Il compositore Patrizio Marrone

La composizione è la disciplina che regola i rapporti che intercorrono tra le diverse altezze sonore (note). La composizione può essere puramente strumentale, se riferita ai soli strumenti musicali intesi singolarmente (comp. per solo pianoforte; violino; chitarra; etc.) o raggruppati tra loro (musica da camera - pochi strumenti; musica sinfonica - orchestra); vocale, se riferita alla "voce". L'unione delle due espressioni, dà vita a forme musicali quali canzoni, mottetti, madrigali, opere liriche, oratori, musical, etc.
Patrizio Marrone, compositore napoletano, insegna al Conservatorio di Napoli S. Pietro a Majella "Armonia, Contrappunto, Fuga e Composizione". La sua produzione artistica, abbraccia ogni genere musicale: musica strumentale, teatrale, per balletto e musiche di scena, utilizzando strumentazione acustica ed elettronica (assistita da sequencer e sintetizzatori). Numerose le composizioni nelle quali fonde entrambe le strumentazioni.

La mia attività di compositore non può prescindere dall'impegno sistematico e quotidiano, che si articola, per quanto mi riguarda, in tre fasi:
nutrimento, ginnastica, realizzazione giornaliera anche di piccole composizioni.
"Nutrimento" è immersione nella dimensione sociale, osservazione della realtà che ci circonda, scambio di idee sia con persone di cultura sia con gente comune; nutrimento vuol dire lettura di testi letterari, storici, di attualità, di politica; ascolto di brani appartenenti a qualsiasi genere musicale, dalla canzone all'opera contemporanea, dalla disco-music alla musica dodecafonica.
Per "ginnastica" intendo l'esercizio continuo delle tecniche compositive, dai semplici codici delle canzoni a quelli che regolano la struttura delle composizioni più sofisticate.
La "composizione" giornaliera è indispensabile per conservare la padronanza delle tecniche, senza la quale non sarebbe possibile accogliere le richieste di lavoro che a volte giungono improvvise. La rapida realizzazione di un brano musicale, di un'opera, di un arrangiamento è possibile solo sul fondamento di una solida preparazione e di un'abitudine all'esercizio, che si conseguono nell'arco di una vita dedicata agli studi.
Il compositore non improvvisa: nel brano realizzato in tre giorni confluisce tutto lo studio, il sacrificio, la conoscenza, l'esperienza accumulata negli anni.
Nella mia attività faccio spesso ricorso alle tecnologie elettroniche (computer, sintetizzatore, campionatore, ...). Ritengo che dalla fusione di musica elettronica e musica acustica tradizionale, nascano nuovi orizzonti espressivi musicali. Alla capacità di saper usare la strumentazione elettronica, bisogna affiancare l'abilità compositiva, perché, se è vero che la tecnologia elettronica ha ampliato le potenzialità espressive consentendo di creare nuove sonorità, anche grazie all'interazione con gli strumenti classici, è pur vero che essa ha permesso agli improvvisatori di scrivere musica orecchiabile usando dei moduli prefabbricati. Talvolta anche gli imprenditori e gli impresari più scaltri scambiano per buone musiche dei prodotti musicali scadenti. Dunque, accanto al compositore professionista, in armonia con le sue spinte creative, è opportuno che lavori il tecnico del suono. Dalla collaborazione di entrambi può nascere un valido prodotto musicale. Il compositore-tecnico del suono, oppure il tecnico del suono-compositore sono figure che generalmente non riescono ad approfondire nessuno dei due profili professionali, producendo prodotti artistici e tecnologici grossolani e superficiali.
Nei miei lavori uso vari linguaggi musicali. La scelta è anche determinata dalla committenza. Se devo scrivere per rassegne di musica contemporanea utilizzo un linguaggio più complesso in quanto gli esecutori e i fruitori sono degli specialisti del genere; se invece scrivo musiche di scena, attraverso le quali ho la necessità di comunicare col pubblico in modo immediato, provocando risposte emozionali, utilizzo un linguaggio più semplice ma non per questo meno studiato.
Le forme espressive che preferisco sono quelle nelle quali possono confluire linguaggi diversi che, ordinati da una rigida tecnica compositiva, creano un insieme vario e coerente.
Nelle mie opere teatrali di più ampio respiro quali "La Bella e la Bestia", "Le Troiane", e "Masaniello", ho chiaramente utilizzato questa tecnica, che è l'unica che mi permette di 'coesistere' con le esigenze registiche e coreografiche. Invece, nella musica strumentale - quella che si può definire musica pura - l'unica volontà da soddisfare è la capacità timbrica dello strumento.
L'esperienza compositiva è anche la base dell'insegnamento in Conservatorio, così come dall'insegnamento emergono numerosi spunti per l'arricchimento della coscienza artistica.


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