PREMIAZIONE DEL 8 OTTOBRE 2010 Il presidente della Provincia di Napoli, On Luigi
Cesaro, ha ricevuto alle ore 15.00 del giorno venerdì 8 ottobre,
nella sede di Palazzo Matteotti, S.A.R. il Principe Sergio di Jugoslavia
accompagnato dal Comitato "Tutore del Patrimonio e delle
Tradizioni Napoletane" dell'Associazione Internazionale Regina Elena
Onlus.
L'Associazione Internazionale Regina Elena (A.I.R.H.), presieduta da S.A.R. il Principe Sergio di Jugoslavia (figlio della Principessa Reale Maria Pia di Savoia, figlia di Re Umberto II) riunisce migliaia di persone per attività caritatevoli, spirituali e culturali sull'esempio della Regina Elena, Rosa d'Oro della Cristianità, e definita "Regina della Carità" da Papa Pio XII. Da qualche anno, l'Associazione ha istituito il Premio "Tutore del Patrimonio e delle Tradizioni Napoletane" con lo scopo di assegnare un riconoscimento "in vita" ed "alla memoria", ad alcuni cittadini, in particolare a Napoli, nell’ambito di uno specifico ruolo svolto secondo un merito professionale, nell’arco della propria attività, tutelando, conservando e divulgando il patrimonio culturale e tradizionale Napoletano, in Italia e nel mondo. Adesione del Presidente della Repubblica
Il compito di organizzare tale Premio è
affidato al Comitato (organo autonomo e di supporto all'Associazione)
attualmente così composto: presidente Gian Carlo Garzoni (architetto -
restauro monumenti); Patrocinio Morale degli Enti locali La V edizione del Premio si è svolta il giorno venerdì 8 ottobre 2010 alle ore 17.30 presso il Reale Yacht Club Canottieri Savoia di Napoli, alla presenza di S.A.R. il Principe Sergio di Jugoslavia ed i premiati, a cui è stata consegnata una targa ricordo, sono stati 11, suddivisi in n. 2 alla memoria, n. 2 alla cultura, n. 2 all’artigianato, n. 2 allo spettacolo, n. 2 alla gastronomia e n. 1 premio speciale. I candidati premiati sono: Nino Taranto e Francesco Fiore (alla memoria), Casa discografica “Phonotype Record” e Mauro Giancaspro (cultura), Tipografia Giannini e Mario Valentino (artigianato), Mirna Doris e Bruno Venturini (spettacolo), Pastificio Setaro e Torrefazione Passalacqua (gastronomia) ed infine il fisico napoletano Giovanni Amelino-Camelia (premio speciale).
Anche questa edizione, patrocinata dalla Regione Campania e dalla Provincia di Napoli, ha avuto l’adesione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ha condotto la serata la presentatrice Adele Vian accompagnata al pianoforte con brevi stacchi musicali dal M° Farina; le consegne sono state intervallate da brani musicali e brevi interviste ai premiati; in sala è stato fornito un depliant illustrativo sulle motivazioni dei singoli premiati ed al termine della manifestazione offerto un rinfresco. Durante la manifestazione è stato ricordato il 60esimo anniversario della morte del M° Vincenzo d’Annibale, indimenticabile compositore di 'O Paese d' 'O Sole.
Depliant distribuito in sala
Tra i molti presenti in sala: Maria d'Annibale - figlia del celebre m° Vincenzo, il Col. Roberto Gravili e consorte, il Generale di Brigata Aerea Umberto Baldi e signora, il Maggiore Generale Giovanni Albano (Città di Pompei), il Principe don Fabio Albertini di Cimitile, l'On. Pier Paolo Zaccai consigliere Provincia di Roma, il Consigliere Provinciale Enrico Flauto, P. Damiano Larosa Parroco e Rettore Basilica Reale e Pontificia di S.Francesco di Paola, l'Ispettrice Muoio con tre Sorelle volontarie della Croce Rossa Italiana, il Rettore dell'Università Parthenope Gennaro Ferrara, il m° Salvatore Palomba e tanti altri.........
FRANCESCO FIORE
Espansivo napoletano puro sangue,
coltivò la poesia da giovanissimo pubblicando le prime canzoni nel
1911 per l'editore Nobile. Da qui, una lunga serie di successi
decretati dal popolo che l'amava e si vedeva rispecchiato nei suoi
versi, musicati, in prevalenza, da Nicola Valente e Gaetano Lama.
Fu scritturato dalla casa editrice La Canzonetta per decenni e
collaborò anche con la Bottega dei 4. Francesco Fiore, è stato, a
giusta ragione, uno dei grandi della canzone napoletana.
Sensibilissimo come tutti gli artisti, da giovane, innamorato della
donna che divenne sua moglie e che gli darà 12 figli le dedicò al
suo onomastico una bellissima quartina nella quale invitava il sole
a posarsi su di lei e darle per lui un bacio, un augurio. Bellissima
è la lirica dove maledice la guerra: “guerra che abbruce peggio ‘e
‘na furnace, guerra, stu core mio te maledice”. Ed ancora più bella
è “Casa mia”, scritta dopo un lungo periodo di forzata lontananza da
casa, dove si avverte la gioia dell’uomo, del padre che ritrova
tutti i suoi figli, la moglie e la casa dove nel bene e nel male ha
vissuto tutta la sua vita.
NINO TARANTO
Esordì tredicenne al Teatro Centrale
di Napoli, interpretando quelle che sarebbero diventate le sue
specialità: la "canzone in giacca" drammatica e quella da "dicitore"
in abito da sera, rivelando le straordinarie doti di caratterista
che l'avrebbero reso, per oltre mezzo secolo, uno degli interpreti
più amati dal pubblico italiano.
Nel 1927 entrò nella compagnia di sceneggiate Cafiero-Fumo e nel
1928 si avvicinò con successo alla sceneggiatura; invitato in
tournée negli Stati Uniti, ne tornò con "una pianola a nastro e
mille dollari" impiegati per finanziare la sua prima compagnia di
varietà, che durò solo quindici giorni e finì nel disastro totale.
Capocomico nel 1936, nel 1933 venne scoperto da Anna Fougez, che lo
fece debuttare nella grande rivista, alla quale si dedicò fino al
secondo dopoguerra, accanto a Wanda Osiris e poi a Titina De
Filippo, dando vita a straordinarie macchiette, tra le quali
l'indimenticabile Ciccio Formaggio, ritagliato perfettamente su di
lui dal duo Cioffi e Pisano: un ometto iellato, tradito e
bistrattato dalla fidanzata, la quale per ennesimo gratuito dispetto
gli sforbicia la tesa del cappello.
Proprio quella paglietta tagliuzzata divenne uno dei simboli della
sua comicità ed ispirò alcuni fortunati spettacoli di rivista come
Mazza, Pezza e Pizzo e Quagliarulo se ne va, oltre al popolare film
Il barone Carlo Mazza di Brignone (1948). PROF. GIOVANNI AMELINO-CAMELIA Il napoletano Giovanni Amelino-Camelia è un fisico laureatosi presso l’Università di Napoli, vanta post-dottorati di ricerca all’estero in istituzioni prestigiose come MIT di Boston University, Oxford e Neuchatel. Ricercatore nella lusinghiera America è rimpatriato ed oggi è ricercatore del Dipartimento di Fisica dell' Università romana «La Sapienza». E’ stato designato dalla prestigiosa rivista scientifica Usa Discover Magazine - insieme ad altri soli cinque fisici internazionali ed unico italiano - come il «futuro Einstein» per i suoi studi sulla doppia relatività speciale, una sua teoria che potrebbe unificare diverse leggi fisiche e, forse, spiegare i primordi della nascita dell’universo. MIRNA DORIS Mirna Doris è una delle ultime grandi voci della canzone napoletana e oggi anche un personaggio di successo grazie alla presenza nei 9 programmi televisivi di Paolo Limiti. Tiene ben vivo il filone delle straordinarie cantanti che determinarono la fama internazionale della melodia nata sotto il Vesuvio: da Elvira Donnarumma a Lina Resal, da Ria Rosa a Gilda Mignonette, fino a Marina Pagano. Ognuna di queste primedonne ha scandito un periodo: la tradizione, il canto di timbro europeo, i primi fermenti dei femminismo, l'emigrazione, la totalità dei modo d'intendere lo spettacolo a Napoli. Mirna Doris rappresenta un segno forte di possibilità: tramandare e difendere un patrimonio d'arte coniugando quest'impegno alla modernità e all'uso dei nuovi mezzi di comunicazione di massa. Raccontare la sua biografia, in un intreccio di racconto e di testimonianza diretta, consente di giocare tra passato e presente, di rievocare l'epoca lontana dei Festival: ma soprattutto di poter dire che, se si sa ascoltare, la canzone napoletana vibra ancora. È una delle voci più belle e apprezzate nel panorama della canzone napoletana. Di grande personalità e spessore artistico riesce a passare da una canzone dolce e sentimentale con quel viso sensuale a una canzone piena di temperamento e di aggressività. Per queste sue grossi doti è stata l’interprete femminile più richiesta dai grandi autori del Festival di Napoli che ha vinto per ben tre volte con canzoni bellissime grazie alle sue indimenticabili interpretazioni: Core spezzato, Preghiera e na mamma e Duie giuramente. Innumerevoli sono le sue partecipazioni alle più importanti trasmissioni televisive come: Domenica in, Pronto chi gioca, Pronto la Rai, Vediamoci sul Due, Senza Rete, Canzonissima e tante altre. È l’artista napoletana preferita da Paolo Limiti con cui ha collaborato in televisione dal 1996 al 2004. Ha inciso molti dischi ed effettuato tournèe trionfali negli Stati Uniti, in Canada, Germania e Svizzera. Nel teatro e nel cinema ha lavorato per i grandi registi come Bernando Bertolucci, Roberto De Simone, Maurizio Scaparro. Mirna Doris tiene ben vivo il filone delle straordinarie cantanti che determinarono la fama internazionale della melodia nata sotto il Vesuvio: da Elvira Donnarumma a Lina Resal, da Ria Rosa a Gilda Mignonette, fino a Marina Pagano. Mirna Doris rappresenta un segno forte di possibilità: tramandare e difendere un patrimonio d'arte coniugando questo impegno alla modernità. E' stata definita la Signora della Canzone Napoletana e negli ultimi anni come "La talentosa", termine coniato da Paolo Limiti data la costante presenza della cantante nello spettacolo su RAIDUE. Ha avuto una carriera densa di soddisfazioni con presenze di successo in trasmissioni televisive e gare canore dove ha mietuto successi molteplici. E' stata ingaggiata dal CTS nel 1995 per il Festival della Canzone Napoletana che si è svolto ad Atlantic City al Casino The Grand. MAURO GIANCASPRO
Onorificenze FRANCESCO GIANNINI & FIGLI In via Cisterna dell’Olio, negli ampi locali, disposti su più livelli, che ancora conservano le tracce delle antiche cisterne dove si custodiva l’olio della città di Napoli, ha sede l’azienda grafica, fondata alla metà del secolo XIX (1856) da Francesco Giannini e rimasta sempre, di generazione in generazione, azienda di famiglia. Francesco Giannini, datore di lavoro rispettoso e generoso fu appassionato conoscitore dell’arte grafica. In tipografia il suo motto fu: col lavoro si regna! E la grande mole di attività grafica ed editoriale fu sempre svolta con alta qualità professionale ed in armonia con i dipendenti. La vita della tipografia Giannini è sempre stata legata alla storia culturale e produttiva della stessa Napoli. Ne sono testimonianza i rapporti di lavoro con l’Università degli studi, la Società Napoletana di Storia Patria, librai-editori come Marghieri, Detken, Pellerano, Rondinella, le testate giornalistiche de "il Roma", "Il Corriere del Mattino", "Il Pungolo", "la Civiltà Cattolica", i molti clienti come lo scrittore Alexander Dumas, e la stampa di numerosi saggi, studi, collane, volumi storici e giuridici. Il livello qualitativo del lavoro tipografico ed editoriale è sempre stato pregevole, di squisita fattura artistica, tanto che, agli inizi del ‘900, padre Galliani d’Imola lodò la produzione Giannini in cui “rifulge il bello, l’arte e la nitidezza”. La Giannini fu essa stessa luogo di incontro e confronto culturale. Uno dei locali della tipografia fu volutamente adibito al riposo e al diletto delle arti in genere, divenendo vera e propria fucina culturale, ospettando diverse personalità di spicco dell’epoca in campo letterario, artistico, sociale e politico: Di Giacomo, Croce, Morelli, D’Orsi, Mastriani, Minieri-Ricci, Brombeis, Capasso, De Sanctis, il cardinale Sanfelice e l’arcivescovo Capecelatro, e tanti altri... Nei centocinquantanni di attività l’azienda si è meritata cinque medaglie d’oro al merito industriale e ha partecipato alla fondazione dell’Unione degli Industriali della Provincia di Napoli. TORREFAZIONE S. PASSALACQUA La nostra storia inizia nel 1948, in famiglia. Avevamo una piccola torrefattrice da 5kg., un entusiasmo travolgente e un grande amore che ci univa. negli anni siamo cresciuti: il nostro stabilimento di 5000 mq. è completamente automatizzato ed ha una capacità produttiva di 3460 kg/ora. Siamo presenti in tutto il mondo, ma ci sentiamo oggi come allora “piccoli artigiani”. Restiamo un’impresa familiare, una famiglia di famiglie ormai alla terza generazione. Da sempre siamo interpreti e custodi della migliore tradizione del caffè napoletano e per le nostre miscele selezioniamo solo le qualità di caffè più pregiate al mondo. PHONOTYPE RECORD - F.LLI ESPOSITO Fondata nel 1901 a Napoli da Raffaele Esposito con la denominazione Eterfon (il nome attuale verrà adottato nel 1951), è stata la prima casa discografica nata in Italia, e tra le prime al mondo ad avere uno stabilimento autonomo per la fabbricazione di dischi. Per molti anni ha pubblicato dischi a 78 giri di artisti storici come il cantante lirico Giuseppe Godono, Gilda Mignonette e Nicola Maldacea, passando poi negli anni cinquanta ai 45 giri e ai 33. È stata anche la prima casa discografica a lanciare un giovanissimo Bruno Venturini nel 1959. A Raffaele successe il figlio, il commendatore Americo Esposito, padre degli attuali proprietari, i fratelli Fernando, Roberto ed Enzo Esposito. Alla casa editrice si sono affiancate le Edizioni musicali Piccola Vela, che pubblicavano quasi tutte le canzoni stampate dall'etichetta. Negli anni '70 la direzione artistica dell'etichetta è stata affidata al poeta e paroliere Alberto Sciotti. Nel corso degli anni la famiglia Esposito ha dato vita anche ad altre etichette, sempre distribuite dalla Phonotype, come la Bella Record, la Fans o la Kappa O; ha inoltre distribuito altre etichette di cui non era proprietaria, come ad esempio la MA Record, fondata da Mario Abbate, o La Mela, di proprietà dei Campanino. A partire dagli anni 80 la sua attività ha subito un ridimensionamento, limitandone anche il numero di emissioni. PASTIFICIO F.LLI SETARO
Fondato nel 1939 dal Signor Nunziato
Setaro come azienda familiare si è specializzato nella produzione di
pasta alimentare essiccata per lungo tempo a bassa temperatura.
Il Pastificio opera in uno stabile ottocentesco di tre piani nel
centro storico di Torre Annunziata, antica capitale dell'arte
bianca, dove le camere statiche per l'essiccazione operano a circa
50° e dove l'impacchettamento manuale rende le confezioni di
particolare prestigio, sempre rispettando le capacità produttiva di
un pastificio artigianale (min. 24q - Max 36q. al giorno).
Da tre generazioni il pastificio produce pasta con semola di grano
duro selezionata ed acqua di fonte, nel rispetto della natura e
della tradizione con trafile di solo bronzo tali da ottenere paste
ruvide che invitano a nozze i sughi più disparati.
Offre circa 90 formati diversi perché ogni giorno sia un'occasione
unica da festeggiare con fantasia. Il metodo di essiccazione a bassa
temperatura permette di esaltare le proprietà organolettiche e il
valore nutritivo del prodotto.
I nostri consigli: MARIO VALENTINO La Mario Valentino Spa viene fondata nel 1952 da Mario Valentino a Napoli, dove ancora oggi si trova la sede operativa. L’azienda opera con il proprio marchio nel campo della pelletteria, producendo calzature, accessori ed abbigliamento femminile. Le prime scarpe con marchio “Valentino” vennero confezionate nei primi del ‘900 a Napoli dal padre di Mario, Vincenzo Valentino, il quale, si dall’inizio della sua apprezzata attività, venne considerato il miglio artigiano al mondo. Persino il Re Vittorio Emanuele gli commissionò alcune calzature. Egli creò, nella sua piccola fabbrica di Napoli, bellissime scarpe su misura: leggere, eleganti, molto richieste e assai costose. Nelle antologie della moda la Mario Valentino viene ricordata come creatrice del leggendario “tacco a spillo” e del comune “mocassino da donna” e soprattutto come ideatrice del prezioso sandalo di corallo, esposto tutt’ora al museo della calzatura Bally di Zurigo, accanto a quello che la Regina Elisabetta indossava il giorno delle sue nozze. Mario disegnò questo famoso sandalo, mentre aiutava il padre Vincenzo nella sua fabbrica. La preziosità di questa calzatura gli valse la prima copertina su Vogue-Francia e permise all’azienda di avere un contratto con I. Miller di New York, l’unica azienda d’oltre oceano che all’epoca importava scarpe di lusso e le distribuiva negli Stati Uniti. Il fondatore della Mario Valentino aveva per l’arte una passione personale profonda e concepiva la moda come un mondo affine e compenetrabile. Numerosi artisti come Warhol, Pomodoro o Rauschenberg apprezzarono tale concezione. Nel 1956 viene costruita la fabbrica di Napoli, in uno dei quartieri più antichi della città. In questo periodo, Mario Valentino disegna calzature talmente particolari che inizia, come naturale conseguenza, a produrre anche le linee di borse abbinate. Qualche anno dopo, la Mario Valentino fa il suo ingresso nel mondo dell’abbigliamento, chiamando fashion designer come Giorgio Armani, Gianni Versace, Karl Lagerfeld, Claude Montana ha contribuire all’avanguardia delle collezioni. La pelle diventa l’elemento distintivo del brand. Negli anni ’70 e ’80 top model del calibro di Veruska e Naomi Campbell contribuiscono al successo del marchio e fotografi come Robert Mapplethorpe, Guy Bourdin ed Helmut Newton incoronano la filisofia del design di Mario Valentino come vera forma d’arte. Farah Diba, Jacklin Kennedy Onassis, Consuelo Crespi, Maria Callas, Liz Taylor, Catherine Deneuve, Catherine Spaak, le gemelle Kessles, Monica Vitti, Ornella Vanoni, Ilaria Occhini, Laura Efrikian, Stefania Sandrelli e Marcello Mastroianni sono alcuni dei clienti più noti. Negli anni ’80 la Mario Valentino fattura in tutto il mondo ed ottiene una forte leadership in Asia e imponendo il proprio nome in Europa, Stati Uniti e Giappone anche grazie all’apertura dei esclusive boutique. In tutte le manifestazioni del settore moda, ha ricevuto numerosi riconoscimenti da importani personaggi come Ronald e Nancy Regan, il Presidente della Repubblica Italiana, l’ambasciatore americano Rabb e Peter Secchia. L’azienda oggi è gestita da Vincenzo, figlio di Mario, il quale seguendo le tracce del padre, ha sperimentato nuovi mercati, in particolare la Russia e l’Europa dell’est. Rappresentativi dell’azienda sono lo storico negozio monomarca in via Calabritto, e il negozio-show room di Milano nei pressi di Montenapoleone. BRUNO VENTURINI
L'artista durante tutta la sua
carriera, ha avuto più volte l'occasione di effettuare concerti in
tutto il mondo. La sua opera discografica più conosciuta è
l'Antologia della Canzone napoletana (Joker) pubblicata dalla SAAR
Records di Milano.
Tra i riconoscimenti ottenuti, nel Dicembre del 1995, il Presidente
della Repubblica Italiana, Oscar Luigi Scalfaro, ha nominato Bruno
Venturini Grande Ufficiale della Repubblica Italiana per meriti
artistici internazionali. Con la stessa motivazione, il 15 aprile
1972 è stato insignito del titolo di accademico classe Nobel
dall'Accademia delle lettere, scienze ed arti di Milano. Il 26
novembre 2005 viene nominato, insieme ad Antonello Rondi, Mario
Trevi e Mario Merola, Cavaliere dell'Ordine di Malta, nella cornice
del Grand Hotel La Sonrisa.
Bruno Venturini nasce a Pagani, centro industriale della provincia
di Salerno. Il padre Raffaele era napoletano, commerciante di
tessuti. La madre Vittoria Fusco era originaria di Angri.
A dieci anni nel 1955 si trasferisce a Roma, in seguito ad una grave
malattia, la cirrosi epatica che improvvisamente colpisce il padre.
Durante il periodo delle scuole elementari viene scelto per una
breve esperienza nel coro de La Radio per le scuole, un programma
radiofonico che, nei primi anni cinquanta è presentato da Nunzio
Filogamo.
Per sostenere parte delle spese ospedaliere del genitore, nel 1957
il fratello maggiore Peppino comincia a girare per i mercatini della
capitale come venditore ambulante di maglieria e lui lo accompagna
cantando per attirare i passanti. In una di queste occasioni, a
Porta Portese, viene ascoltato per caso dal tenore Mario Lanza che
con Marisa Allasio gira per strada alcune scene del film Arrivederci
Roma e viene da quest'ultimo incoraggiato a studiare e a
perfezionarsi nel canto, dopo aver ricevuto in dono dieci dollari
autografati. PREMIO
TUTORE DEL PATRIMONIO E DELLE TRADIZIONI NAPOLETANE
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