dal critico teatrale Giulio Baffi con l’allestimento
dello scenografo Bruno Garofalo.
I
cimeli che testimoniano l’arte dell’attore napoletano sono
distribuiti in uno spazio di sessanta metri di lunghezza per tre di
larghezza, il visitatore durante il percorso è accompagnato da un
sottofondo musicale di voci, rievocanti le “gesta” dei teatranti
partenopei nelle loro storiche rappresentazioni.
In
un lungo corridoio di luci colorate sono poste vetrine e bacheche che
custodiscono i “ricordi” di questa illustre arte con manoscritti,
manifesti e costumi appartenuti ai brillanti attori napoletani, nonché
una postazione video.
Bruno
Carrano
Il mito del
palcoscenico, grande fascinazione, memoria che si accumula nel tempo. Il
teatro napoletano è frutto felice di una passione antica, di sacrificio
e fantasia, di saggezza e sapere che si tramandano di generazione in
generazione. Mito
che ci rima nda all’invenzione di Antonio Petito, di Eduardo
Scarpetta, di Eduardo De Filippo, di Raffaele Viviani che scrissero per
assecondare la loro gran qualità d’attori e quella dei loro compagni
di lavoro. Al
mito del café chantant, dell’avanspettacolo e della sceneggiata
frequentata da attori popolari e istintivi. A
quello del teatro di autori a noi più vicini e presenti, come Patroni
Griffi, Santanelli, Ruccello, Moscato, Cappuccio, Salemme, Silvestri,
che hanno scritto modellando su se stessi e su intere generazioni di
attori le loro battute. Ai
grandi spettacoli dell’avanguardia e della sperimentazione che attori
generosi hanno fatto vivere in una memorabile stagione. Palcoscenici
come quello del Sancarlino, del San Ferdinando, del Salone Margherita,
del Sannazaro, del Mercadante, del Nuovo, del Diana, del Bellini e dell’Augusteo. Su
quelle tavole generazioni d’attori hanno alimentato un mito che non si
cancella e non si
dimentica, tracciando una storia gloriosa come poche, hanno fatto di
Napoli una città che può andare legittimamente orgogliosa di questo
suo invidiabile patrimonio. Un
grande corpo che ha fatto del teatro napoletano un avvenimento mitico
nel tempo, un fenomeno di proporzioni assolutamente uniche capace di
mescolare esperanto del teatro in un linguaggio fatto di gioia e dolore,
ironia e disperazione, in una identificazione eroica e deformata della
complessa realtà che l’alimenta. Vi
ha dato voce un elenco di attori leggendari, legati ad altri meno noti
ma non meno importanti, per costruire un universo che vede l’incontro
di eroi comici e tragici sul cui volto e sul cui corpo è stata scritta
ogni battuta. In
un elenco fatto di volti e voci tramandati nel tempo con impalpabile
leggerezza. Parole,
gesti, segni diventati parte della nostra memoria collettiva e del
nostro linguaggio. A
loro dobbiamo gratitudine e affetto, il loro ricordo può essere
presenza e cemento tra generazioni lontane. Perciò
abbiamo costruito questo spazio della memoria e siamo grati a quelle famiglie
ed a quei patiti che hanno saputo conservarne i frammenti consentendoci
di metterli insieme in questo percorso. Un
museo che potrà vivere e crescere, accogliendo altri frammenti che
altri vorranno aggiungere a questi ora esposti, alimentando il mito
appassionante del palcoscenico napoletano e dei suoi attori immortali.
Giulio Baffi
|