PREMIAZIONE DEL 8 OTTOBRE 2010
 - Reale Yacht Club Canottieri Savoia -

Il presidente della Provincia di Napoli, On Luigi Cesaro, ha ricevuto alle ore 15.00 del giorno venerdì 8 ottobre, nella sede di Palazzo Matteotti, S.A.R. il Principe Sergio di Jugoslavia accompagnato dal Comitato "Tutore del Patrimonio e delle Tradizioni Napoletane" dell'Associazione Internazionale Regina Elena Onlus.
Nel corso dell’incontro, al quale hanno partecipato tra gli altri il consigliere provinciale Enrico Flauto ed il presidente del comitato Gian Carlo Garzoni, è stato presentato il premio “Tutore del Patrimonio e delle Tradizioni Napoletane”, ormai alla V edizione.
Promosso dall’Associazione Internazionale Regina Elena (A.I.R.H.), presieduta dal Principe Sergio di Jugoslavia, con il patrocinio della Provincia di Napoli, della Regione Campania e l’adesione del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il Premio "Tutore del Patrimonio e delle Tradizioni Napoletane" intende assegnare un riconoscimento "in vita" ed "alla memoria", ad alcuni cittadini, in particolare a Napoli, che nell’arco della propria attività, abbiano tutelato, conservato e divulgato il patrimonio culturale e tradizionale Napoletano, in Italia e nel mondo.

L'Associazione Internazionale Regina Elena (A.I.R.H.), presieduta da S.A.R. il Principe Sergio di Jugoslavia (figlio della Principessa Reale Maria Pia di Savoia, figlia di Re Umberto II) riunisce migliaia di persone per attività caritatevoli, spirituali e culturali sull'esempio della Regina Elena, Rosa d'Oro della Cristianità, e definita "Regina della Carità" da Papa Pio XII. Da qualche anno, l'Associazione ha istituito il Premio "Tutore del Patrimonio e delle Tradizioni Napoletane" con lo scopo di assegnare un riconoscimento "in vita" ed "alla memoria", ad alcuni cittadini, in particolare a Napoli, nell’ambito di uno specifico ruolo svolto secondo un merito professionale, nell’arco della propria attività, tutelando, conservando e divulgando il patrimonio culturale e tradizionale Napoletano, in Italia e nel mondo.

Adesione del Presidente della Repubblica

Il compito di organizzare tale Premio è affidato al Comitato (organo autonomo e di supporto all'Associazione) attualmente così composto: presidente Gian Carlo Garzoni (architetto - restauro monumenti);
vicepresidente Dora Viscione (imprenditrice settore turistico-ricettivo);
segretario Luca De Bello (direttore d'albergo);
consigliere Giuseppe d'Annibale (funzionario d’azienda);
consigliere Rodolfo Armenio (responsabile AIRH.);
consigliere Mario Franco (pensionato);
consigliere Orazio Mamone (responsabile AIRH);
consigliere Domenico Noto (funzionario d’azienda).

Patrocinio Morale degli Enti locali

La V edizione del Premio si è svolta il giorno venerdì 8 ottobre 2010 alle ore 17.30 presso il Reale Yacht Club Canottieri Savoia di Napoli, alla presenza di S.A.R. il Principe Sergio di Jugoslavia ed i premiati, a cui è stata consegnata una targa ricordo, sono stati 11, suddivisi in n. 2 alla memoria, n. 2 alla cultura, n. 2 all’artigianato, n. 2 allo spettacolo, n. 2 alla gastronomia e n. 1 premio speciale. I candidati premiati sono: Nino Taranto e Francesco Fiore (alla memoria), Casa discografica “Phonotype Record” e Mauro Giancaspro (cultura), Tipografia Giannini e Mario Valentino (artigianato), Mirna Doris e Bruno Venturini (spettacolo), Pastificio Setaro e Torrefazione Passalacqua (gastronomia) ed infine il fisico napoletano Giovanni Amelino-Camelia (premio speciale).

Anche questa edizione, patrocinata dalla Regione Campania e dalla Provincia di Napoli, ha avuto l’adesione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ha condotto la serata la presentatrice Adele Vian accompagnata al pianoforte con brevi stacchi musicali dal M° Farina; le consegne sono state intervallate da brani musicali e brevi interviste ai premiati; in sala è stato fornito un depliant illustrativo sulle motivazioni dei singoli premiati ed al termine della manifestazione offerto un rinfresco. Durante la manifestazione è stato ricordato il 60esimo anniversario della morte del M° Vincenzo d’Annibale, indimenticabile compositore di 'O Paese d' 'O Sole.

Depliant distribuito in sala

Tra i molti presenti in sala: Maria d'Annibale - figlia del celebre m° Vincenzo, il Col. Roberto Gravili e consorte, il Generale di Brigata Aerea Umberto Baldi e signora, il Maggiore Generale Giovanni Albano (Città di Pompei), il Principe don Fabio Albertini di Cimitile, l'On. Pier Paolo Zaccai consigliere Provincia di Roma, il Consigliere Provinciale Enrico Flauto, P. Damiano Larosa Parroco e Rettore Basilica Reale e Pontificia di S.Francesco di Paola, l'Ispettrice Muoio con tre Sorelle volontarie della Croce Rossa Italiana, il Rettore dell'Università Parthenope Gennaro Ferrara, il m° Salvatore Palomba e tanti altri.........

FRANCESCO FIORE
(Napoli, 9 gennaio 1889 - 14 dicembre 1954)

Espansivo napoletano puro sangue, coltivò la poesia da giovanissimo pubblicando le prime canzoni nel 1911 per l'editore Nobile. Da qui, una lunga serie di successi decretati dal popolo che l'amava e si vedeva rispecchiato nei suoi versi, musicati, in prevalenza, da Nicola Valente e Gaetano Lama. Fu scritturato dalla casa editrice La Canzonetta per decenni e collaborò anche con la Bottega dei 4. Francesco Fiore, è stato, a giusta ragione, uno dei grandi della canzone napoletana. Sensibilissimo come tutti gli artisti, da giovane, innamorato della donna che divenne sua moglie e che gli darà 12 figli le dedicò al suo onomastico una bellissima quartina nella quale invitava il sole a posarsi su di lei e darle per lui un bacio, un augurio. Bellissima è la lirica dove maledice la guerra: “guerra che abbruce peggio ‘e ‘na furnace, guerra, stu core mio te maledice”. Ed ancora più bella è “Casa mia”, scritta dopo un lungo periodo di forzata lontananza da casa, dove si avverte la gioia dell’uomo, del padre che ritrova tutti i suoi figli, la moglie e la casa dove nel bene e nel male ha vissuto tutta la sua vita.
Fra i suoi maggiori successi ricordiamo: 'O piccerillo (1918), Vommero e Margellina (1922), Nun è chella ca dichi' (1923), Beneditto 'o mese austo (1924), 'O cchiù bello nomme! (1924), Te lasso (1924), 'A canzone 'e tutt''o munno (1925), Tre parole (1925), Nun è Carmela mia! (1926), Voglio a te! (1926), Abbracciate cu mme! (1927), 'A serena d''e cannzone (1927), Napule... e niente cchiù! (1928), Connola d'ammore (1929), Tutta pe me (1930), Voce 'e campagna (1931), 'E buscie (1935), Matalena (1936), Senza n'addio! (1936), Bellavista (1939).

 NINO TARANTO
(Napoli, 28 agosto 1907 - Napoli, 23 febbraio 1986)

Esordì tredicenne al Teatro Centrale di Napoli, interpretando quelle che sarebbero diventate le sue specialità: la "canzone in giacca" drammatica e quella da "dicitore" in abito da sera, rivelando le straordinarie doti di caratterista che l'avrebbero reso, per oltre mezzo secolo, uno degli interpreti più amati dal pubblico italiano. Nel 1927 entrò nella compagnia di sceneggiate Cafiero-Fumo e nel 1928 si avvicinò con successo alla sceneggiatura; invitato in tournée negli Stati Uniti, ne tornò con "una pianola a nastro e mille dollari" impiegati per finanziare la sua prima compagnia di varietà, che durò solo quindici giorni e finì nel disastro totale. Capocomico nel 1936, nel 1933 venne scoperto da Anna Fougez, che lo fece debuttare nella grande rivista, alla quale si dedicò fino al secondo dopoguerra, accanto a Wanda Osiris e poi a Titina De Filippo, dando vita a straordinarie macchiette, tra le quali l'indimenticabile Ciccio Formaggio, ritagliato perfettamente su di lui dal duo Cioffi e Pisano: un ometto iellato, tradito e bistrattato dalla fidanzata, la quale per ennesimo gratuito dispetto gli sforbicia la tesa del cappello. Proprio quella paglietta tagliuzzata divenne uno dei simboli della sua comicità ed ispirò alcuni fortunati spettacoli di rivista come Mazza, Pezza e Pizzo e Quagliarulo se ne va, oltre al popolare film Il barone Carlo Mazza di Brignone (1948).
CINEMA
Esordì al cinema nel 1938 con Nonna Felicita di Mattoli ma fu stabilmente attivo dal dopoguerra interpretando un centinaio di pellicole; con I pompieri di Viggiù sempre di Mattoli (1949), strepitosa carrellata dell'avanspettacolo, iniziò la sua collaborazione con Totò, di cui fu spalla affidabile e devota: dalla complicità di Tototruffa 62 di Mastrocinque (1961) alla parodia di Il monaco di Monza (1963) passando per Lo smemorato di Collegno di Corbucci (1962). Al cinema restò attivo fino al 1971.
PROSA
Si dedicò anche alla prosa costituendo una propria compagnia solo nel 1955 e mettendo in scena, oltre a farse e commedie leggere, i testi dell'amico e maestro Raffaele Viviani, di cui propose fra l'altro L'ultimo scugnizzo (1956) e Don Giacinto (1961), che valorizzarono al meglio la sua intensa espressività. Interprete versatile, ugualmente a suo agio con la paglietta tagliuzzata del macchiettista, con gli abiti dimessi dello sfortunato professore di Anni facili di Zampa (1953), con i ruoli comici di Accadde al commissariato di Simonelli (1954), con la commedia di costume di Mariti in città di Comencini (1957) e con le calibrate prove drammatiche di Italia piccola di Soldati (1957), fu anche uno dei comici in assoluto più presenti alla radio, dove accentuò, più che l'eleganza che lo contraddistingueva sul palcoscenico, la voce duttile e la gioiosa caratterizzazione napoletana.
RADIO
Negli anni cinquanta partecipò a molti dei più popolari varietà radiofonici del momento (Rosso e nero, 1951; Chicchirichì, 1953; L'occhio magico, 1954; Fermo posta, 1956) e condusse Il fiore all'occhiello (1958). Interpretò inoltre numerose riviste imperniate sulle gag del "napoletano a New York", come La ninotarantella di Nelli e Mangini (1954, regia di Meloni), Biancaneve e i sette Nini di Verde (1955, diretta da Mantoni) e Chi sarà sarà ancora di Verde (1958, regia di Jurgens); oltre che riviste di tema vario, tra cui Caviale e lenticchie di Scarnicci e Tarabusi (1957), Tarantella di fuoco di Compagnone e Zefferi (1958) e la favola musicale fantascientifica La bellissima époque di Verde (1960), autore tra i più congeniali all'artista. Fu protagonista anche di varie commedie, fra cui Mettiamo le carte in tavola di Giuffré e Ghirelli (1956, regia di Mantoni), Bello di papà di Marotta e Randone (1960, allestita da Giagni) e L'imbroglione onesto del prediletto Viviani (1961, regia di Vittorio Viviani). Graditissimi al pubblico radiofonico, inoltre, i vari "one man show" che presentavano i suoi maggiori successi, da Mostra personale (1958, regia di Giagni) ad Il mio spettacolo: Nino Taranto di Luzi (1961, regia di Marco Lami), a Paglietta a tre punte (1963).
TELEVISIONE
Negli anni sessanta accrebbe la sua popolarità con numerose partecipazioni televisive, come il varietà Lui, lei e gli altri (1956), firmato da Marchesi e Metz e l'edizione 1964-65 di Canzonissima dal titolo Napoli contro tutti, ma senza abbandonare la radio. Nel 1962 condusse Il cronotrotter, mentre nel 1968 fu l'interprete della rubrica di canzoni e poesie napoletane Cinque rose per Nanninella. Anche gli anni settanta (nei quali Taranto intensificò la presenza cinematografica, in parti per altro sempre più di contorno) lo videro impegnato in un'intensa attività radiofonica: ospite fisso di molte edizioni di Gran Varietà, nel 1976 interpretò, per il ciclo Una commedia in trenta minuti, le pièce Piccolo caffè di Bernard, Il signor di Pourceaugnac di Molière e Socrate immaginario di Ferdinando Galiani, tutte dirette da Magliulo. Nel 1977 fu tra i conduttori di Un altro giorno e presentò la rassegna di poeti e musicisti partenopei Pagine napoletane, mentre nel 1980 partecipò a La bella bionda di Imbriani (regia di Carlo Di Stefano) e nell'81 tornò ai microfoni per presentare Lezione di farsa, itinerario radiofonico sulla fortuna e sfortuna della comicità plebea diretto da Magliulo. Nel 1985 la RAI trasmise Taranto-story, monografia in quattro puntate dedicata al celebre attore partenopeo e nel 1993 la radio italiana gli dedicò il tributo La più bella paglietta di Napoli, che ne ripercorreva gli indimenticabili successi.

PROF. GIOVANNI AMELINO-CAMELIA

Il napoletano Giovanni Amelino-Camelia è un fisico laureatosi   presso l’Università di Napoli, vanta post-dottorati di ricerca all’estero in istituzioni prestigiose come MIT di Boston University, Oxford e Neuchatel. Ricercatore nella lusinghiera America è rimpatriato ed oggi è ricercatore del Dipartimento di Fisica dell' Università romana «La Sapienza». E’ stato designato dalla prestigiosa rivista scientifica Usa Discover Magazine - insieme ad altri soli cinque fisici internazionali  ed unico italiano - come il «futuro Einstein» per i suoi studi sulla doppia relatività speciale, una sua teoria che potrebbe unificare diverse leggi fisiche e, forse, spiegare i primordi della nascita dell’universo. 

MIRNA DORIS

Mirna Doris è una delle ultime grandi voci della canzone napoletana e oggi anche un personaggio di successo grazie alla presenza nei 9 programmi televisivi di Paolo Limiti. Tiene ben vivo il filone delle straordinarie cantanti che determinarono la fama internazionale della melodia nata sotto il Vesuvio: da Elvira Donnarumma a Lina Resal, da Ria Rosa a Gilda Mignonette, fino a Marina Pagano. Ognuna di queste primedonne ha scandito un periodo: la tradizione, il canto di timbro europeo, i primi fermenti dei femminismo, l'emigrazione, la totalità dei modo d'intendere lo spettacolo a Napoli. Mirna Doris rappresenta un segno forte di possibilità: tramandare e difendere un patrimonio d'arte coniugando quest'impegno alla modernità e all'uso dei nuovi mezzi di comunicazione di massa. Raccontare la sua biografia, in un intreccio di racconto e di testimonianza diretta, consente di giocare tra passato e presente, di rievocare l'epoca lontana dei Festival: ma soprattutto di poter dire che, se si sa ascoltare, la canzone napoletana vibra ancora. È una delle voci più belle e apprezzate nel panorama della canzone napoletana. Di grande personalità e spessore artistico riesce a passare da una canzone dolce e sentimentale con quel viso sensuale a una canzone piena di temperamento e di aggressività. Per queste sue grossi doti è stata l’interprete femminile più richiesta dai grandi autori del Festival di Napoli che ha vinto per ben tre volte con canzoni bellissime grazie alle sue indimenticabili interpretazioni: Core spezzato, Preghiera e na mamma e Duie giuramente. Innumerevoli sono le sue partecipazioni alle più importanti trasmissioni televisive come: Domenica in, Pronto chi gioca, Pronto la Rai, Vediamoci sul Due, Senza Rete, Canzonissima e tante altre. È l’artista napoletana preferita da Paolo Limiti con cui ha collaborato in televisione dal 1996 al 2004. Ha inciso molti dischi ed effettuato tournèe trionfali negli Stati Uniti, in Canada, Germania e Svizzera. Nel teatro e nel cinema ha lavorato per i grandi registi come Bernando Bertolucci, Roberto De Simone, Maurizio Scaparro. Mirna Doris tiene ben vivo il filone delle straordinarie cantanti che determinarono la fama internazionale della melodia nata sotto il Vesuvio: da Elvira Donnarumma a Lina Resal, da Ria Rosa a Gilda Mignonette, fino a Marina Pagano. Mirna Doris rappresenta un segno forte di possibilità: tramandare e difendere un patrimonio d'arte coniugando questo impegno alla modernità. E' stata definita la Signora della Canzone Napoletana e negli ultimi anni come "La talentosa",  termine coniato da Paolo Limiti data la costante presenza della cantante nello spettacolo su RAIDUE. Ha avuto una carriera densa di soddisfazioni con presenze di successo in trasmissioni televisive e gare canore dove ha mietuto successi molteplici. E' stata ingaggiata dal CTS nel 1995 per il Festival della Canzone Napoletana che si è svolto ad Atlantic City al Casino The Grand.

MAURO GIANCASPRO

Onorificenze
- 27.12.1992: Conferimento dell’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica;
- 06.05.1996: Conferimento dell’onorificenza  di Cavaliere al merito del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio;
- 02.06.1996: Conferimento dell’onorificenza di Ufficiale al merito della Repubblica;
- 1999: Premio “Utopia Lamont Young” V° Edizione , conferito dal Centro Incontri delle Arti “Vulcano Metropolitano”;
- Conferimento Premio “Eventi & Cultura” dall’Associazione Eventi a Napoli per l’attività di direzione della Biblioteca Nazionale di Napoli 1999;
- Conferimento del Premio Oplonti d’oro per il libro Leggere nuoce gravemente alla salute. (7 settembre 2001);
- 04.04. 2004: Conferimento medaglia d’oro “Ignazio Ciaja” della Fondazione Nuove Proposte Culturali;
- 28.07.2004: Conferimento targa d’oro del premio “Penisola Sorrentina” - Parlamento Europeo-Ufficio per l’Italia;
- 12.02.2005: Conferimento del premio “Emily Dickinson” (VIII edizione) per l’attività di direzione della Biblioteca Nazionale di Napoli;
- 29 settembre 2006: Premio “Oltre l’orizzonte” conferito dal Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli e dall’Associazione ex allievi del Conservatorio;
- 27.12.2006: Conferimento dell’onorificenza di Commendatore dell’ordine  “Al merito della Repubblica Italiana”;
- Conferimento coppa d’argento del Rotary club Napoli Castel dell’Ovo distretto 2100 (16 aprile 2007);
- 21.05.2007: Conferimento del “Premio Napoli la Città e il Mondo, per la Cultura” da parte dell’Associazione Grande Vomero, in occasione del decennale della sua fondazione;
- 05.05.08: Conferimento del Globo d’oro  dell’Associazione Culturale Il Globo per l’impegno profuso nell’attività di promozione del libro e della lettura e per la valorizzazione  del patrimonio culturale della Biblioteca Nazionale di Napoli.

 FRANCESCO GIANNINI & FIGLI

In via Cisterna dell’Olio, negli ampi locali, disposti su più livelli, che ancora conservano le tracce delle antiche cisterne dove si custodiva l’olio della città di Napoli, ha sede l’azienda grafica, fondata alla metà del secolo XIX (1856) da Francesco Giannini e rimasta sempre, di generazione in generazione, azienda di famiglia. Francesco Giannini, datore di lavoro rispettoso e generoso fu appassionato conoscitore dell’arte grafica. In tipografia il suo motto fu: col lavoro si regna! E la grande mole di attività grafica ed editoriale fu sempre svolta con alta qualità professionale ed in armonia con i dipendenti. La vita della tipografia Giannini è sempre stata legata alla storia culturale e produttiva della stessa Napoli. Ne sono testimonianza i rapporti di lavoro con l’Università degli studi, la Società Napoletana di Storia Patria, librai-editori come Marghieri, Detken, Pellerano, Rondinella, le testate giornalistiche de "il Roma", "Il Corriere del Mattino", "Il Pungolo", "la Civiltà Cattolica", i molti clienti come lo scrittore Alexander Dumas, e la stampa di numerosi saggi, studi, collane, volumi storici e giuridici. Il livello qualitativo del lavoro tipografico ed editoriale è sempre stato pregevole, di squisita fattura artistica, tanto che, agli inizi del ‘900, padre Galliani d’Imola lodò la produzione Giannini in cui “rifulge il bello, l’arte e la nitidezza”. La Giannini fu essa stessa luogo di incontro e confronto culturale. Uno dei locali della tipografia fu volutamente adibito al riposo e al diletto delle arti in genere, divenendo vera e propria fucina culturale, ospettando diverse personalità di spicco dell’epoca in campo letterario, artistico, sociale e politico: Di Giacomo, Croce, Morelli, D’Orsi, Mastriani, Minieri-Ricci, Brombeis, Capasso, De Sanctis, il cardinale Sanfelice e l’arcivescovo Capecelatro, e tanti altri... Nei centocinquantanni di attività l’azienda si è meritata cinque medaglie d’oro al merito industriale e ha partecipato alla fondazione dell’Unione degli Industriali della Provincia di Napoli.

TORREFAZIONE S. PASSALACQUA

La nostra storia inizia nel 1948, in famiglia. Avevamo una piccola torrefattrice da 5kg., un entusiasmo travolgente e un grande amore che ci univa. negli anni siamo cresciuti: il nostro stabilimento di 5000 mq. è completamente automatizzato ed ha una capacità produttiva di 3460 kg/ora. Siamo presenti in tutto il mondo, ma ci sentiamo oggi come allora “piccoli artigiani”. Restiamo un’impresa familiare, una famiglia di famiglie ormai alla terza generazione. Da sempre siamo interpreti e custodi della migliore tradizione del caffè napoletano e per le nostre miscele selezioniamo solo le qualità di caffè più pregiate al mondo.

 PHONOTYPE RECORD - F.LLI ESPOSITO

Fondata nel 1901 a Napoli da Raffaele Esposito con la denominazione Eterfon (il nome attuale verrà adottato nel 1951), è stata la prima casa discografica nata in Italia, e tra le prime al mondo ad avere uno stabilimento autonomo per la fabbricazione di dischi. Per molti anni ha pubblicato dischi a 78 giri di artisti storici come il cantante lirico Giuseppe Godono, Gilda Mignonette e Nicola Maldacea, passando poi negli anni cinquanta ai 45 giri e ai 33. È stata anche la prima casa discografica a lanciare un giovanissimo Bruno Venturini nel 1959. A Raffaele successe il figlio, il commendatore Americo Esposito, padre degli attuali proprietari, i fratelli Fernando, Roberto ed Enzo Esposito. Alla casa editrice si sono affiancate le Edizioni musicali Piccola Vela, che pubblicavano quasi tutte le canzoni stampate dall'etichetta. Negli anni '70 la direzione artistica dell'etichetta è stata affidata al poeta e paroliere Alberto Sciotti. Nel corso degli anni la famiglia Esposito ha dato vita anche ad altre etichette, sempre distribuite dalla Phonotype, come la Bella Record, la Fans o la Kappa O; ha inoltre distribuito altre etichette di cui non era proprietaria, come ad esempio la MA Record, fondata da Mario Abbate, o La Mela, di proprietà dei Campanino. A partire dagli anni 80 la sua attività ha subito un ridimensionamento, limitandone anche il numero di emissioni.

 PASTIFICIO F.LLI SETARO

Fondato nel 1939 dal Signor Nunziato Setaro come azienda familiare si è specializzato nella produzione di pasta alimentare essiccata per lungo tempo a bassa temperatura. Il Pastificio opera in uno stabile ottocentesco di tre piani nel centro storico di Torre Annunziata, antica capitale dell'arte bianca, dove le camere statiche per l'essiccazione operano a circa 50° e dove l'impacchettamento manuale rende le confezioni di particolare prestigio, sempre rispettando le capacità produttiva di un pastificio artigianale (min. 24q - Max 36q. al giorno). Da tre generazioni il pastificio produce pasta con semola di grano duro selezionata ed acqua di fonte, nel rispetto della natura e della tradizione con trafile di solo bronzo tali da ottenere paste ruvide che invitano a nozze i sughi più disparati. Offre circa 90 formati diversi perché ogni giorno sia un'occasione unica da festeggiare con fantasia. Il metodo di essiccazione a bassa temperatura permette di esaltare le proprietà organolettiche e il valore nutritivo del prodotto. I nostri consigli:
Gigantoni e Lumaconi per ripieni da forno.
Strozzapreti, Capricci, Fiorentini e Nodi Marini per sughi prestigiosi.
Ruote e Permanenti per le insalate di pasta.
Fresine, Spaghetti e Calamarata per i sughi di pesce.
Taccole per i ceci.
Pasta Mista per la fagiolata.
 

MARIO VALENTINO

La Mario Valentino Spa viene fondata nel 1952 da Mario Valentino a Napoli, dove ancora oggi si trova la sede operativa. L’azienda opera con il proprio marchio nel campo della pelletteria, producendo calzature, accessori ed abbigliamento femminile. Le prime scarpe con marchio “Valentino” vennero confezionate nei primi del ‘900 a Napoli dal padre di Mario, Vincenzo Valentino, il quale, si dall’inizio della sua apprezzata attività, venne considerato il miglio artigiano al mondo. Persino il Re Vittorio Emanuele gli commissionò alcune calzature. Egli creò, nella sua piccola fabbrica di Napoli, bellissime scarpe su misura: leggere, eleganti, molto richieste e assai costose. Nelle antologie della moda la Mario Valentino viene ricordata come creatrice del leggendario “tacco a spillo” e del comune “mocassino da donna” e soprattutto come ideatrice del prezioso sandalo di corallo, esposto tutt’ora al museo della calzatura Bally di Zurigo, accanto a quello che la Regina Elisabetta indossava il giorno delle sue nozze. Mario disegnò questo famoso sandalo, mentre aiutava il padre Vincenzo nella sua fabbrica. La preziosità di questa calzatura gli valse la prima copertina su Vogue-Francia e permise all’azienda di avere un contratto con I. Miller di New York, l’unica azienda d’oltre oceano che all’epoca importava scarpe di lusso e le distribuiva negli Stati Uniti. Il fondatore della Mario Valentino aveva per l’arte una passione personale profonda e concepiva la moda come un mondo affine e compenetrabile. Numerosi artisti come Warhol, Pomodoro o Rauschenberg apprezzarono tale concezione. Nel 1956 viene costruita la fabbrica di Napoli, in uno dei quartieri più antichi della città. In questo periodo, Mario Valentino disegna calzature talmente particolari che inizia, come naturale conseguenza, a produrre anche le linee di borse abbinate. Qualche anno dopo, la Mario Valentino fa il suo ingresso nel mondo dell’abbigliamento, chiamando fashion designer come Giorgio Armani, Gianni Versace, Karl Lagerfeld, Claude Montana ha contribuire all’avanguardia  delle collezioni. La pelle diventa l’elemento distintivo del brand. Negli anni ’70 e ’80 top model del calibro di Veruska e Naomi Campbell contribuiscono al successo del marchio e fotografi come Robert Mapplethorpe, Guy Bourdin ed Helmut Newton incoronano la filisofia del design di Mario Valentino come vera forma d’arte. Farah Diba, Jacklin Kennedy Onassis, Consuelo Crespi, Maria Callas, Liz Taylor, Catherine Deneuve, Catherine Spaak, le gemelle Kessles, Monica Vitti, Ornella Vanoni, Ilaria Occhini, Laura Efrikian, Stefania Sandrelli e Marcello Mastroianni sono alcuni dei clienti più noti. Negli anni ’80 la Mario Valentino fattura in tutto il mondo ed ottiene una forte leadership in Asia e imponendo il proprio nome in Europa, Stati Uniti e Giappone anche grazie all’apertura dei esclusive boutique. In tutte le manifestazioni del settore moda, ha ricevuto numerosi riconoscimenti da importani personaggi come Ronald e Nancy Regan, il Presidente della Repubblica Italiana, l’ambasciatore americano Rabb e Peter Secchia. L’azienda oggi è gestita da Vincenzo, figlio di Mario, il quale seguendo le tracce del padre, ha sperimentato nuovi mercati, in particolare la Russia e l’Europa dell’est. Rappresentativi dell’azienda sono lo storico negozio monomarca in via Calabritto, e il negozio-show room di Milano nei pressi di Montenapoleone.

 BRUNO VENTURINI

L'artista durante tutta la sua carriera, ha avuto più volte l'occasione di effettuare concerti in tutto il mondo. La sua opera discografica più conosciuta è l'Antologia della Canzone napoletana (Joker) pubblicata dalla SAAR Records di Milano. Tra i riconoscimenti ottenuti, nel Dicembre del 1995, il Presidente della Repubblica Italiana, Oscar Luigi Scalfaro, ha nominato Bruno Venturini Grande Ufficiale della Repubblica Italiana per meriti artistici internazionali. Con la stessa motivazione, il 15 aprile 1972 è stato insignito del titolo di accademico classe Nobel dall'Accademia delle lettere, scienze ed arti di Milano. Il 26 novembre 2005 viene nominato, insieme ad Antonello Rondi, Mario Trevi e Mario Merola, Cavaliere dell'Ordine di Malta, nella cornice del Grand Hotel La Sonrisa. Bruno Venturini nasce a Pagani, centro industriale della provincia di Salerno. Il padre Raffaele era napoletano, commerciante di tessuti. La madre Vittoria Fusco era originaria di Angri. A dieci anni nel 1955 si trasferisce a Roma, in seguito ad una grave malattia, la cirrosi epatica che improvvisamente colpisce il padre. Durante il periodo delle scuole elementari viene scelto per una breve esperienza nel coro de La Radio per le scuole, un programma radiofonico che, nei primi anni cinquanta è presentato da Nunzio Filogamo. Per sostenere parte delle spese ospedaliere del genitore, nel 1957 il fratello maggiore Peppino comincia a girare per i mercatini della capitale come venditore ambulante di maglieria e lui lo accompagna cantando per attirare i passanti. In una di queste occasioni, a Porta Portese, viene ascoltato per caso dal tenore Mario Lanza che con Marisa Allasio gira per strada alcune scene del film Arrivederci Roma e viene da quest'ultimo incoraggiato a studiare e a perfezionarsi nel canto, dopo aver ricevuto in dono dieci dollari autografati.
Questo incoraggiamento giunto in modo del tutto casuale gli dona molta speranza, ma il dolore è grande quando il mese successivo arriva la morte del padre. Si trasferisce così a Salerno con la madre e i fratelli, consegue la licenza media proseguendo gli studi presso l'istituto di ragioneria. In questi anni durante uno degli spettacoli di beneficenza a cui spesso prende parte tra gli altri giovani figuranti, presso i piccoli teatri e auditorium sparsi in città conosce una ex cantante lirica che entusiasmata dalle sue potenzialità si impegna a farlo studiare canto al liceo musicale. La prova d'ingresso dura poche battute di “Torna a Surriento”. Il maestro Alfredo Giorleo dopo averlo sentito cantare fissa subito le ore di lezione gratis e si offre di pagare il metodo Bona di solfeggio. Il debutto avviene a Napoli la sera del 15 agosto 1959 alla festa di Porta Capuana. Il signor Visconti un commerciante collega del fratello maggiore, propone a Bruno di partecipare alla manifestazione canora intitolata Porta Capuana 'n festa (Porta Capuana in festa) di cui Raffaele Russo è il promotore. Sono presenti grandi nomi ma c'è anche una piccola sezione dedicata agli esordienti. La scenografia rappresenta una spiaggia napoletana con il tipico paesaggio marino, l'orchestra di Radio Napoli è diretta da Luigi Vinci e a condurre la serata c'è Corrado. Il giovane Venturini guarda a bocca aperta tutti i grandi artisti che gli fanno compagnia dietro al palco. Così dopo l'esibizione di Gino Latilla che spopola con l'interpretazione di Tchumbala bey, il presentatore da dietro la quinta chiede al prossimo cantante di farsi avanti ma tutti si dimostrano titubanti. È controproducente confrontarsi con un tale successo. Ma un ragazzino di quasi quattordici anni proprio non ci pensa a certe cose, così ingenuamente è proprio lui a proporsi dopo Latilla. I brani che canta sono tre e tutti in napoletano: Passiggiatella di Nisa e Rendine, Serenatella 'e Maggio di De Crescenzo e Oliviero, L'urdemo raggio 'e luna di Fiore e Vian. Al termine dell'esibizione, a sorpresa il pubblico è a dir poco entusiasta. Così appena terminata l'esibizione gli si avvicina Lello Esposito, direttore e comproprietario insieme ai fratelli di una delle più note case discografiche napoletane di allora, la Phonotype Record, che complimentandosi lo invita a presentarsi per un'audizione. Di Carlo Casale, agente della Casa Discografica S.A.A.R. di Milano, l'idea dell'Antologia della Canzone Napoletana. Ma per convincere l'allora direttore commerciale Sergio Balloni ad intraprendere un progetto dai costi notevoli, si assume tutti gli oneri dell'insuccesso, nel caso in cui le vendite non dovessero soddisfare le aspettative di Balloni e del proprietario Walter Guertler. Ad oggi quest'opera di Venturini è stata venduta in tutti i paesi del mondo in svariate edizioni, tra MC, LP, CD per un totale di oltre 100 milioni di copie in quasi quarant'anni di carriera. Passa per un breve periodo alla Casa Discografica Ariston di Carlo Alberto Rossi, dove continua la pubblicazione dei volumi dell'antologia, ma più tardi ritornerà alla S.A.A.R. per completare quest'opera unica. Accompagnato spesso al pianoforte in televisione da grandi maestri, quali Franco Zauli e l'autore della celeberrima "Anema e core" Salve D'Esposito. Acclamato in tutto il mondo per la sua prestante voce da tenore.
Onorificenze
- Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana
27 dicembre 1995. Su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri.
- Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana
2 giugno 1981. Su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri.
- Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana
27 dicembre 1978. Su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri.
- Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana
27 dicembre 1975. Su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri.


PREMIO TUTORE DEL PATRIMONIO E DELLE TRADIZIONI NAPOLETANE
Il Presidente Cesaro incontra il Principe Sergio di Jugoslavia

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PREMIAZIONE DEL
25 NOVEMBRE 2009

 - Reale Yacht Club Canottieri Savoia -

25 NOVEMBRE 2009


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